sabato 2 marzo 2024

Tu non lo sai

  Quando ti sveglierai questa mattina rimarrai un pochino delusa, lo so. Che diamine, è sabato, è il giorno del tuo compleanno e tuo padre, come suo solito, sarà gia partito presto per andare a lavorare. Senza lasciarti, che so, un biglietto d'auguri sul cuscino, un fiore sul tavolo accanto alla colazione. Che poi c'era per forza bisogno di lavorare anche oggi?

Quello che ancora non sai è che questo sarà un giorno speciale, che non dimenticherai.

Quello che non sai è che questo giorno, lui, quell'insensibile, invece se lo sta preparando da tempo. Con meticolosità, con precisione, da ingegnere, oserei dire. Perché tempo addietro se lo è immaginato, questo giorno qua, e nell'ultimo mese si è dato da fare per far sì che tutto si svolgesse esattamente come lo aveva pensato.

Sei la sua bimba grande, oggi è un anno in più, ventiquattro, volati, vissuti, passati insieme. Ventiquattro anni in cui lui ti ha tenuto prima tra le braccia, poi per mano, fino a che ti sei staccata e ha cominciato a vederti incamminare nella tua vita, un po' tentennante all'inizio, poi sempre più decisa. Lui è sempre stato lì, a due dita dal cuore, pronto a prenderti al volo nel caso di uno scivolone improvviso, di un attimo di esitazione. Ed all'amore incondizionato che un padre ha nel proprio DNA si è aggiunta, nel tempo, una stima per quello che sei e che vuoi diventare. Non è sempre stato tutto bello, non è sempre stato tutto facile. Ma hai già vinto.

Hai attraversato il percorso della triennale con una naturalezza disarmante e quest'anno terminerai la magistrale. Hai fatto ciò che dovevi fare, con lucida razionalità, facendo sembrare tutto dannatamente semplice e gestendo nel contempo mille altri impegni, non ultimo la realizzazione del carro del tuo borgo per il famosissimo carnevale di BucodiculoPlace, che ti ha visto, nei mesi appena passati, rientrare a casa quasi tutti i giorni dopo le due di notte, sorridente, piena di trucioli, scottature da colla a caldo e macchie di vernice sui vestiti e sul naso. E per inciso avete stravinto, con un carro che riusciva a stento a contenere tutte le vostre passioni,  l'entusiasmo e l'impegno mischiati alla cartapesta, e tu hai anche portato a casa il premio donna (piccola nota d'orgoglio del papà).

Non stai ferma mai, ti muovi frenetica, oggi qui, domani all'università, poi in ospedale per il tirocinio, dopo a dare ripetizioni quindi palestra e poi.. "guarda che questa sera ceno fuori".

Ultimamente ti sposti con l'auto di tua madre, tanto a lei fa bene andare un po' a piedi; sappiamo tutti che è una vettura vecchiotta con qualche acciacco e che ha superato da mò i vent'anni ma non ha poi così tanti chilometri alle spalle, anche se un colpo deciso glielo hai dato tu da quando hai preso la patente.

E un pensiero per una vetturetta tutta tua lo abbiamo anche avuto, lo sai, sarebbe stato bello celebrare così la laurea, ma non si poteva fare, il mutuo, le tante spese, abbiamo dovuto rimandare, ci siamo detti che qualcosa, magari più avanti, poteva arrivare. Forse alla fine del tuo percorso universitario, chi lo sa.

Che poi tu, con la tua testa, hai anche la tua idea bella precisa, che mi dici sempre "a me va bene tutto, ma se me lo chiedi sai che mi piace quel modello lì e solo quello, bianca con il tettuccio nero".

Tu lo sai che quell'auto lì costa uno sproposito, e che non si può, che sarebbe una follia. 

Quello che però non sai è che il tuo papà, incasinato, indaffarato, sempre in ritardo, è campione olimpionico di follie. Lo hai visto stanco, spesso. Lo hai visto assente, qualche volta. Lo hai visto rincasare molto tardi troppe sere. Perdonalo. Per lui ne è valsa la pena mille volte. Perché sono mesi che, andando in studio anche la domenica, lavoro dopo lavoro, ha messo da parte un piccolo gruzzoletto.

E poi, dopo ricerche su ricerche, un mese fa tuo padre l'ha finalmente trovata quella macchina lì, spiccicata a quella dei tuoi sogni, bianca con il tetto nero. Pochi chilometri, quasi nuova, perfetta. Costava un sacchissimo.

Quello che non sai è che, complice un progetto presso una concessionaria del gruppo, se l'è fatta portare nel punto vendita più vicino, è diventato il migliore amico del commerciale, lo ha intortato con mille e mille richieste di sconto. Ha anche provato a tirar fuori la sua espressione da sufficienza per tirare sul prezzo pur se con poco successo, perché la macchina era proprio quella, uguale a quella che desideravi, bellissima, e lui non poteva trattenersi dal sorridere di rimando, pensando a come sarebbe stato bello il tuo, di sorriso.

Alla fine lo ha preso per stanchezza. Il prezzo, seppur alto, è diventato più abbordabile. In cambio il tuo papà dovrà progettare altre tre concessionarie dietro compenso di una manciata di rubli, ma non gli importa. 

Poi però, il piano era solo a metà del suo compimento. Perché lo stupore, l'emozione dell'inaspettato, quello è veramente impagabile. E allora con discrezione ha contattato una tua amica dell'università, che quando ha capito cosa aveva intenzione di fare gli ha mandato in risposta il messaggio "E' proprio quella che voleva" pieno di faccine con i cuoricini. Lei a sua volta si è occupata di riunire gli altri tuoi amici, ed insieme questa sera, quasi per caso, ti inviteranno a prendere un aperitivo in quel locale che ti piace tanto, proprio sotto la Basilica di Superga. E tu ci andrai, magari pensando che tanto tuo padre di sabato non c'è mai.

Poco dopo, tutti insieme, come per scherzo, ti condurranno fuori, rigorosamente bendata. Spalle alla chiesa con la cornice di Torino a far da silente spettatore ti libereranno e ti consegneranno qualche regalino, e tu dovrai indovinarne il contenuto, forse ci sarà anche un modellino dell'auto che ti piace, giusto per scherzare. Poi, per ultimo, un pacchetto, elegantemente infiocchettato, al cui interno troverai un portachiavi con su le chiavi di un'auto. 

E lui proprio non riesce immaginare il tuo stupore, l'incanto estatico della sorpresa, la gioia incontenibile della consapevolezza quando a quel punto ti faranno girare su te stessa, fronte alla monumentale scalinata, sotto la quale ti attenderà l'auto nuova luccicante, tua, con un gigantesco fiocco d'ordinanza, rosso, in un turbinio di applausi, fischi e di coriandoli. 

Lui non ti vedrà. Si sarà già incamminato lentamente verso casa con l'auto vecchiotta con cui sarai arrivata, magari lancerà un pensiero al ricordo di sua madre e ai vostri nomi così simili, sorriderà ricordando al bene matto che vi siete donate quando il futuro era solo rosa, a quella volta che ti aveva insegnato a saltare nelle pozzanghere, al vostra intesa e a quanto oggi anche lei sarebbe stata fiera e felice per te.

Avrà il cuore traboccante di orgoglio per la figlia splendida che ha, un cuore che in quel momento gli sorriderà così tanto da fargli male, lasciando te alla tua felicità improvvisa per l'auto nuova, proprio quella che volevi tu, bianca con il tettuccio nero, alla vostra bellissima e spumeggiante giovinezza, ai tuoi amici, alle vostre risate ed ai loro festeggiamenti, ai vostri sogni. Loro ti vogliono un mondo di bene. Lui di più.

E tu, tutto questo, non lo sai.  

Ma adesso sogna ancora, bimba mia.

                                                                        Sempre, tuo Totson.

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