domenica 4 luglio 2010

So solo che adesso

è tutto troppo tranquillo, improvvisamente fermo. Il caldo torrido di fuori si infrange sui vetri dello studio, vuoto, di domenica, tranne me, al solito, e la radio che, al solito anche lei, canta Giorgia, in uno splendido assolo.
So solo che è finito.
Tutto quello per cui ho corso come un matto in questi mesi, miracolosamente, si è esaurito. Come l'acqua giù nello scarico che lascia solo il rumore. Le relazioni concluse, i disegni pronti, i calcoli fatti.
Questi solo sono i momenti più strani, adesso riscopri solo che hai tempo, per una passeggiata, solo per fermarsi a scattare una foto come questa all'uva che sta maturando,  nel giardino delle rose.
Questi momenti di cristallo e silenzio e te solo, in cui adesso hai tempo ma è tardi, e quasi non sai cosa fartene ora, in cui potresti scappare ma dove se hai solo posti che non ti riconoscano, in cui chissà perchè comprendi le mille sfaccettature della parola solo, che tu da solo normalmente ci stai bene e ti basti che corri da solo, nuoti da solo, vai in moto e in montagna da solo, ma quando d'improvviso non ti basti e allora son cazzi, e perchè ti assale quel magone sordo e quella debolezza negli occhi che derivano da troppe cose non dette, non fatte e non udite, o anche solo da troppo tempo davanti al pc.
Ma me lo prenderò, quel tempo, tra poco pochissimo, ma non adesso, ancora un poco no.
Tiro il fiato un istante, leggo qualcosa di voi, taglio l'erba al giardino, non so. Comunque senza far niente non so stare.
Poi scapperò, farò una fuga a casa ad abbracciare questa mia bimba splendida che ieri sera, quando le sono apparso davanti all'improvviso, stanco e tirato ma lì, nella festa del paese vicino a bucodiculoplace dove lei e tutto il parentado vario in trasferta si erano recati, mi è saltata addosso a riempirmi di baci che profumavano di gelato, con i suoi quaranta e passa chili di peso dolcissimo e per tutto il resto del tempo mi è rimasta in braccio, incurante del caldo appiccicoso e delle zanzare.
Per cui tra poco, con quella quietezza strana che è tipica di momenti come questi salirò sulla mia moto, che da quando gli ho "lavato" ben bene e pulito il filtro dell'aria è tornata ad essere guidabile ed aggressiva per quanto può esserlo un Transalp e via, percorrendo quelle strade e quelle curve a cui col caldo, le gomme della moto si attaccano come colla, permettendoti quasi in piega, di accarezzare l'asfalto con le ginocchia. 
Ma ancora adesso no, un minuto, un minuto ancora fatto di niente.
Un minuto solo.

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