domenica 25 luglio 2010

The day of the flying dandelions

Osservavo svogliatamente fuori e mi son capitati dinanzi agli occhi proprio oggi, mentre, mordendo distrattamente una biro, cercavo un motivo buono per mettermi al lavoro, cosa che che poi non son riuscito a trovare.
Han volteggiato leggeri nell'aria, più leggeri ancora, diafani e sospesi a cavalcare onde del vento, a galleggiar nel nulla. Insieme, attaccati, hanno atteso, per un attimo, come curiosando di me al di qua del vetro dove io, proprio in quel momento, pensavo a te. Poi, un guizzo improvviso di vento, un soffio bizzarro li ha portati  su, veloci, e salendo sono spariti alla mia vista, sempre insieme.
Sempre insieme, come io e te, cuore del mio cuore.
Sei alla tua prima vacanza da sola. Dieci anni, così piccola e così grande nello stesso momento, un amore di donnino. Da quando sei nata non mi sono mai allontanato da te per più di tre giorni, figuriamoci due settimane; penso che la tua mano sia ciò che più di ogni altra cosa abbia mai tenuto tra le mie. Ricordo il tuo primo profumo di rugiada e borotalco, da piccolissima, i primi deliziosi urletti e le ditine che si aggrappavano al mio indice. Ti ho, completamente ed assolutamente. Ho raccolto i tuoi primi sorrisi e le tue prime lacrime, cercando sempre i primi di farli durare più a lungo e le altre di farle scomparire più in fretta possibile.
Sono stato con te in quei giorni ed in quelle notti, quelle terribili,  dove per un momento ho avuto paura anche solo di pensare di poterti perdere, quelle dove mi chiedevi "papà, ma io sto male?", dove per ironia della sorte il compimento di un nuovo anno mio poteva rappresentare la fine di ogni cosa. In quella cameretta isolati dal mondo tu, la tua febbre che non si voleva abbassare, i tuoi peluches e la tua mano attaccata alla mia ed io che non ti ho lasciata mai. E insieme ne siamo usciti ed al ricordo di noi, là fuori in quel giorno felice di gelo, non ho memoria di vacanze di Natale più belle in tutta la mia vita. Ritorno spesso con la mente a quei giorni e penso a chi, meno fortunato di me è invece precipitato nell'abisso di cui io ho solamente intravisto il baratro. E mi sento così piccolo, di fronte al coraggio ed alla reazione che sono riusciti a trovare (andate ad esempio a leggere qui) e che invece io non saprei dove prendere .
Sei stata, indirettamente, una tra le persone che mi hanno spinto a creare questo blog, quando mi dicevi che ti piacevano sempre tanto le favole che inventavo per te ogni sera e che avrei dovuto scriverle.
Ma io no che non so scrivere, bimba mia, il tuo papà se la cava benino con numeri e disegni ma con le lettere è una frana che solo perchè sei piccola ti sembra bravo; sbaglio sempre e tanto, e metto sempre troppi aggettivi e tante congiunzioni, ma fa lo stesso, non importa, anzi non ti importa ed allora lascia che sia, la mia favola più bella la scrivo per te, senza finale, perchè i finali presuppongono sempre la parola fine che io odio. E allora ti disegno una favola tutta per te bimba mia, speciale, adesso che sei lontana che non posso raccontartela la sera accucciati sullo stesso letto con la torre e lo scivolo, parlando piano pianissimo ma che so che se fai attenzione e presti orecchio e cuore puoi sentire lo stesso.
Una favola che non finisca mai, e che continui, piena di colori e risate ed arcobaleni e di profumi d'estate, di mano nella mano e biciclette e mare e sole e peluches, tantissimi da nascondercisi dentro da quanti che sono, e sale che si incrosta sulla pelle, una favola di maschere e boccaglio che non riesce proprio a contenere il tuo sorriso, che quando mi vedi che torno sù dal fondo dove sono andato apposta per prenderti una conchiglia bellissima ti entra l'acqua in bocca dalla troppa felicità. Una favola che racconti di scoperte e animali del bosco, di temporali che bagnano ma non spaventano, dei primi funghi raccolti insieme, di filastrocche e di stelle cadenti, tante da esprimere desideri e che cosa sono i desideri se non altre favole da inventare e raccontarti e ancora e ancora.

E ieri correvo, e questa mattina correvo di nuovo, il fiato e le gambe pesanti come mai credo di avrele avute, i consigli del luminare già al vento, ma è che ho così tanto arretrato e voglie e pensieri che cinque minuti non sono abbastanza, che per emergere da tutto mi ci vorrebbe quotidianamente un paio d'ore almeno. Il cielo un fotogramma che Dio aveva scattato apposta per me, con le nuvole candide, fioccose ed indorate di sole lontano, che si stagliavano su un cielo blu con una luna malinconica che già si affacciava a guardarmi faticare.

Pensavo al tuo codino impertimente che si è allontanato nella coda del check-in come se niente fosse, mentre tutte le mamme piangevano ed i padri cercavano di darsi un contegno con occhi umidi, me compreso. Pensavo poi alle tue parole di ieri sera tra il magone neanche troppo velato "ma allora mancano ancora quattordici giorni prima che possa tornare" ed alla mia falsa allegria, fatta apposta, creata per te, un'altra favola sai, bimba mia, per darti forza, allegria e voglia di divertirti e cominciare un pochino a staccarti come è giusto che sia, quando invece avrei voluto salire sull'auto e farmi tutti i i settecento chilometri che ci separano d'un fiato e venirti a prendere, e vedere il tuo sorriso che è così incredibile quando è tutto mio e portarti via con me sentendo che mi stringi piano la mano come solo tu fai.
Ma no, in fondo e a malincuore so e forse sai anche tu che non sarebbe giusto. E' la tua prima vacanza da sola e sono certo che saprai divertirti, giocare ridere (no, per i ragazzi è ancora presto, almeno per i prossimi quindici o venti anni....) e in un attimo ritrovare quel sorriso negli occhi e quella gaiezza ti rende così speciale.

E tornando da correre  qui, nel giardino delle rose, imbrigliato ai rami della siepe, oggi, uno solo dei due soffioni mi attendeva, sconsolato anche lui, come me.

E per la prima volta mi sento solo, veramente solo e basta. E non è, tutto sommato una senzazione così sgradevole. La si può anche mettere in musica, e può servire da colonna ad un cartone animato. Che altro non è che una favola, in fondo.

Buone vacanze piccola.
Il tuo Totson




8 commenti:

  1. Non è un commento. Impossibile commentare l'amore di un padre. Solo per condividere, commosso, una condizione comune. Da 18 giorni non vedo le mie bimbe. Al telefono è un continuo: la piccola mangia? Il coniglio omogeneizzato le piace? La grande ha fatto cacca? Chiede di me? La piccola ride? Mancano 2 giorni e anch'io non vedeo l'ora di riascoltare di notte i loro respiri.
    Ciao!!!

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  2. ha ali di farfalla, forti ma delicate, per volare via: guai fermarla, va incontro alla vita! ...e a noi non resta che esserci e guardare... (tra qualche anno tocca a me :-S)

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  3. Caro Sognatore...ti racconto questa vera storia...
    primi mesi di asilo...mia figlia...pianti a dirotto...notti in bianco...incubi....ecc...il mio cuore si spezzava...si era spezzato...piano piano Lei si è abituata al nuovo "sistema".
    ...io le dissi...non ti preoccupare ...ogni persona ha il suo ruolo...e il suo posto...anche se non sono con TE...sei sempre nel mio cuore.

    ...secondo anno di asilo...primo giorno...mi saluta...e io le dico...."mi mancherai"....lei...mi risponde...."mamma sei sempre nel mio cuore.":)
    ...non sentirti solo....anche se capisco/comprendo molto bene quella solitudine. Vania
    ...video...e musica...bellissimo !!!

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  4. @Bruno: ma come fai a stare tutto questo tempo senza di loro?
    @mjavale: molto bella. Ed è esattamente così. Si cresce, per forza, loro ed anche noi.
    @Vania: i figli imparano da noi ad essere così, unici e bellissimi.

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  5. Mi hai fatto venire voglia di esserti figlia... anche se ho l'impressione di essere un tantino più grandicella di te, e poi mi hai fatto ridere quando hai scritto "(no, per i ragazzi è ancora presto, almeno per i prossimi quindici o venti anni....) ": tutti uguali, 'sti padri gelosi!

    Mio padre, che è morto quando avevo 34 anni, mi ha detto che se mi avesse visto, dall'aldilà, fare "qualcosa", mi sarebbe venuto a tirare i piedi per impedirmelo.

    Mia madre diceva che aveva il terrore che gli altri facessero a sue figlie quello che lui aveva fatto alle figlie degli altri :lol:

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  6. @Ify: beh questo è un bel complimento, dico davvero.
    Però bel tipino, tuo padre. Somiglia al padre della mia Ciccia :-)

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  7. e io mi ritrovo qui a piangere come una sciocca...


    cotoletta

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