Non certo quella alle armi, che oramai, in grazia di Dio, abbiamo già dato, come direbbe qualcuno da cui, ogni tanto, prendo spunto (scusi, devo pagare le royalties?).
E neanche ho visto la luce stile Blues Brothers.
Più semplicemente ho ricevuto una telefonata, anzi La telefonata. Quella che sapevo che sarebbe dovuta arrivare, prima o poi.
Ma che sarebbe stato meglio poi.
E sì che dovevo immaginarmelo, che sarebbe arrivata proprio in questa settimana. Che un'altra così, storta ed antipatica, non mi era capitata veramente mai. Che c'è una valanga di lavoro che ti sta addosso come un bastardino addentato alla caviglia, anche se questo, non va poi così male, alla fine.
Una di quelle settimane in cui ti senti straniero, che parli una lingua sconosciuta che nessuno comprende, che dici scusami? e gli atri capiscono un insulto e si offendono, che chiami le persone con il nome sbagliato, che tutto quello che dici ti torna indietro come un boomerang, ma amplificato e distorto. Che ti capita tutto e il contrario di tutto.
Ed alla fine ti ci mandano, fuori dai fogli, come dico io.
Una di quelle settimane in cui ti senti straniero, che parli una lingua sconosciuta che nessuno comprende, che dici scusami? e gli atri capiscono un insulto e si offendono, che chiami le persone con il nome sbagliato, che tutto quello che dici ti torna indietro come un boomerang, ma amplificato e distorto. Che ti capita tutto e il contrario di tutto.
Ed alla fine ti ci mandano, fuori dai fogli, come dico io.
E così, fedele alla Legge di Murphy, è arrivata.
Ero in auto, e stavo per recarmi a presentare un progetto in un'altra città.
Vestivo la mia uniforme "da ingegnere", che vuol dire aspetto sobrio, valigetta The bridge e scarpette da running sempre e comunque.
Stavo ripassandomi mentalmente le cose da dire. Eravamo oramai arrivati a destinazione. All'improvviso lo squillo, stranamente sinistro. Un numero non riconosciuto.
Rispondo - Pronto? - vagamente interrogativo.
Dall'altra parte una voce femminile, informale, leggermente petulante. Si sente che è abituata a fare tante telefonate come la mia, tant'è che sulle prime penso ad una chiamata da un Call Center di un'assicurazione, o qualcos'altro.
"Il signor .....Dreaming?" - Sì - rispondo, sempre più esitante ed inquieto.
Sento il suo respiro. Prende il fiato e, subito dopo, parte a manetta.
"Buongiorno, qui è l'Ospedale di B.... Le confermo che il suo intervento al tendine è stato programmato per il diciannove di febbraio. Dovrà trovarsi entro le sette e trenta del mattino. Dovrà presentarsi a digiuno. Prima però dovrà fare gli esami del sangue e incontrare l'anestesista che verrà programmato il....."
Per un attimo non capisco: ma di cosa mi sta parlando questa? ma non doveva parlarmi di una nuova assicurazione? o di un contratto telefonico vantaggiosisssssimo? Ma cosa sta dicendo?
Poi comprendo: L'Intervento!! Al tendine!! Il mio!! Il sinistro!
Cacchio, questi mi operano sul serio!
Piombo nel panico più totale. La mia mente, categoricamente SI RIFIUTA di comprendere ed accettare quello che l'efficientissima voce, dall'altro capo della linea, sta snocciolando con precisione quasi svizzera. Cerco una biro, un pezzo di carta, non riesco a trovarle nelle tasche del cappotto, non riesco neanche a trovare le tasche. Balbetto, sudo anche.
La interrompo. "Scusi, ma non riesco a seguirla". Lei si ferma, interdetta. "Ma lei è ..... ?" - ribatte, ripetendo il mio nome. "Sì, sono io, ma guardi adesso non riesco a segnarmi le cose, non ho una biro, non ho un pezzo di carta, forse non ho neanche le mani, ho il suo numero, la richiamo io più tardi. E metto giù.
Silenzio. Il silenzio più bello del mondo, dopo tutte quelle parole. Mi sento respirare con affanno.
Mi volto, di fianco a me c'è il mio socio, che stava guidando e si è fermato subito. Tiene in mano un pezzo di carta e una biro. Mi sta guardando - Sei pallido - mi dice, con un mezzo sorrriso.
Dio che spavento - ribatto. Una telefonata così, informale, precisa, senza neanche un mezzo sorriso accennato, che so, un velo di preparazione, un minimo di comprensione, ecco. - La telefonata, l'intervento, mi vogliono operare - gli dico.
"L'avevo immaginato" mi risponde, riponendo la biro. "Dovevi aspettartela, prima o poi".
Già,dovevo aspettarmela. Ma facevo affidamento sui tanto sbandierati tempi lunghi della malasanità italiana. Vatti a fidare.
E poi comìè possibile? Ho anche ripreso a correre, non dimentichiamolo. Corro piano ma corro, ho ufficialmente ricominciato. E il tendine è sì gonfio, ma non fa neanche male. E devo ancora fare una visita dal mio luminare, magari mi dice che possiamo sospendere la prenotazione.
Gli telefono subito e gli dico tutto. E' contento - ottimo, ottimo - risponde.
Di rinunciare a farmi operare però non se ne parla. Mi dice che ormai il mio tendine non aspetta altro - Stai tranquillo, vieni qua il quattro che parliamo e ti spiego tutto - mi dice, cercando di rassicurarmi. Non ci riesce.
La sera, poi, tornato in studio, con la confusione in testa, ho finito di lavorare tardi, alla fine. Verso le nove. Ma alle otto avevo gente a cena, e alle nove e mezza avrei anche dovuto presenziare alla riunione di condominio, che si teneva.. da me. Nevicava con fiocchi giganti che si posavano leggeri e silenziosi su un manto già bianco. Salgo in auto, presagendo già i commenti irosi una volta arrivato a casa... quando uno i guai se li va a cercare; metto la chiave nel cruscotto, giro e... niente. L'auto non parte.
E mi trovo alla fine di una giornata di.... sì, quella cosa fumante lì, a trenta km da mia figlia, solo, sotto la neve. Scomodo un paio di santi e poi, penso di andare a casa a passo di corsa; alla fine, saggiamente, riesco a rimediare un'auto da un amico, e con quella torno finalmente a casa, al coperto ed ai baci preoccupati della mia bimba. Anche il ringhio della consorte si è ridotto ad un brontolio sommesso, si vede che riesce anche lei a capire che, forse, oggi è meglio di no.
E così mi opero, gente.
Il diciannove, nel reparto di chirurgia ortopedica di un ospedale lombardo il signor blogger D&R (in incognito per sfuggire ai fans :-), verrà operato al tendine d'achille.
Spero almeno che anche il chirurgo sia un fan di Scrubs. Sai le risate!
E subito dopo ricomincerò, di nuovo. Ricomincerò come dopo che sono stato operato al ginocchio, che mai avrei pensato di non zoppicare più, figuriamoci poter riprendere a correre, fantascienza. Ricomincerò con la fisioterapia ed il dolore, con lo stringere i denti e la voglia di andare avanti, sempre e comunque.
Spero almeno che anche il chirurgo sia un fan di Scrubs. Sai le risate!
E subito dopo ricomincerò, di nuovo. Ricomincerò come dopo che sono stato operato al ginocchio, che mai avrei pensato di non zoppicare più, figuriamoci poter riprendere a correre, fantascienza. Ricomincerò con la fisioterapia ed il dolore, con lo stringere i denti e la voglia di andare avanti, sempre e comunque.
Ricomincerò ancora, ma so che, anche questa volta posso farcela. Lo so molto bene.
Anzi, faccio di più: mi pongo degli obiettivi. E, scusate se poco, dei Signori obiettivi, mica pizza e fichi.
Il primo, aprile 2011: Maratona di Parigi: qualcuno si aggrega??
Il secondo, molto prima: il Gran Paradiso, che ci manca. Serve a far fiato. Ed a respirarmi, trovarmi, a guardare lontano con occhi sereni.
Il terzo, quando sarà, forse settembre 2010, forse più avanti, Il Cervino, per la via normale, perchè le montagne aspettano, ma questa mi sa che ha già aspettato fin troppo, vero Renè?
Nel frattempo continuo a prepararmi. Continuo a correre, a tenermi in allenamento, a pensare ed a scrivere. A respirare, a vivere. Felice di poterlo fare.
Sì, felice. Nonostante tutto, le giornate o le settimane storte. Le macchine si aggiustano, le divergenze si chiariscono. Ed i tendini si aggiustano. Basta volerle le cose. Non ci sono limiti. La vita è troppo breve per porseli.
Ed ho diciotto giorni ancora, diciotto lunghissimi giorni da non sprecare, prima della forzata immobilità, che spero sarà brevissima; una parentesi, alla fine. Diciotto giorni per prendere la rincorsa e fare il pieno.
E poi mi sono già premunito checcredete; un portatile ed una connessione veloce e sarò in grado di torturarvi anche dal mio letto di convalescenza. E, per chi ne avrà voglia vi metterò al corrente sia delle sofferenze sia dei progressi, fino alla prossima sgambata nel Parco, che ancora non so quando sarà. Seguitemi, ne avrete voglia, se non vi annoierò troppo, se vi piacerò.
Sì, mi sorprende ancora che ci sia chi mi legge; con tutti quelli che sanno scrivere bene, ma bene sul serio, mi meraviglia che ci siano persone si complimentano con me, per come scrivo, che addirittura si segnino tra i miei sostenitori - (all'Alieno, a Valentina e a the Yogi: Benvenuti!!). Mi sorprende che qualcuno capiti su queste pagine addirittura da San Antonio, Texas o più semplicemente da Gonnosfanàdiga, in Sardegna, paese di cui, confesso, ignoravo addirittura l'esistenza.
Bello, se ci pensi.
Nel frattempo continuo a prepararmi. Continuo a correre, a tenermi in allenamento, a pensare ed a scrivere. A respirare, a vivere. Felice di poterlo fare.
Sì, felice. Nonostante tutto, le giornate o le settimane storte. Le macchine si aggiustano, le divergenze si chiariscono. Ed i tendini si aggiustano. Basta volerle le cose. Non ci sono limiti. La vita è troppo breve per porseli.
Ed ho diciotto giorni ancora, diciotto lunghissimi giorni da non sprecare, prima della forzata immobilità, che spero sarà brevissima; una parentesi, alla fine. Diciotto giorni per prendere la rincorsa e fare il pieno.
E poi mi sono già premunito checcredete; un portatile ed una connessione veloce e sarò in grado di torturarvi anche dal mio letto di convalescenza. E, per chi ne avrà voglia vi metterò al corrente sia delle sofferenze sia dei progressi, fino alla prossima sgambata nel Parco, che ancora non so quando sarà. Seguitemi, ne avrete voglia, se non vi annoierò troppo, se vi piacerò.
Sì, mi sorprende ancora che ci sia chi mi legge; con tutti quelli che sanno scrivere bene, ma bene sul serio, mi meraviglia che ci siano persone si complimentano con me, per come scrivo, che addirittura si segnino tra i miei sostenitori - (all'Alieno, a Valentina e a the Yogi: Benvenuti!!). Mi sorprende che qualcuno capiti su queste pagine addirittura da San Antonio, Texas o più semplicemente da Gonnosfanàdiga, in Sardegna, paese di cui, confesso, ignoravo addirittura l'esistenza.
Bello, se ci pensi.
In bocca al lupo per l'operazione!
RispondiEliminaBeh...è una bella cosa che ti rimettano a posto. Prima dell'operazione, giuro che ti invio l'analisi grafologica. Chiedo venia per il ritardo. Un caro saluto. Bruno
un GRANDISSIMO in bocca al lupo per il 19 febbraio!
RispondiEliminada lì in poi, l'augurio di una nuova vita podistica, ricca di soddisfazioni ;-)
... niente male gli obiettivi che ti sei già dato!!
Le operazioni sono un bel punto e akkapo nella vita degli "esseri umani" ... spesso ti mettono davanti a quello CHE DAVVERO CONTA IN QUESTA VITA e a quello CHE SI VUOLE ESSERE!
RispondiEliminap.s.: dai che entro il 19 febbraio magari succede uno scandalo nell'Ospedale di B.... e ti rimandano l'operazione ...però poi addio MARATONA del 2011 a Parigi, ti restano "pizza e fichi"!!!
****
ancora ancora fosse "pizza e fike"
io sicuramente avrò voglia di essere messa al corrente dei tuoi progressi... in bocca al lupo per il 19. stai sereno!!
RispondiEliminaChe dire...a parte il saluto e in bocca al lupo....
RispondiEliminaaspetterò con ansia i post...anzi la cronaca...
Maratona Parigi...:))...
...ma sai prima...cronache che devi raccontarci...cominciando da...il tuo letto di convalescenza.
Ciao...e ti farò visita ...:))
Vania
Intanto Buona giornata....
RispondiEliminasiamo giunti a questa chiamata necessaria per rimetterti in piena forma, quindi da affrontare con tutta la serenità che merita visto che è il sistema migliore per rimetterti in pista e raggiungere gli obiettivi prefissati che mi sembrano notevoli.
In bocca al lupo, magari se riesco prima del del 19 febbraio vengo a farti gli auguri di persona....per adesso un abbraccio
decisamente sono più a mio agio con i colori, ma una cosa vorrei dirla: visto che nulla accade per caso tanto vale trovarne il lato positivo.... ;)
RispondiEliminaAndrà tutto bene, vedrai. A quelli col cardiofrequenzimetro va sempre tutto bene.
RispondiEliminaEsagerato, il progetto di scalare una montagna dopo un intervento mi pare più consono a operazioni un tantinello più impegnative... a un amico mio il tendine che ti operi tu gli è completamente saltato durante una partita di basket, altro che gonfio o zoppo lui non poteva più camminare. 2 mesi dopo l'operazione e stava già tutto a posto, non farti le paranoie!
RispondiEliminaSimone
@Tutti: Scusatemi per la prolungata assenza e Grazie, veramente di cuore!
RispondiElimina@Simone, sì, forse hai ragione, ma primo il mio anno di nascita è... beh, lasciamo perdere e secondo sono due salite che son lì che mi aspettano da troppo tempo.
Questa mi sembra l'occasione giusta per dare un senso alle cose :-)
Ancora grazie!
D&R
Sì hai ragione.
RispondiEliminami ci ritrovo.
ho appena mandato via un fax al contario e uno al tel del centralino anziché al n. di fax.
ok
ora mi calmo e respiro. tu però non lasciarmi la mano
@Tranquilla. La mano è qui, anche se... è leggermente unta e ci sono tracce di impanatura :-)
RispondiEliminaStai serena, che è un gioco da ragazzi. E ricorda che hai un appuntamento con le mie montagne. Loro sanno aspettare.
Anch'io, tutto sommato.