martedì 1 settembre 2009

Su le maniche, si riparte

E adesso siamo qui.

Tornati a fissare instupiditi un video ed usando le solite cinque dita sulla tastiera, chissà perchè, tre della mano sinistra e due della destra, nuovamente alla ricerca di qualcosa che non so neanch'io più che cosa sia. E del perchè lo stia cercando. Mistero.

97 mail, quasi tutte puttanate.

Sono passate, le mie due settimane, così in fretta che ne è rimasta solamente la scia profumata del ricordo. Due settimane di fiato di aria vera, di tante cose che volevo fare e sempre di troppo poco tempo per farle. Le mie corse si sono spalmate sui fianchi di qualche montagna e sentir male alle gambe mi ha fatto sentir bene. Ho portato la mia bimba a sfidare il vuoto del ponte tibetano a Claviere, e, nonostante la paura iniziale del vuoto che la intimidiva e grazie anche alla pioggia imprevista, si è proprio divertita, tanto che lei e la sua amica gridavano a suarciagola "Siamo Schumacher!" per far sapere a tutti quanto si muovevano veloci. Lì ho ritrovato movimenti ed abitudini come se non li avessi mai dimenticati ed aiutando il gestore a preparare imbraghi per una comitiva di 12 persone, (tra cui due frati con tanto di saio!), mi sono guadagnato la traversata gratis. Tra montanari ci si intende.

Ho portato finalmente la mia moto dove avevo sempre voluto andare. E l'ho fatto. Con fatica ma l'ho fatto, Dio se era pesante, e con quelle gomme da strada che se non son caduto è un miracolo. Sono finito su, a 3000 metri a sentire l'aria fredda fischiare, a guardare le ferite sporche di quel vecchio ghiacciaio, che l'ultima volta che ci ero andato probabilmente era con mio padre e nessuno avrebbe mai pensato che quella era la nostra "ultima volta insieme". Sempre in moto sono andato in cima da tutt'altra parte, ed anche lì, circondato dalle nebbie che mi separavano dal mondo, mi son ricordato di quando c'eravamo andati noi due soli, e dell'incontro con quel cervo maestoso che a momenti ci correva dritto in bocca, e dell'altro, meno piacevole con quella vipera, grossa e molto meno maestosa.

I ricordi del tempo, fresco come una carezza dimenticata, passato insieme a mio padre mi accompagnano, affiorano improvvisi, si nascondono e si rivelano dietro ad un albero, sotto un sasso, proprio al di là di una cima. E a trovarlo in cimitero ci sono andato una volta sola, ma non ne sentivo troppo bisogno, almeno io, fermo per pochi secondi davanti ad una lapide, che quello non è certo mio padre. Chissà lui.

E poi ho portato la mia Ciccia al maneggio perchè le piace andare a cavallo. L'ho portata lì, dove per la prima volta, anche qui, ce l'aveva portata proprio lui. E forse la foto in cui mia figlia ha l'espressione di felicità più assoluta è stata scattata mentre lei era su uno di quei cavalli.

Poi altre corse. Altre corse avanti ed indietro in Valle Stretta, sul lungo pianoro con l'ampia distesa dei ghiaioni che scendono dai Re Magi ela sagoma frastagliata dei Serous di fronte, a sorpassare i lenti gitanti con zaino maglioni e scarponi, io che già alle 8 del mattino, cappellino, maglietta occhiali e.. già lo sapete. Passando a fianco della parete dei militi mi son fermato un paio di volte a mettere le mani sia su Albatros sia su Tomahwak. Sulla prima ho provato anche un paio di prese, da solo.

E ancora il lago Verde ed i suoi riflessi di muschio, con la pietraia disordinata che ci finisce dentro e le poche trote che nuotano placide tra i vecchi tronchi affogati. Ho corso molto più in Valle Stretta che alla Decauville, ma solo perchè sulle pendici dello Jafferau, alle 8 del mattino, tutta la parete è ancora in ombra e fa un freddo cane. In Valle Stretta invece, il sole ti scalda in maniera discreta, e non c'è ancora la fiumana di gente che trovi di lì a qualche ora. Arrivavo, parcheggiavo la mia fida Transalp subito dopo i ripidi tornanti, e poi via, su fino al pian della Fonderia. Avanti ed indietro. Il silenzio e l'ambiente che mi circondavano erano così perfetti che ad un certo punto non ho più avuto bisogno di isolarmi con cuffia ed occhialini. Lungo i 5700 metri della Decauville ci sono andato qualche volta nel pomeriggio, con la mia Ciccia a farmi da battistrada mentre pedalava spensierata in mountain bike.
E l'immancabile gita a Briançon, a guardare sempre gli stessi negozi di minerali e monili incastrati nella strada in discesa con i profumi della lavanda e la mia bimba che giocando con l'acqua che scorre nel canale nel mezzo della strada finisce immancabilmente che ci mette un piede dentro, ed i peluche delle marmotte che fischiano in continuazione (anche perché mia figlia muoveva velocemente le braccia su e giù fino a farli fischiare proprio tutti), ed è quasi superfluo ricordare quante volte mi ci ha portato lui, ed in quale ristorante si trovava bene, ed in quale negozio invece se ne è andato perché era bastato un "Ah, les italiens...". Ritornare dal Colle della Scala e sentire mia figlia raccontare con orgoglio alle sue amiche che quella strada, quei ripidi tornanti che scendono veloci e ci riportano in Italia, l'aveva tracciata proprio lui, quel suo nonno preferito, da un senso di calore che per un attimo si irradia dal cuore tutto intorno.
E un poco mi sono curato anche il nostro giardino, con la calma dei gesti lenti che serve per fare le cose come vanno fatte: ho potato le rose, tagliato la siepe e fatto un pò di ordine e di pulizia. Qui i ricordi sono vivi, quasi solidi, basta allungare una mano ed eccoli lì, pronti da prendere con la mano come un frutto su di un albero, e non c'è angolo della nostra casa o del giardino che non porti la sua impronta. Dire quanto manchi a tutti ed a me in particolare è superfluo, almeno per come la penso io. Oggi sarebbe stato il suo settantasettesimo compleanno. E sono già cinque anni che non lo festeggiamo più insieme, che ho dovuto crescere da solo e per forza. Auguri papà.

Ed ora son tornato. La mia moto è rimasta su, un pò malata e necessita di un check-up generale, come me peraltro, ma adesso un paio di controllini mi sa che è proprio arrivato il tempo di farli, forse.. Intanto per adesso mi muovo nervosamente in auto.

Il taccuino non ho proprio avuto modo di usarlo, me ne è mancato il tempo. Tante idee e molte emozioni me le sono impresse nella mente per metterle giù appena tornato ma tante altre sono svanite nel niente, spinte nel baratro delle cose dimenticate da quelle nuove che prendevano il sopravvento. Ho letto, ma non tanto.

Lo studio mi ha accolto con un dicreto tripudio di rose nuove, l'erba era nuovamente da tagliare e qualche pianta, chissà perchè, si è improvvisamente seccata. Le ortensie han bisogno di fertilizzante, così come la pianta dei limoni. L'ibisco è alto un chilometro e la verbena sta soffocando le roselline. Il benjamin piano piano sta riprendendo le sue foglie, sotto alla vite con i grappoli già scuri. Un ragno dalle zampe lunghe si era costruito praticamente una ragnatela a sei piazze in bagno, e stamattina l'ho dovuto cacciare. Ieri anche il server, preso in contropiede dal massiccio ritorno, ha improvvisamente dato forfait facendomi passare un'oretta decisamente di cacca.

Ed oggi ho intenzione di ritrovare il mio parco, la mia abitudine da città. Qui mi sa che avrò bisogno di nuovo dei miei simulacri, per chiudermi nell'aria di montagna che, un poco, mi è rimasta ancora addosso.

Vai con la giostra, che inizia un altro giro.

6 commenti:

  1. Dire quanto manchi a tutti ed a me in particolare è superfluo, almeno per come la penso io. Oggi sarebbe stato il suo settantasettesimo compleanno. E sono già cinque anni che non lo festeggiamo più insieme, che ho dovuto crescere da solo e per forza. Auguri papà.
    Ed ora son tornato. La mia moto è rimasta su, un pò malata e necessita di un check-up generale, come me peraltro, ma adesso un paio di controllini mi sa che è proprio arrivato il tempo di farli, forse.. Intanto per adesso mi muovo nervosamente in auto

    ...sono parole ke lasciano il segno, sono parole ke danno l'idea delle sensazioni sulla pelle ... secondo me dovrei "regalarti" una giornata tutta per Te ad andare a ritirarti la moto su in montagna ..se hai bisogno ti accompagno volentieri con Mallory...altrimenti gli amici a ke servono :P!! (..senza fretta, respirando il paesaggio..e ovviamente in settimana!!)

    Pura Vida

    letto il nostro ultimo motogiro in ValTrompia?
    http://buelltouring.wordpress.com/

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  2. Ciao, ben tornato mancavano i tuoi scritti, sono daccordo con slaymer sono parole toccanti, ricordati però che le persone che non ci sono più rimangono accanto a noi più di quanto pensiamo..... comunque buona ripresa!!

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  3. @Slaymer, grazie mille. Una giornata tutta per me forse è chiedere troppo.
    Certo che ho letto del vostro giro, adesso come stai? E la moto in che condizioni è? Sentiamoci.

    @Mati: grazie, gentile e carina come sempre.
    D&R

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  4. todo bien

    l'umore è alto....i miei lividi passati :P ..e alcuni pezzi di ricambio in arrivo :D ...cmq non mi son fermato, AUTISTIKO continuo con MOTO!!!

    Pura Vida ..un abbraccio!

    p.s.: ...cmq tutta la giornata no, ma partendo da Turin per le 10:37 e tornando alle 17:43 si potrebbe anke fare ..no?!?

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  5. Mio padre avrebbe compiuto ieri 81 anni... e invece ce lo ricorderemo sempre giovane.

    Quanto mi manca non ne hai un'idea.

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  6. @Diemme: Sì. Ogni tanto viene la mancanza viene fuori improvvisa ed è quasi dolorosa.
    Senza quasi.

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