sabato 24 aprile 2010

On writing

Scrivo. Perchè, secondo me, in questo momento sento che ne hai bisogno. O forse no, magari non è vero, è immaginazione, speranza se vuoi, molto più probabilmente ne ho bisogno io.
Tempo fa ho dato una mano mia figlia a scrivere la sua prima lettera. Era un banale compito di scuola, ed ho tentato di spiegarle come, secondo me, la si deve impostare; che prima si fa un ordine di tutte le cose che si vogliono raccontare, ci si prepara un indice, in maniera da rendere più facile l'elaborazione della stessa. Che si usano periodi brevi (io!!!) che non si usano nè troppi "e poi" nè troppe virgole e che si cerca di evitare le ripetizioni. Lei mi guardava noiosa, voleva solo finire il compito più in fretta possibile e continuava a chiedermi "Così basta?"
Mi scontravo con la ritrosia che la prende ogni domenica quando i pomeriggi devono essere dedicati ai dannati compiti, in quanto preferirebbe sfidare (e battere regolarmente) suo padre alla Nintendo Wii, se fa troppo freddo per uscire.
Quello che però non sono riuscito a spiegarle, quello che volevo dirle è che quando scrivi, quando ti viene voglia, la necessità di scrivere, l'indice va a varsi benedire, scartato dalla pressione, dall'urgenza di metter giù le idee che si affastellano per uscire. Come adesso. Che non so neanche perchè, non so neanche cosa o come. Lo scoprirò alla fine. Forse lo so, già invece, ma fa lo stesso.
E quindi scrivo. E scrivo come stai. Non con il punto interrogativo, no; so come stai. Uguale io. L'amicizia, tutto quello che ci lega, che è molto di più, è una cosa rara, una strana alchimia, quando è limpida e trasparente come questa, quando non serve neanche che dica come ti senti perchè io lo so, lo so da quando mi dici pronto al telefono. L'amicizia non è nè dare nè ricevere. E' esserci. E' sapersi. E ti so.
E' farsi in un fiato cento chilometri solo per accogliere le lacrime che non vogliono uscire ed asciugarle mentre escono. E' una sorpresa improvvisa davanti al mio studio, un abbraccio, una carezza su un volto che si adatta perfettamente alla mano, è una mano da stringere e tener stretta e riceverne la stessa stretta. E' lo stesso passo, è un sorriso per una cretinata buttata a caso, è una risata improvvisa gettata in aria che proprio non credevi più di avere in tasca, che risuona e rimbalza come perle scivolate da un filo strappato. E' saper ascoltare. E tutte queste cose ed altre ancora le ho imparate da te, e dalla tua anima preziosa. 
Non ho poi così chiare le cose da dirti. Non è mai facile normalmente, figuriamoci adesso. Non ho ricette per dirti dove e come tu debba sentirti, quale strada percorrere, dove sia il giusto o lo sbagliato, non lo so per quanto riguarda me, figuriamoci.
Non posso e poi non credo tu ne abbia veramente bisogno. Tu sai bene il cosa ed il come. Il quando, forse, ci guarda già da lontano. La tua è una bella persona, te l'ho sempre detto. Ammiro il tuo essere così, di un cuore e di un'intelligenza rara che attrae ed affascina, che rende orgoglioso chi ti sta vicino. Me compreso.
E fai così tante cose, con quel cuore che hai; guarda quante ne fai, osservati studiati, riflesso negli occhi incantati di chi ti sta intorno. I miei compresi.
Incontrarti, frequentarti, conoscerti è un bene e, bada, non ho scritto è stato un bene. E' un bene e fa stare bene.
Le mille cose da fare le farò comunque. Andò in quella piazza sorprendente dove non sei mai stata. Percorrerò lo stesso quei carugi oscuri tra i muri sbilenchi, i colori scrostati ed il profumo di vendemmia e di mare.
E siamo arrivati qui. A questo punto, al bivio, al cambiamento di rotta, al rientrare questa volta definitivamente nei ranghi. E' l'ora. "Emmanuel" ha già battuto i suoi rintocchi, davvero, si è fatto tardi. E tu, da sotto li hai sentiti e contati. Uno ad uno, lenti, inesorabili, liquidi. Ancora uno, l'ultimo nel lontano galleggiare del suono sul selciato della piazza.
Ti chiederai infine perchè qui, che non è da me, magari. O forse no, forse lo sai che qui, mille anni fa, è iniziato tutto e che in fondo è giusto che proprio qui scriva un'altra volta il mio più sorridente  e sereno "Bonjour".
Con tutto il bene che sai.
S.

8 commenti:

  1. ...si scrive per affrontare meglio i propri pensieri ... pensieri che su di un foglio di carta spaventano meno, e sono piu facili da affrontare!

    PuraVida

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  2. http://www.youtube.com/watch?v=Q_4w3-CPP6E&feature=related

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  3. http://www.youtube.com/watch?v=Q_4w3-CPP6E&feature=related

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  4. @Slay. Si scrive come si sanguina. Più o meno, amico mio.
    @Anonimo: and one soul. Or less.
    D&R

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  5. L'amicizia, è un amore sublimato?

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  6. @Ify: a distanza di tempo, è ancora solo amore.

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