domenica 18 aprile 2010

Come due formiche. [Sottovoce]


Si racconta che il Mahatma Gandhi spiegasse ad un suo discepolo che le persone gridano quando i loro cuori si sono allontanati, e son così distanti da non riuscire più a sentirsi parlando normalmente.

Se ci pensate, se vi ci immedesimate, scoprirete che è proprio così: quando alzi troppe volte la voce, è perchè il tuo cuore è distante da quello della persona con la quale stai litigando.

Beh, anch'io qualche volta urlo, capita. Raramente, ma succede. Ho un discreto margine di sopportazione, ma quando supero la soglia, allora son cavoli. E sbaglio, certo che lo so, me ne accorgo anche nel preciso momento in cui, ma che volete farci, non riesco ad evitarlo, anzi, forse non ci provo neanche. E pochissime volte nella mia vita, ho urlato così forte da star male.
Ma, per fortuna, conosco persone con le quali mi viene normale parlare solo con un tono di voce bassissimo. Così basso, sussurrato, che a momenti la voce non serve neanche, per comprendersi.

Ieri sera, ad esempio: ero comodamente avviluppato nell’abbraccio della mia piccola, nel suo letto con scaletta, torre del castello e scivolo per scendere, tra peluches di ogni specie, colore e dimensione che, non dimentichiamolo, han quasi tutti un nome. In questo periodo, per non far torto a nessuno, dorme con una serie di tre che alterna con regolarità. Ieri sera toccava ad un pinguino alto mezzo metro, una papera ed un asino.

Le stavo raccontando la consueta favola della buonanotte, dieci minuti inventati ogni volta che, in un modo o nell’altro, prendono spunto da quanto ci è capitato nella giornata appena trascorsa. E stavo inserendo, nella storia di due formiche che ne combinano di ogni sorta, proprio la massima di Gandhi.
Mi stupisco ancora, ogni volta che me la guardo e la tengo così vicina, stretta strettissima, che sia così vera e mia. Ad un certo punto, piano, mentre i suoi occhi cominciavano ad aprirsi ai sogni, le ho mormorato: ”ma tu, sei vera? Sai che il tuo papà ti vuole davvero bene?”

Lo so - mi ha risposto lei. E poi, tenendo i suoi bellissimi occhi serenamente chiusi, con un sorriso, ha aggiunto. “Sai papà, io e te siamo proprio come le due formiche della favola, che ci parliamo piano perché i nostri cuori sono vicini davvero.” Mi ha dato un bacino sulla punta del naso e di lì a poco dormiva, mentre io non mi stancavo ancora di guardarmela, stupito.

Ed in questa mattina, di nebbia che teneva in ostaggio un sole a sorpresa, questo piccolo pensiero, in punta di respiro, sussurrato piano, è per tutti quelli che non hanno bisogno di alzare la voce mai, per capire se stessi. Farsi capire dagli altri, a volte, è addirittura più semplice.
Provate a sussurrare.

[Dedicato, oggi, alla mia ex-autista...^_^]

4 commenti:

  1. ...non riesco neppure a commentare...
    ti sussurro...

    emozionante...

    peccato che crescano così...in fretta.
    ciao Vania

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  2. Grazie Vania, hai ragione. Troppo in fretta.
    D&R

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  3. Bisogna farne altri, così uno ne ha per casa sempre uno piccolino.

    La tua Ciccia mi ricorda quando la mia ha detto così, all'improvviso, fuori contesto e senza che nessuno le avesse chiesto niente: "Sono fortunata ad avere due genitori che mi vogliono bene!".

    E' bello vederli felici, ed è bello sapere che siamo parte di quella loro felicità.

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  4. @Ify: sta proprio tutta lì, la nostra felicità

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