Li conto da sempre, da quando ho memoria, che volete, sarò malato, li conto per tenere allenata la mente, per giocare con i numeri, che mi diverto e passo il tempo. Li conto quando, ad esempio sono in auto, da solo, e magari mancano, che so, duecentoquarantatre chilometri per tornare, e so che se mai rispettassi i limiti vuol dire che ci metterei un'ora e cinquantadue minuti, ecco più o meno sì, e se invece li supero appena appena, ma appena sotto la velocità del suono, dicono alcuni, allora vuol dire che di ore ce ne metto sempre una, ma i minuti diventano solo più ventotto, sempre minuto più, minuto meno. E questo vuol dire, che so, passare almeno mezz'ora a giocare con la mia bimba, mentre altrimenti, magari, la troverei beatamente adormentata, ed oltretutto nel lettone, cosicchè mi tocca dormire nel letto in legno rosa, con la scala per salire e lo scivolo sotto la torre per scendere, con tutte quelle stelle foforescenti appiccicate al soffitto, che mi perdo a guardarle, ed a sperare di vedere qualche Leonide di passaggio, che questa è la stagione, e che qualche desiderio, frugando in tasca, mi sa che me lo trovo ancora.
E quindi poi me li riconto a mente, che se adesso sono le diciannove e trentanove più un'ora e ventotto quanto fa, allora nove più otto fa diciassette, l'uno me lo appiccico sul vetro davanti, proprio sopra la striscia del guardrail e scrivo idealmente il sette sullo specchietto retrovisore e tre e due cinque, prendo l'uno e diventa sei, che vuol dire uno scatto dell'ora, ecco ci sono, metterò la macchina in garage alle ventuno e zerosette. E che se poi giro la chiavetta e sono magari, che so, le venti e cinquantadue vuol dire che o ho sbagliato i conti o che la strada era sgombra, ed i miei pensieri vagavano leggeri.
E mi dicono che ti capiterà, prima o poi, che ti levano talmente tanti punti che dovrai ricominciare con il triciclo a pedali e poi la bicicletta con le rotelle e poi tutta la trafila solo che a quel punto la patente non te la daranno più per sopraggiunti limiti d'età.
Ma attenzione. Primo, io difficilmente alla guida mi distraggo: penso, sì, quello è vero, ma sto attento. E le cinture le metto sempre, e da tempi non sospetti, non tengo il cellulare in mano, mai, che lì basta un attimo e sono dolori, faccio attenzione sempre. E la mia auto mi accompagna sicura, tutto sommato ronfando tranquilla, che di cavalli ne ha a sufficienza da farsi spremere ancora un pò di pù, all'occorrenza. E secondo, in questo ci ho più culo che anima.
E poi conto i minuti anche quando corro ma a piedi, che questo è un tasto dolente, perchè il mio tendine non collabora proprio. E tutta la fatica, tutti i soldi spesi ed il dolore subito in terapie si sono frantumati nella prima delle tre corsette che mi erano state concesse: venti minuti a un ritmo da pensionato son bastate per ritrovarmelo tutto gonfio e dolorante. E il medico che ha aiutato una marea di runners, oltre ad atleti di vario genere e valore l'altro giorno scuoteva la testa, dicendomi che era una ricaduta e che non sapeva proprio cosa dirmi. Che faccio taglio? Ma sì, taglia.
A me, che oggi, con un lungo finesettimana davanti, e che sono duemilaquaranta minuti, fino alla mezzanotte di domenica, e a ritrovare il ritmo e ricominciare fino alla prima parola di lunedì ci saranno altre nove ore circa che sono altri cinquecentoquaranta minuti più gli altri fa duemilacinquecentottanta minuti, a me dicevo, anzi a me mi, manca correre, in maniera spasmodica, innaturale, fisica, e che se dovessi non dare ascolto a questo tendine malato incomincerei a correre adesso in questo momento, con il mio cappellino nero, gli occhiali da sole e le mie Saucony, con il lettore con dentro gli ultimi brani che ho messo e che mi fanno allungare il passo. E non mi fermerei, dopo venti minuti e bada a non forzare, correrei a perdifiato, fino a sentirne il benefico effetto in ogni parte del corpo, dalla punta delle ciglia ai piedi. Probabilmente riaprendo gli occhi, sarei arrivato fino a Mondovì, oggi.
Ma il tempo conta anche lui, subdolo, e gira a rovescio, e pian piano, che neanche te ne accorgi dai che almeno una decina di minuti son già svaniti, sciolti, liquefatti, e prima che te ne renda conto si frantumeranno anche gli altri, sul muro delle cose da fare, dei lavori da ultimare, delle sorprese da inventare. E a un certo punto scopri di aver sbagliato qualcosa, nei tuoi conti, perchè se prima duemilaepassaminuti sembravano un'eternità, scopri che sono un'inezia, un gioco fatto di niente, una favola inventata per tua figlia ed una passeggiata con lei a guardare i colori delle foglie che cadono, che in questa stagione li vedo abbastanza annch'io.
E allora datemente ancora, minuti così: datemene a raffica. Minuti d'attesa, minuti di qualcosa che ti scalda dentro e che non passa. Minuti che precederanno altri minuti ed altri minuti ancora. E li userò tutti, non ne sprecherò neanche uno. Per fare cosa non so, deciderò man mano. Ho così tante cose da fare, a cominciare dai miei fogli con troppi punti esclamativi che significano che la consegna è diventata più che urgente.
Magari ci scriverò su un post.
Ma il tempo conta anche lui, subdolo, e gira a rovescio, e pian piano, che neanche te ne accorgi dai che almeno una decina di minuti son già svaniti, sciolti, liquefatti, e prima che te ne renda conto si frantumeranno anche gli altri, sul muro delle cose da fare, dei lavori da ultimare, delle sorprese da inventare. E a un certo punto scopri di aver sbagliato qualcosa, nei tuoi conti, perchè se prima duemilaepassaminuti sembravano un'eternità, scopri che sono un'inezia, un gioco fatto di niente, una favola inventata per tua figlia ed una passeggiata con lei a guardare i colori delle foglie che cadono, che in questa stagione li vedo abbastanza annch'io.
E allora datemente ancora, minuti così: datemene a raffica. Minuti d'attesa, minuti di qualcosa che ti scalda dentro e che non passa. Minuti che precederanno altri minuti ed altri minuti ancora. E li userò tutti, non ne sprecherò neanche uno. Per fare cosa non so, deciderò man mano. Ho così tante cose da fare, a cominciare dai miei fogli con troppi punti esclamativi che significano che la consegna è diventata più che urgente.
Magari ci scriverò su un post.
Troppi numeri, Fibonacci di cognome?
RispondiElimina@Anonimo: Yesssss
RispondiEliminaD&R
Adoro pensare al tempo, e scriverci dentro...
RispondiEliminabarbara
@Barbara, benvenuta e grazie. E' un bel pensiero.
RispondiEliminaD&R
ps: io scrivo solo con le stilografiche adoro le mie due Montblanc).
RispondiEliminaBarbara (Garlaschelli)
@Barbara: onoratissimo, davvero. Io invece cambio spesso, ma solo perchè sono così belle che usarle tutte insieme non si può. Al momento uso la Serenitè della foto, una meraviglia.
RispondiElimina..i numeri sono come i particolari nella vita.
RispondiEliminaE vai piano in makkina, ke c'è piu TEMPO ke VITA!!
Pura Vida
.. il mio lunedì inizia oggi quà a Babylonya..
ossessivo/compulsivo? Scherzo!!
RispondiEliminaE' un bellissimo post. Anch'io spesso conto e in autostrada sono attentissimo al mio minicomputer di bordo (km fatti, consumi, km che puoi ancora fare...e quando leggo 350, dopo aver fatto 30 euro di benzina, penso già di trovarmi oltre il Brennero...in un paese più civile di questo).
Siamo veramente persone che contano.
A presto!!!
Bruno
@slaymer: proprio perchè c'è tutto questo tempo che non riesco ad andare piano!
RispondiElimina@Bruno: grazie, conforta sapere che non sono il solo, in questo stato; e comunque, così, tanto per sapere, quant'è il costo a seduta per la terapia? :-))
D&R
... :(
RispondiEliminaCaro dreaming, per te che dovresti farti almeno 300 km di autostrada a contare, ricontare, naturalmente la seduta è gratis. Magari una stilo delle tue...
RispondiEliminaOggi ho letto l'altro post e commento qui. Mi sei arrivato come un pugno nello stomaco e una stretta al collo, assieme a una sensazione di rabbia, gioia e lacrime insieme.
Credo che le emozioni attraversino il muro della vita e sono certo che la tua amica è felice della tua dedica.
Ciao! Bruno