Ieri, in un pomeriggio di un giorno di sole, ero fermo al semaforo, in moto. Cosa strana per Torino, ero insieme ad altri sette, tra moto e scooter, tutti davanti.
Gli altri alle nostre spalle, chiusi nelle loro scatole di latta a respirare l’aria condizionata, a seguire le regole di una coda ordinata. Alla nostra destra il ponte, con sotto il Po che scorre, di un lento color fango; subito dietro Piazza Vittorio. Alla sinistra l’inquietante tristezza della gran Madre, con la statua a cui manca la mano, e su la collina verde. Fa caldo. Sotto il giubbotto Dainese sicuramente di più.
Sul largo marciapiede che svolta dal ponte infiorato una bimba bionda corre gioiosa a spaventare in brevi rincorse malandati piccioni, sotto gli occhi protettivi del nonno. Dall’altro lato del ponte arriva un barbone, sotto una blusa malandata e gli occhi fissi sulla ruota davanti, con tutte le tracce della sua vita buttate alla rinfusa dentro sacchi cenciosi, ammassati su una sgangherata bicicletta che tintinna, ad ogni stanco giro di ruota. I fiori ordinati sul ponte non gli danno allegria. Prosegue a raccogliere ricordi.
Lo sfondo della piazza dalle mille finestre in file ordinate su muri color pastello, ha uno stile da vecchia signora. I binari luccicano sulla strada di larghi lastroni di pietra. Un uomo cammina veloce, parlando concitato al telefono. Una coppia di anziani indica il Valentino: il vecchio tiene il braccio galantemente piegato e lei ci tiene il suo sopra, vezzosa, con le mani che ancora si cercano e si stringono. Chissà di cosa parlano. Si guardano, sorridono e si scambiano un bacio, testimone di un amore che chissà da quanto dura. Ed io mi sento un intruso.
Poi non c’è più tempo. Verde. Metto la prima e parto.
Sul largo marciapiede che svolta dal ponte infiorato una bimba bionda corre gioiosa a spaventare in brevi rincorse malandati piccioni, sotto gli occhi protettivi del nonno. Dall’altro lato del ponte arriva un barbone, sotto una blusa malandata e gli occhi fissi sulla ruota davanti, con tutte le tracce della sua vita buttate alla rinfusa dentro sacchi cenciosi, ammassati su una sgangherata bicicletta che tintinna, ad ogni stanco giro di ruota. I fiori ordinati sul ponte non gli danno allegria. Prosegue a raccogliere ricordi.
Lo sfondo della piazza dalle mille finestre in file ordinate su muri color pastello, ha uno stile da vecchia signora. I binari luccicano sulla strada di larghi lastroni di pietra. Un uomo cammina veloce, parlando concitato al telefono. Una coppia di anziani indica il Valentino: il vecchio tiene il braccio galantemente piegato e lei ci tiene il suo sopra, vezzosa, con le mani che ancora si cercano e si stringono. Chissà di cosa parlano. Si guardano, sorridono e si scambiano un bacio, testimone di un amore che chissà da quanto dura. Ed io mi sento un intruso.
Poi non c’è più tempo. Verde. Metto la prima e parto.
Torino mi sta a pennello indosso, in queste piccole cose….
..innanzitutto..
RispondiEliminaCOMPLIMENTI mi fà davvero piacere leggere questo post per due motivi:
1// ottimo lo skatto della foto... davvero bello, me lo sto guardando i riflessi e la luce ... complimenti!!! OTTIMO
2// ..hai scritto davvero un post "pura vida". A volte basta poco, vivere di particolari rende tutto piu sereno e piu umano; cosa ke ovviamente si può con un mezzo ke ti mette a diretto contatto con l'ambiente quale la moto/ la bici.
...le facce ...le facce delle persone in auto, nessuno sorride; in moto qualkuno addirittura "fiskietta" (n.d.r. "il sottoskritto")
BRAVO "TheIng" :D
io in auto canto e tengo il tempo con la mano.
RispondiEliminadetto questo...
bellissima fotografia.
no, non intendo quella lì piccola (cioè sì pure quella... ) soprattutto quella che descrivi tu.
@Slaymer: Scusa, scopro "ora" il tuo commento. Grazie. La foto, comunque, non è mia.
RispondiElimina@Sys: Quella invece l'ho scattata io. E ce l'ho ancora negli occhi.
Davvero bellissimo spaccato di vita, e i due vecchietti sempre innamorati mi riempiono sempre il cuore di rimpianto.
RispondiEliminaIo sull'argomento scrissi questo:
http://donnaemadre.wordpress.com/2007/09/20/noi-non-lavremo/
Se ti fa piacere leggilo, io l'ho riletto giusto ora :)
@Diemme: Grazie, son venuto da te ed ho trovato i tuoi due vecchietti, così simili ai mei. Così veri e bellissimi.
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