mercoledì 5 maggio 2010

La ragazza dal nome diverso

Gliel'avevo dato io. Coniato di fresco.
Era un nome speciale, suo, solo suo, nessuno al mondo ce l'aveva uguale, nemmeno simile. Non era nè un nomignolo nè un vezzeggiativo. Come il nome di un albero o di un animale. La identificava, la distingueva. Era lei come lo erano quella cascata di parole, la furia che le prendeva se doveva scrivere, i capelli lunghissimi, le risate buttate per le strade ed il passo deciso. E lei con me, lo esibiva, orgogliosa.
Solo io la chiamavo così. E solo con me lo usava, se lo buttava addosso con disilvoltura, come una sciarpa di cotone leggero.
Facevo fatica ad usare il suo nome di battesimo, anzi non lo usai per così tanto tempo che alla fine me lo dimenticai completamente, e lei per me.
Mi rispondeva se la chiamavo come se quello fosse il suo solo nome e  si firmava sempre siglando con le prime due lettere, quando mi scriveva, quando mi lasciava un post-it veloce, un saluto frettoloso dentro il cupolino della moto.
Studiavamo insieme, sempre, anche se preparavamo esami diversi, stuzzicandoci ed interrogandoci a vicenda. Lo spazio antistante al Museo del mare a quei tempi era la nostra giostra, dove giravano i nostri progetti comuni, il nostro giardino privato. Nostre le pozzanghere di acqua salata nelle mattinate fresche dopo i temporali della notte, nostra la focaccia caldissima da rubarsi l'un l'altro scottandosi le dita, nostri il vento teso ed i gabbiani che ci nuotavano dentro tra nuvole rabbiose.
Genova Principe, 8.27.
Si lasciava scendere dal treno tutte le mattine, un salto leggero prima ancora che questo si arrestasse completamente. Mi cercava al di sopra dei suoi occhiali, in punta di piedi, e sorrideva, quando alzavo il casco per farmi riconoscere nella massa di gente che si recava al lavoro.
Ed in un attimo era lì, a pretendere la quotidiana focaccia calda ed il passaggio in moto, tra il traffico pigro e caotico di motorini della sopraelevata. 
Era un tripudio di braccialetti e giornali del mattino, sorrisi e cose nuove da raccontarmi.

Ed ogni giorno era di sole.

La chiamavo.....

[continua ]

D&Z
[Eccezionalmente, solo per oggi, Dreaming and Zapping]

12 commenti:

  1. ...e no...così...non si fà...grrrrr.....:( !!!!

    comunque è proprio bella questa storia...e aspetto ansiosa il seguito...:)
    attento....sai...che ti tengo d'occhio...!!!:)
    muoviti...CORRIIIIIIIIII a fare il seguito...sei o non sei un Run.... !!!????? :))))
    ciaoo Vania

    RispondiElimina
  2. .............quanta dolcezza racchiude questo racconto!
    come stai le attività fisiche del tuo ginocchio riprendono?

    RispondiElimina
  3. @Vania, corro, corro (magari!!!) ma qui ultimamente pretendono anche che lavori!
    @mjaVale: Grazie, il seguito... poi :-)
    @Mati: Le attività procedono solo con l'autofisioterapia, niente nuoto questa settimana e di corsa non se ne parla ancora; tu?
    D&R

    RispondiElimina
  4. ...allora...ti perdono...:)
    ciaoooo Vania

    RispondiElimina
  5. ..bella storiella, e sempre gagliarda Genova!
    Domani ci passo, mentre andrò alla sagra del pesce di Camogli :D ...PuraVida!!!

    RispondiElimina
  6. Confermo, i tuoi counter non funzionano.

    RispondiElimina
  7. Hy D&R
    when U arriving in Saint Tropez? We waiting to make a long party ... I don't see your boat!!!
    ..
    C.H.

    RispondiElimina
  8. @buelltouring: e allora 'ste foto?
    @Anonimo: storditi, esattamente come il proprietario :-)
    @Carl Hirschmann: ?????????????
    @Vania: sì, tutto ok... Anzi, per la verità no. Non corro, non nuoto, non scrivo... Un periodo solo lavoro lavoro, lavoro!!!!. Recupero, appena posso!

    D&R

    RispondiElimina
  9. Beh, io questo brano lo chiamerei poesia.

    C'è chi pensa di scrivere poesie perché ogni tre parole va a capo, e c'è chi pensa di scrivere in prosa, mentre ogni parola vibra di poesia.

    E la prima, di vibrazione che mi ha colpito, di immagine che solo poetica si può definire, è "E solo con me lo usava, se lo buttava addosso con disilvoltura, come una sciarpa di cotone leggero".

    Beh, che avete da dire? Ognuno ha i suoi brividi ;)

    RispondiElimina