tag:blogger.com,1999:blog-56295291673755744472024-03-12T23:53:39.294+01:00dreaming and running.
.
.
.
L'unico vero rischio nella vita è non correre nessun rischio" [by Slaymer]Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.comBlogger219125tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-49990085707708460092024-03-02T09:00:00.370+01:002024-03-02T09:00:00.346+01:00Tu non lo sai<p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;"> Q</span><span style="color: #800180; font-family: verdana;">uando ti sveglierai q</span><span style="color: #800180; font-family: verdana;">uesta mattina rimarrai un pochino delusa, lo so. Che diamine, è sabato, è il giorno del tuo compleanno e tuo padre, </span><span style="color: #800180; font-family: verdana;">come suo solito,</span><span style="color: #800180; font-family: verdana;"> sarà gia partito presto per andare a lavorare. Senza lasciarti, che so, un biglietto d'auguri sul cuscino, un fiore sul tavolo accanto alla colazione. Che poi c'era per forza bisogno di lavorare anche</span><span style="color: #800180; font-family: verdana;"> </span><span style="color: #800180; font-family: verdana;">oggi?</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">Quello che ancora non sai è che questo sarà un giorno speciale, che non dimenticherai. <br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">Quello che non sai è che questo giorno, lui, quell'insensibile, invece se lo sta preparando da tempo. Con meticolosità, con precisione, da ingegnere, oserei dire. Perché tempo addietro se lo è immaginato, questo giorno qua, e nell'ultimo mese si è dato da fare per far sì che tutto si svolgesse esattamente come lo aveva pensato.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">Sei la sua bimba grande, oggi è un anno in più, ventiquattro, volati, vissuti, passati insieme. Ventiquattro anni in cui lui ti ha tenuto prima tra le braccia, poi per mano, fino a che ti sei staccata e ha cominciato a vederti incamminare nella tua vita, un po' tentennante all'inizio, poi sempre più decisa. Lui è sempre stato lì, a due dita dal cuore, pronto a prenderti al volo nel caso di uno scivolone improvviso, di un attimo di esitazione. Ed all'amore incondizionato che un padre ha nel proprio DNA si è aggiunta, nel tempo, una stima per quello che sei e che vuoi diventare. Non è sempre stato tutto bello, non è sempre stato tutto facile. Ma </span><span style="color: #800180; font-family: verdana;">hai già vinto.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">Hai attraversato il percorso della triennale con una naturalezza disarmante e quest'anno terminerai la magistrale. Hai fatto ciò che dovevi fare, con lucida</span><span style="color: #800180; font-family: verdana;"> razionalità</span><span style="color: #800180; font-family: verdana;">, facendo sembrare tutto dannatamente semplice e gestendo nel contempo mille altri impegni, non ultimo la realizzazione del carro del tuo borgo per il famosissimo carnevale di BucodiculoPlace, che ti ha visto, nei mesi appena passati, rientrare a casa quasi tutti i giorni dopo le due di notte, sorridente, piena di trucioli, scottature da colla a caldo e macchie di vernice sui vestiti e sul naso. E per inciso </span><span style="color: #800180; font-family: verdana;">avete stravinto, </span><span style="color: #800180; font-family: verdana;">con un carro che riusciva a stento a contenere tutte le vostre passioni, l'entusiasmo e l'impegno mischiati alla cartapesta, e tu hai anche portato a casa il premio donna </span><span style="color: #800180; font-family: verdana;">(piccola nota d'orgoglio del papà)</span><span style="color: #800180; font-family: verdana;">. <br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">Non stai ferma </span><span style="color: #800180; font-family: verdana;">mai</span><span style="color: #800180; font-family: verdana;">, ti muovi frenetica, oggi qui, domani all'università, poi in ospedale per il tirocinio, dopo a dare ripetizioni quindi palestra e poi.. "guarda che questa sera ceno fuori". <br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">Ultimamente ti sposti con l'auto di tua madre, tanto a lei fa bene andare un po' a piedi; sappiamo tutti che è una vettura vecchiotta con qualche acciacco e che ha superato da mò i vent'anni ma non ha poi così tanti chilometri alle spalle, anche se un colpo deciso glielo hai dato tu da quando hai preso la patente.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">E un pensiero per una vetturetta tutta tua lo abbiamo anche avuto, lo sai, sarebbe stato bello celebrare così la laurea, ma non si poteva fare, il mutuo, le tante spese, abbiamo dovuto rimandare, ci siamo detti che qualcosa, magari più avanti, poteva arrivare. Forse alla fine del tuo percorso universitario, chi lo sa. <br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">Che poi tu, con la tua testa, hai anche la tua idea bella precisa, che mi dici sempre "a me va bene tutto, ma se me lo chiedi sai che mi piace quel modello lì e solo quello, bianca con il tettuccio nero".</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">Tu lo sai che quell'auto lì costa uno sproposito, e che non si può, che sarebbe una follia. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">Quello che però non sai è che il tuo papà, incasinato, indaffarato, sempre in ritardo, è campione olimpionico di follie. </span><span style="color: #800180; font-family: verdana;">Lo
hai visto stanco, spesso. Lo hai visto assente, qualche volta. Lo hai
visto rincasare molto tardi troppe sere. Perdonalo. Per lui ne è valsa la
pena mille volte.</span><span style="color: #800180; font-family: verdana;"> Perché sono mesi che, andando in studio anche la domenica, lavoro dopo lavoro, ha messo da parte un piccolo gruzzoletto. <br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">E poi, dopo ricerche su ricerche, un mese fa tuo padre l'ha finalmente trovata quella macchina lì, spiccicata a quella dei tuoi sogni, bianca con il tetto nero. Pochi chilometri, quasi nuova, perfetta. Costava un sacchissimo. <br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">Quello che non sai è che, complice un progetto presso una concessionaria del gruppo,</span><span style="color: #800180; font-family: verdana;"> se l'è fatta portare nel punto vendita più vicino,</span><span style="color: #800180; font-family: verdana;"> è diventato il migliore amico del commerciale, lo ha intortato con mille e mille richieste di sconto. Ha anche provato a tirar fuori la sua espressione da sufficienza per tirare sul prezzo pur se con poco successo, perché la macchina era proprio quella, uguale a quella che desideravi, bellissima, e lui non poteva trattenersi dal sorridere di rimando, pensando a come sarebbe stato bello il tuo, di sorriso. <br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">Alla fine lo ha preso per stanchezza. Il prezzo, seppur alto, è diventato più abbordabile. In cambio il tuo papà dovrà progettare altre tre concessionarie dietro compenso di una manciata di rubli, ma non gli importa. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">Poi però, il piano era solo a metà del suo compimento. Perché lo stupore, l'emozione dell'inaspettato, quello è veramente impagabile. E allora con discrezione ha contattato una tua amica dell'università, che quando ha capito cosa aveva intenzione di fare gli ha mandato in risposta il messaggio </span><span style="color: #800180; font-family: verdana;">"E' proprio quella che voleva" </span><span style="color: #800180; font-family: verdana;">pieno di faccine con i cuoricini. Lei a sua volta si è occupata di riunire gli altri tuoi amici, ed insieme questa sera, quasi per caso, ti inviteranno a prendere un aperitivo in quel locale che ti piace tanto, proprio sotto la Basilica di Superga. E tu ci andrai, magari pensando che tanto tuo padre di sabato non c'è mai. <br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">Poco dopo, tutti insieme, come per scherzo, ti condurranno fuori, rigorosamente bendata. Spalle alla chiesa con la cornice di Torino a far da silente spettatore ti libereranno e ti consegneranno qualche regalino, e tu dovrai indovinarne il contenuto, forse ci sarà anche un modellino dell'auto che ti piace, giusto per scherzare. Poi, per ultimo, un pacchetto, elegantemente infiocchettato, al cui interno troverai un portachiavi con su le chiavi di un'auto. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">E lui proprio non riesce immaginare il tuo stupore, l'incanto estatico della sorpresa, la gioia incontenibile della consapevolezza quando a quel punto ti faranno girare su te stessa, fronte alla monumentale scalinata, sotto la quale ti attenderà l'auto nuova luccicante, tua, con un gigantesco fiocco d'ordinanza, rosso, in un turbinio di applausi, fischi e di coriandoli. <br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">Lui non ti vedrà. Si sarà già incamminato </span><span style="color: #800180; font-family: verdana;">lentamente verso casa </span><span style="color: #800180; font-family: verdana;">con l'auto vecchiotta con cui sarai arrivata, magari lancerà un pensiero al ricordo di sua madre e ai vostri nomi così simili, sorriderà ricordando al bene matto che vi siete donate quando il futuro era solo rosa, a quella volta che ti aveva insegnato a saltare nelle pozzanghere, al vostra intesa e a quanto oggi anche lei sarebbe stata fiera e felice per te.<br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">Avrà il cuore traboccante di orgoglio per la figlia splendida che ha, un cuore che in quel momento gli sorriderà così tanto da fargli male, lasciando te alla tua felicità improvvisa per l'auto nuova, proprio quella che volevi tu, bianca con il tettuccio nero, alla vostra bellissima e spumeggiante giovinezza, ai tuoi amici, alle vostre risate ed ai loro festeggiamenti, </span><span style="color: #800180; font-family: verdana;">ai vostri sogni</span><span style="color: #800180; font-family: verdana;">. Loro ti vogliono un mondo di bene. Lui di più.<br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">E tu, tutto questo, non lo sai. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;">Ma adesso sogna ancora, bimba mia.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #800180; font-family: verdana;"> Sempre, tuo Totson.<br /></span></p><p style="text-align: right;"><span style="color: #800180; font-family: trebuchet;">On air <i><a href="https://youtu.be/7ZsTphUP9dM?feature=shared">Sogna ragazzo sogna</a></i></span><span style="color: #800180; font-family: verdana;"></span><br /></p>Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-69719637216028688622024-01-30T14:08:00.004+01:002024-02-01T13:57:01.756+01:00L'Oki<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxmpQ84bxiDXcCz7rCBQfZKOYBxh7FzAqi8wZQtrgviLCR8ZVl7M_Z7ktvzLemNhHxPzo6S7h6E3o3cBAE5ZVpc9Dc-GcEu9GEY7nH3X2kUvY1HN9eJfwS87Q07n9yys9xLPBC_0YAe2e1uMfKTCca5Q1MMpGzomN4vChf0mNRvVdoD2JY6DGAhqsqA00/s2160/LOKI.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1705" data-original-width="2160" height="321" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxmpQ84bxiDXcCz7rCBQfZKOYBxh7FzAqi8wZQtrgviLCR8ZVl7M_Z7ktvzLemNhHxPzo6S7h6E3o3cBAE5ZVpc9Dc-GcEu9GEY7nH3X2kUvY1HN9eJfwS87Q07n9yys9xLPBC_0YAe2e1uMfKTCca5Q1MMpGzomN4vChf0mNRvVdoD2JY6DGAhqsqA00/w406-h321/LOKI.jpeg" width="406" /></a></div><br /></div><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Estate 2022. </span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Un feroce mal di schiena da un mese a questa parte non mi dà tregua, il mio migliore amico del momento è celato dentro due bustine di miracolosa polvere bianca che, disciolte in un bicchiere d'acqua, con quel sentore di menta e fresco, mi concedono una temporanea parentesi da un dolore mordace, insistente, che per il resto della giornata so che non mi abbandonerà. Ho cantieri lontano dal mio studio, Pavia, Modena, luoghi, piazze e storia che avrei voluto scoprire e vivere. Ma uscire dall'auto una volta arrivato è già un'impresa; rientrarci, un paio d'ore dopo, rigido come uno stoccafisso, diventa quasi impossibile. In più di un'occasione ho fatto di necessità virtù, svolgendo il compito di Direttore Lavori disteso, nell'impossibilità di reggermi in piedi o tentare di star seduto. Inutile dire che ho suscitato più di un sopracciglio alzato: avete presente, arrivare in cantiere, chiedere un minimo di comprensione, allungarsi su un tavolo (o in alternativa sul pavimento) e gestire la riunione di cantiere come nulla fosse? Beh, quello sono io, l'ing. D&R in carne, ossa ed ernia del del disco. <br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">La diagnosi infatti già la so, il medico della mutua, quando mi nota in sala d'attesa (ci vado raramente, ma lui sa che quando sono lì è perchè proprio non posso farne a meno), sospira, allarga le braccia e mi spiega che, una buona volta, dovrei dar ragione ai numeri scritti sulla mia carta di identità ed abbandonare tutte le mattane da ragazzino: basta una buona volta con la corsa, addio ad imbrago e scarpette, un bel paltò color anziano e Oppalalà!, a guardar cantieri dall'altra parte della recinzione. "<i>Ai miei tempi mica si lavorava così, sa, giovanotto....</i>".</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Ottenuta l'agognata scorta di antidolorifici e s</span><span style="color: #073763; font-family: verdana;">alutato il dottorino</span><span style="color: #073763; font-family: verdana;"> riprendo la mia giornata, fatta di alzatacce, viaggi, cantieri, viaggi, studio, progetti, litigate, eccetera, tutte condite da quel male persistente ed inframmezzate da parentesi quasi miracolose poco tempo dopo l'assunzione della magica pozione. La notte, (per fortuna è estate), tutto si acquieta dormendo al fresco sul duro del parquet. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Attendo il fine settimana quasi come una liberazione. Rimanere immobile ore intere, senza sentire che qualcosa mi sta azzannando all'altezza del bacino è una goduria; l'assenza di dolore è una sensazione meravigliosa. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">E' estate piena. No so come ma ho anche qualche amico in quel di Bucodiculoplace, autoctoni relativamente fuori dagli schemi che per un motivo ignoto non dico che mi comprendano, ma quantomeno mi sopportano. E la domenica mattina è diventata abitudine, prima che il caldo diventi opprimente, fare quattro passi insieme, lontano dalla desolata cittadina, nelle vicinanze del grande fiume ad ammirarne il placido scorrere, i voli aggraziati degli aironi, a volte, quando siamo fortunati, uno sparuto gruppo di daini, che fugge spaventato non appena ci scorge.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Quest'anno la calura è molto forte, non piove da tempo, e le acque sono insolitamente basse e incredibilmente limpide. Non so come, ma nasce proprio durante una di queste passeggiate mattutine l'idea di provare ad attraversarlo a piedi da sponda a sponda. Del nostro gruppo fa parte Franco, diversamente alto e abile al nuoto come un ferro da stiro, che rappresenta l'elemento sacrificabile ideale per individuare il giusto percorso di guado fino al versante opposto. E così, dopo qualche serata passata a discuterne davanti ad una birra fresca, una domenica di fine luglio, cacciati nello zaino le scarpe e qualcosa per asciugarci una volta arrivati, decidiamo di tentare l'epica impresa. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">L'acqua è effettivamente bassa, fresca, sotto le barche ormeggate placide fanno capolino timidi avannotti; nei punti più profondi arriva a lambirmi l'ombelico, questo significa che Franco deve già tenere la bocca chiusa e le mani in alto per mettere al sicuro lo zaino, tipo soldato americano nelle risaie della guerra del Vietnam. Gli manca l'elmetto con la retina e il fucile, ma l'effetto è lo stesso. Il fiume è calmo, largo, gli alberi sulle rive ci si specchiano, il fondale melmoso tenta di avvilupparti i piedi, ogni tanto un guizzo scintillante indica che c'è ancora vita, in questo vecchio fiume. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;"></span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgELZXT69eD-1HGiQ9rHssBZWWJFc9UpPWUdFTW8vrAx7OMBIiQCsV6_LgX2kFyPnTK6cWkVaYoLOyrDJSr5jjH8S2m-97cvsI7p306Wz_n4P0s_9TG36GY0X8i1hmBlYofaPQmjQt0ZDw4zgYeOIKr-OpegxsqRRN1wPYDxephYD2n-Jz9gEPc76curzs/s4032/Attraversando.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1347" data-original-width="4032" height="238" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgELZXT69eD-1HGiQ9rHssBZWWJFc9UpPWUdFTW8vrAx7OMBIiQCsV6_LgX2kFyPnTK6cWkVaYoLOyrDJSr5jjH8S2m-97cvsI7p306Wz_n4P0s_9TG36GY0X8i1hmBlYofaPQmjQt0ZDw4zgYeOIKr-OpegxsqRRN1wPYDxephYD2n-Jz9gEPc76curzs/w712-h238/Attraversando.JPG" width="712" /></a></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;"> </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Dopo qualche minuto lentamente, la china inizia a risalire, ce ne accorgiamo anche dal fatto che Franco ha smesso di fare le bolle e ripreso a respirare normalmente.</span></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Meno di mezz'ora e la nostra leggendaria traversata è già terminata. Non ci rimane che curiosare la boscaglia circostante per poi ritornare sui nostri passi. L'area è praticamente disabitata, il paesaggio sembra lunare nei punti il fiume ha esondato quest'inverno, ridisegnando il proprio alveo, riappropriandosi di spazi che l'uomo, nel tempo, ha solamente preso in prestito. Più lontano ozia qualche cava abbandonata, con le scure acque profondissime. </span><span style="color: #073763; font-family: verdana;"> I miei amici conoscono la zona ma io no, e chiedo loro di ritornare indietro passando da lì per raggiungere il primo ponte, anzichè rifare il guado. Anche Franco, che non ha memorizzato le buche più profonde all'andata, è dalla mia parte. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Non è una grandissima idea intendiamoci, attraversare il nulla sotto il sole a picco ed allungare il percorso di almeno un'ora non è una delle mie trovate più brillanti, ma non abbiamo fretta e alla fine va bene a tutti. Ci incamminiamo tranquilli, chiacchierando del più e del meno, ogni tanto mi si indica una cascina in lontananza (qui i piccoli raggruppamenti rurali vengono chiamati "tetti", creando all'inizio in me non poco sconcerto), mi vengono raccontati episodi particolari capitati in quei posti. Bucodiculoplace riserva sempre comunque qualche sorpresa.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Ad un tratto, percorrendo un sentiero tra interminabili campi di mais mi attira un rumore sommesso, una specie di flebile lamento. Chiedo silenzio, ci fermiamo, ma nessuno sembra averlo avvertito: oltre al frinire delle cicale di sottofondo non c'è nulla. Di fianco a noi un solitario albero concede poca ombra.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Poi di nuovo. Più distinto, ora lo sentiamo tutti. Sembra provenire dall'albero.<br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Giro intorno al tronco, il lamento è più forte, sembra una debole richiesta di aiuto, come se qualcosa avesse percepito la nostra presenza.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">E di colpo lo scorgo. Arrampicato con la forza della disperazione su quell'unico albero nel nulla che lo circonda, a due metri o poco più d'altezza, </span><span style="color: #073763; font-family: verdana;">un gattino, minuscolo, sparuto, magrissimo,</span><span style="color: #073763; font-family: verdana;"> emette un miagolio roco.<br /></span></p><p style="text-align: justify;"><i><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Ho letto da qualche parte che, quando la vita decide di premiarti, pone un gatto sulla tua strada.</span></i></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Accade proprio così, lo sento. In quello specifico istante ho la consapevolezza che lui, quel miuscolo esserino frignante e pulcioso (come scoprirò in seguito), imprevedibilmente, da quel momento in poi sarà parte della mia famiglia.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Lo raccolgo con attenzione e il cucciolo si abbandona quasi con riconoscenza entro il guscio protettivo delle mie mani. Un istante dopo un nugolo di api mediamente incazzate ci costringe ad allontanarci di corsa, io con quel cosino tenuto ben nascosto. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Chissà da quanto tempo sarà stato lì, così piccolo, ma la facilità con cui si è lasciato prendere mi fa pensare che possa essere domestico: magari la sua mamma lo sta cercando, ma a parte noi non c'è niente, non giunge nessun suono, nessun richiamo. La prima cascina disterà si e no un paio di chilometri, difficile pensare che possa essersi allontanato così </span><span style="color: #073763; font-family: verdana;">tanto da solo</span><span style="color: #073763; font-family: verdana;">. L'idea che possa esser stato abbandonato sembra la triste soluzione più probabile. Ma provo a metterlo per terra per vedere se cerca la strada di casa, si allontana di pochi passi ma solo per fermarsi e distendersi a cercare ristoro nello spazio creato dalla nostra ombra. <br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">A questo punto lo raccolgo e me lo metto nello zaino, lui lascia fare, sporge il musino guardandomi senza paura, ogni tanto emette un miagolio roco, poi osserva incuriosito intorno con l'espressione di "ma guarda, questo umano mi porta a spasso". Dall'interno dello zaino emerge, profondo, un <i>ronron</i> confortante. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Lo studio con attenzione. Bello certamente non è, sparuto, il manto sporco, gli occhi cisposi. Ma il suo sguardo è quello che mi colpisce. Attento, pulito, senza paura.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Meno di un'ora dopo siamo finalmente in paese. Dal più vicino tra noi riusciamo finalmente a dargli un po' d'acqua, che beve avidamente. Chissà da quanto era bloccato su quell'albero, da solo e al caldo. L'ipotesi di una nuova casa lì viene rapidamente scartata dal capofamiglia con una votazione a maggioranza fortemente incostituzionale, sfruttando l'assenza momentanea dei figli e l'astensione forzata </span><span style="color: #073763; font-family: verdana;">(pur con molto rimpianto) </span><span style="color: #073763; font-family: verdana;">della di lui consorte, "<i>non pensarci neppure</i> </span><span style="color: #073763; font-family: verdana;">e <i>portatelo via prima che rientrino i ragazzi</i></span><span style="color: #073763; font-family: verdana;">", sono praticamente pronti a partire per le vacanze. Decidiamo di comune accordo di spargere in giro la voce per vedere se qualche conoscente di buon cuore sia in cerca di un pelosino da adottare.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">La mia parte razionale approva, abbiamo già una gatta, discretamente dispotica, abituata a comandarci a bacchetta, ha poco senso stravolgerci/le la vita con un secondo. E poi la consorte già da tempo aveva emesso il proclama definitivo, definendo in tre il numero massimo di animali consentiti in famiglia, includendo il sottoscritto e la Ciccia nella lista. Meglio per lui, per Yuma, per per la sua futura famiglia, per la nostra sanità mentale, trovargli una più consona collocazione.<br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Ma è la mia parte irrazionale che emerge, che ne ascolta rapito le fusa, che ne studia i movimenti impacciati, il disegno del manto, la parte di pelo </span><span style="color: #073763; font-family: verdana;">bianchissima </span><span style="color: #073763; font-family: verdana;">sotto la gola </span><span style="color: #073763; font-family: verdana;">nonostante tutto il resto sia lercio... C'è un legame tra me e quell'esserino, c'è qualcosa dell'uno che appartiene all'altro, forte e saldo, da quel preciso istante in cui l'ho recuperato dall'albero. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Entro in casa, zaino in spalla, il musino che guarda attento. "Ho trovato questo", dico mettendolo sul palmo aperto e mostrandolo alla sua nuova famiglia.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">La consorte mostra, come da prassi, una costernazione di facciata, deve manifestare la sua contrarietà consona al ruolo, anche se è difficile non intenerirsi dinanzi a quel batuffolo inerme. "Com'è bruttino", esclama invece la Ciccia, prendendoselo immediatamente in braccio. Lui sporge le zampe, cercando di giocare con i suoi capelli, è già a suo agio. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">"Come faremo?" domanda la consorte. "Faremo", le rispondo. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">"E con Yuma?" chiede ancora. "Vedremo", replico.<br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Come se l'avessimo chiamata Yuma si palesa, lenta, l'aria annoiata del felino che è stato appena infastidito dalla caciara di noi umani.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Poi lo vede, e si blocca. Lui la guarda e, senza nessuna paura, prova due timidi passi a mò di approccio.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Con una trasformazione più rapida di quando Bruce Banner muta in Hulk, il nostro gatto, solitamente ciccio, in un attimo diventa una minitigre siberiana, ringhiante, con il pelo irto e le orecchie all'indietro, tutta sputi e artigli. Decidiamo di sottrare l'esserino ancora inconsapevole da una morte prematura tagliato a striscioline sottili e la prima notte la passerà al sicuro sul balcone di casa, in una cuccia improvvisata preparata dalla Ciccia e protetto dalle intemperie con un lenzuolo a mò di tenda. Il giorno successivo, con il perdurare dell'ululato belluino di Shere Kan, che sancisce l'impossibilità momentanea della convivenza, decido di portarmelo in studio, poi quando ci fermeremo per le vacanze riproveremo. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">E così faccio. E per tutto il mese successivo diventerà il mio compagno di lavoro, accompagnandomi al bar per la colazione, con il musetto curioso sporgente dallo zaino cercando di ghermirmi rapido un pezzetto di croissant, giocando con le palline di carta, con i fili della tastiera, con le chiavette usb, arrampicandosi freneticamente sui jeans al momento del pranzo e crollando esausto subito dopo sul tappetino del mouse.</span></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqCnDoUj1CsGQleh5vaGmJLq0WVqL8gHOKysGWK1dZ1uyW0nLZ_f3WIwNjVSU9d_4WecYt2x5OF2dVcP8jlXEZqjWXUbeFb4CIfiiCLTBOQlnSHrG58EnoX4DzIU46T_Qq4EANSPr5kfgWJR2AFfn_jDDYXWef3ZVOF1zjxDc8n3rggc2cVeltpAAlqGs/s3840/Loki%20Stanco.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2160" data-original-width="3840" height="181" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqCnDoUj1CsGQleh5vaGmJLq0WVqL8gHOKysGWK1dZ1uyW0nLZ_f3WIwNjVSU9d_4WecYt2x5OF2dVcP8jlXEZqjWXUbeFb4CIfiiCLTBOQlnSHrG58EnoX4DzIU46T_Qq4EANSPr5kfgWJR2AFfn_jDDYXWef3ZVOF1zjxDc8n3rggc2cVeltpAAlqGs/w320-h181/Loki%20Stanco.jpeg" width="320" /> <img border="0" data-original-height="2160" data-original-width="3840" height="181" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9QlHp-NyZNYzXrG0LF3PfjHdyuLJ3pKu6jbxeYGTzG2EKk8Iz9lHGdnngmGxxTTnL2qAJsH7DAVuu50WRZmpPBvvvvRHK0eVUE5ULvVIjT1Gie_Utp8MvfpVEulY-zx5udUVM0YhTj6BofQJaguyVuSQXjQ4sDIxcrr_1Mqi73OKqHpzPo_CU8khvNlw/w320-h181/Loki%20al%20lavoro.jpeg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;"> </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Nonostante il perdurare del dolore alla schiena è stato un bel mese devo dire, il tempo al lavoro è sembrato scorrere più leggero e l'esserino si è fatto subito benvolere da tutti, mordendoci indistintamente le caviglie, pretendendo un po' di coccole e addormentandosi equamente tra tutti noi. Il nostro personale rapporto si rafforzava con il passare dei giorni e lasciarlo lì, la sera, era sempre una dolce piccola tortura. </span></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">La prima visita dalla veterinaria me la ricordo bene, con un panciotto </span><span style="color: #073763; font-family: verdana;">pieno di vermi come da manuale ma </span><span style="color: #073763; font-family: verdana;">sano, vivace ed in salute. Compilando il libretto sanitario la dottoressa è scoppiata a ridere al termine del seguente scambio: "Come lo chiamiamo?" "L'Oki" rispondo io. "Ah bello, come il Dio della mitologia" - "No, come l'antidolorifico". Non potevo dargli un nome diverso. E così L'Oki fu.<br /></span></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjblchZMQYJC2TJM1m2JVsvF-I-vEvswzvk3hqP6vAaSIOa-C2AxemWMCN7bQcs2MqGN_w3AMEdh7uCHImgydW1J90jbV6iHvU6lJRS_a061ELr6K8cOq52BTPp-NPwvaMYTgSmLBYLkgZb_PUNBwhYle6v2uBnAMn_sRSBrgA_z7P3sji8LsYb74zWmtU/s3840/LOKI%201.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2160" data-original-width="3840" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjblchZMQYJC2TJM1m2JVsvF-I-vEvswzvk3hqP6vAaSIOa-C2AxemWMCN7bQcs2MqGN_w3AMEdh7uCHImgydW1J90jbV6iHvU6lJRS_a061ELr6K8cOq52BTPp-NPwvaMYTgSmLBYLkgZb_PUNBwhYle6v2uBnAMn_sRSBrgA_z7P3sji8LsYb74zWmtU/w640-h360/LOKI%201.jpeg" width="640" /></a></div><span style="color: #073763; font-family: verdana;"> </span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Dopo un mese, nella pausa di agosto tentiamo il reinserimento, che risulterà lungo e complicato, con l'ostracismo feroce della padrona di casa, costringendoci a dividere l'appartamento in due per mezzo di un grosso pannello di plexiglas trasparente. Alla fine sarà la testardaggine del cucciolo a vincere, </span><span style="color: #073763; font-family: verdana;">andando a curiosare il terreno nemico </span><span style="color: #073763; font-family: verdana;">approfittando di un piccolo varco mentre noi non eravamo in casa e rimanendo miracolosamente incolume. Da lì in poi è stato tutto più facile.</span></p><p style="text-align: justify;"><br /><span style="color: #073763; font-family: verdana;">Oggi L'Oki è un gatto guascone, simpatico e terribile, che pretende la sua dose di gioco ogni sera, mordendomi i piedi quando provo ad isolarmi dal mondo con cuffie e tastiera (ebbene sì, mi sono messo in testa di imparare pianoforte, ma questa è un'altra storia). Bellissimo e testone, adorabile con i bambini e pronto alle fusa, con il lungo manto setoso ed una combinazione di colori del pelo che incanta (deve avere qualche norvegese delle foreste come antenato). L'albero di Natale, diventato sua personalissima palestra di arrampicata quest'anno ha ricevuto il colpo di grazia, costringendoci a salvataggi dell'ultimo minuto per le palline più preziose. In poco tempo è cresciuto ed è diventato un gattone grande quanto Yuma e, appena può, si diverte moltissimo a farle gli agguati. Non si accuccia più remissivo come quando faceva da piccolo, ma zompa all'improvviso mentre lei riposa tranquilla su una sedia e parte con una serie di destro-sinistro in rapida successione, che costringe la povera gattona ad una fuga brontolante. Ma prova a chiuderlo in bagno quando esagera con le marachelle e lei si accuccia davanti alla porta in attesa che venga aperta.<br /> </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #073763; font-family: verdana;">L'Oki, il mio gatto trovato nel nulla, il mio antidolorifico naturale, il mio bellissimo premio dalla vita. </span><br /></p>Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-73182081329435712822020-04-05T20:35:00.000+02:002020-04-06T18:41:12.275+02:00Un compleanno speciale<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tanto lo so che piangerai come una fontana, ti conosco. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ecco, adesso come adesso, la certezza di quelle lacrime un poco mi conforta, in questi giorni sospesi, in questo nulla colorato di incertezze che prosegue ancora e ancora, in queste ore di abitudini nuove, di gente che suona dai balconi vicini, di sguardi smarriti e code silenziose davanti ai supermercati, e poco nulla del resto che ti sei persa. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Di te ho già parlato <a href="http://dreamingandrunning.blogspot.com/2013/01/ore-21-poesia.html">qui</a> e <a href="http://dreamingandrunning.blogspot.com/2013/06/?m=1">qui</a>, e qui, con oggi fanno tre post, cominci ad essere un po' troppo ingombrante tra queste pagine virtuali. Si vede che forse, un pochino te lo meriti. Oggi, almeno oggi, te lo concedo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ci siamo incontrati l'ultima volta il 12 marzo, una scappata veloce in studio da te poco prima di cena, dovevo installarti un programma, che tu, come al solito, non eri capace. Quest'emergenza era già in atto, anche se la lontananza degli eventi non rendeva ancora così reale il pericolo, non sembrava così venefica come di lì a pochi giorni avremo sperimentato: tenevi l'Amuchina nell'ingresso, tuo marito mi ha aperto la porta, ho fatto finta di baciarlo, abbiamo scherzato, Wilson sempre al suo posto, ho letto distrattamente le dediche che allora ci avevamo scritto su. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Pochi minuti dopo avevo già fatto, "Grandeeee!!!" mi hai risposto quando ti ho detto che era tutto a posto. E sono uscito. Sorridevi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Te lo saresti immaginato, il tuo futuro di lì a poco? Io certo che no.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il 15, improvvisamente, mi hai scritto "ho la febbre da ieri", e per qualche giorno abbiamo tutti pensato che si trattasse di una banale influenza; i telegiornali passavano nel frattempo informazioni sulla diffusione del contagio via via più drammatiche e nei giorni seguenti la febbre non ti passava, mentre le tue preoccupazioni aumentavano, si percepivano attraverso le parole dei messaggi, e nonostante le reciproche stupide battute sdrammatizzanti "<i>tua moglie non deve preoccuparsi del contagio, non ci siamo nemmeno baciati</i>" le capivo, le sentivo, erano le stesse che avevo io. E sapevo che quel tuo preoccuparti non era per la tua salute, certo, ma per quella di tuo marito, per i tuoi cari. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il 21 ti hanno ricoverata e non scherzavamo più. Il giorno dopo mi confermavi che l'esito del tampone era positivo, il 23 il tuo primo "quanta fatica a respirare", io ti rispondevo sempre per messaggio, ti mandavo ogni giorno giornali da leggere, cercavo in qualche modo di alleviarti la tensione. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il 27 il tuo "mi intubano" mi ha raggelato il sangue.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Buio</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ci tenevo a farti sapere che non ti sei persa niente, di questi giorni che tu praticamente non hai vissuto, chiusa in isolamento in una città lontana, lontana dai tuoi affetti, con tante persone nelle stesse tue condizioni. Chissà come è stato. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Qui sono stati giorni grigi, fatti di niente scandito dal giorno e dalla notte e via ancora, con la paura delle cose che non si sanno che aleggiava sopra le nostre teste come un velo maligno, con il silenzio irreale delle strade, con il suono troppo frequente delle ambulanze, con la televisione quasi sempre accesa in attesa dei notiziari, con la mia Ciccia ed io agli estremi dello stesso tavolo, lei con il suo portatile intenta a seguire le lezioni ed io con il mio a lavorare. Hai un marito forte, gli abbiamo offerto in tanti una mano, ha ringraziato ma non ne ha avuto bisogno. Ha accudito la vostra famiglia come solo lui sa fare, magari la gara di rutti con il tuo bimbo grande non sarà stato un metodo educativo ortodosso, ma tranquilla, che li ha insegnati anche alla piccola. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sono sopravvissuti alla tua mancanza, alla mancanza del tuo essere sempre presente, della tua forza e della tua determinazione. E sai, se la sono cavati alla grande, ma (e non farlo sapere a nessuno) solamente perché sapevano che sarebbe stato per poco. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Hai trascorso quasi dieci giorni in terapia intensiva, lontana dal conforto della tua vita di sempre, dalle tue sicurezze, catapultata in un mondo nuovo, asettico, con l'incessante rumore dei respiratori e gli occhi di medici e infermieri da dietro le visiere. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Dieci giorni in cui le notizie dal tuo mondo a qui arrivavano con il contagocce, e quelle di fuori facevano paura e male a sentirsi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Dieci giorni in cui io ho continuato a mandarti ogni giorno messaggi su WhatsApp, cretinate perlopiù, video per farti sorridere. Non vedo l'ora di vedere finalmente quella doppia spunta blu.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E ieri, dopo il messaggio in cui </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">tuo marito </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">finalmente mi avvisava che eri stata estubata, ho avuto la certezza che li vedrai, i video divertenti e le battute cretine, so che riderai e un po' ti commuoverai, so che adesso non vedi l'ora di riabbracciare i tuoi, so che avrai forte in testa il verbo RICOMINCIARE. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Oggi è il tuo compleanno, hai addosso una mascherina. Quelle persone speciali che in questi giorni ti hanno avuta in cura ti hanno fatto fare una videochiamata, così li hai visti i tuoi tre, hai potuto rivederli, sentire le loro voci, le risate, hai potuto vedere che stanno tutti bene e loro hanno potuto farti gli auguri per oggi, il tuo compleanno. E penso proprio che sarà il regalo migliore che tu abbia mai ricevuto, addirittura meglio di Wilson, quando te ne sei andata via da noi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Basta, mi sono dilungato fin troppo e son stato così tanto melenso da mettere a repentaglio la mia reputazione; adesso, come si dice da queste parti bogia, insomma sbrigati a tornare perchè: </span><br />
<br />
<ul>
<li><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">a casa ti aspetta un sacco di lavatrici da metter su </span></li>
<li><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">devi darti una mossa ad usare il software che ti ho installato se no cosa ho rischiato a fare</span></li>
<li><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">un po' ci sei mancata</span></li>
<li><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">soprattutto, in ogni compleanno che si rispetti, devi offrire da bere, tu che, come ho già scritto, "basta anche solo un goccio d'alcool da inanellare tutta una serie di doppi sensi da far impallidire anche il più rude dei camionisti calabresi".</span></li>
</ul>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E buon compleanno, amica mia.</span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: #999999; font-size: x-small;"><i>On Air Lenny Kravitz: Happy Birthday</i></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; text-align: right;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/G02AYADKh7g/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/G02AYADKh7g?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com16tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-33792244186907640812020-01-20T09:48:00.003+01:002020-01-25T10:47:39.469+01:00Come nessun posto al mondo mai<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ieri ho chiuso per l'ultima volta la porta di quella che è stata la mia casa per trentanni.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quello appena compiuto è stato un anno intenso, spigoloso spesso, ruvido sovente, in cui i miei occhi hanno subito troppe albe e si sono soffermati su così pochi tramonti da qualche parte sulla riva del mare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E' stato un altro anno tosto, serrato come i precedenti ma sempre un poco di più, l'asticella del salto una volta ancora spostata più su di una tacca; ci sono stati momenti in cui, confrontandomi con la consueta chiacchierata serale mi sono lasciato andare ad un "non so proprio come riuscirò a fare tutto, questa volta", a cui seguiva sempre la stessa risposta "ce l'hai sempre fatta, alla fine".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E' vero. Alla fine ce l'ho sempre fatta. Ho accumulato ritardi e risparmiato sulle ore di sonno, ho sacrificato gli amici, le mie parole più vere qui, innumerevoli fine settimana. Ho accantonato il mio tempo più spensierato, molte delle mie corse, ripide pareti da affrontare ed ho detto pazientate, ci ritroveremo, prima o poi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Mi sono arrabbiato spesso con me stesso scoprendomi indolente e non sufficientemente produttivo alle volte, mi sono segnato impegni e scadenze sull'agenda settimanale, riportando gli incompiuti la settimana successiva, con un sottile piacere ogniqualvolta un tratto deciso di penna dava per terminato un lavoro. Ho fatto quasi tutto da solo, testardo One Man Band dei progettisti, con la caparbietà montanara che sta diventando parte del mio modo di essere e di pensare, tollerando poco niente, in quello che mi sta intorno, che non va come dovrebbe.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quest'anno ha visto cambiamenti importanti in casa D&R, a partire dalla maturità delle Ciccia oramai definitivamente non più ascrivibile al titolo di "mia piccola", il suo conseguente ingresso nel mondo universitario, con la scelta della facoltà di Psicologia, fortemente voluta e pensata fin da quando era piccola (... <i>fa solo che non mi diventi come Bruno</i>) ed il naturale stravolgimento di orari, abitudini, percorsi e vita. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si è lasciata andare la casa in cui ho vissuto la mia prima vita a Torino e quando si devono svuotare le stanze i ricordi ti travolgono, ti trapassano, ti sommergono, tornano fuori prepotenti angoli di te che eri sicuro di aver dimenticato. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La felicità sta veramente nelle piccole cose, nella luce che filtra dalle persiane il primo giorno d'estate, in mia madre che la mattina lottava con un me piccolo per infilarmi le calze appena sveglio, nella mia tazza della colazione e la granella del Buondì Motta che mangiavo sempre come ultima cosa preziosa. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E senza quasi volerlo, in uno scatolone richiuso da tempo ritrovi la tua fresca giovinezza lì pronta ad aspettarti, scorrendo le dita su un foglio consumato sporco di china rivedi come proiettato sul pulviscolo che danza nella stanza quel te di allora che in fondo non è mai cresciuto, un po' schivo, chino e concentrato a disegnare di notte alla luce della lampada da tavolo, col buio di questa città un po' magica a fare da cornice, la finestra aperta a rinfrescarsi dalla calura estiva e le cuffie nelle orecchie. Ho ritrovato frammenti di me inutili e bellissimi accarezzando vecchi mobili consumati dal percorso delle mie proprie dita, ho ritrovato paure e felicità improvvise, risentito vive le voci ed i rumori della domenica, </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">il profumo del sapone da barba di mio padre, </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">l'apparecchiare per il pranzo con il servizio buono e la radio accesa: mi riavvolge come fosse ora il silenzio colmo di apprensione di quando da ragazzo vegliavo nel sonno di quella famiglia che eravamo noi, un padre una madre e due sorelle e un bene grande e saldo che rappresentava tutto il mio mondo, ed ascoltando il respiro regolare dei miei pregavo Dio di regalarmene tante da non poterle contare, di quelle notti e silenzi e respiri quieti nel sonno. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Avrei voluto congelare ogni momento ritornato luce, avrei voluto essere l'io di mille istanti che mi hanno accompagnato in questi giorni di armadi aperti e fogli strappati e scatole richiuse con il nastro da pacchi. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I miei genitori non mi accompagnano più da troppo tempo, anche se ogni tanto mi confronto ancora con loro, gli chiedo silenziosamente se stia facendo le scelte giuste, a loro rivolgo il pensiero apprensivo di padre quando osserva </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">orgoglioso</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"> </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">la propria figlia crescere. Ieri, nascosto nei pacchi di vecchie foto, nei biglietti di auguri di compleanni dimenticati ho trovato ancora intatto il loro amore ed orgoglio nei miei confronti. Sono cosciente che buona parte dei ricordi custoditi tra queste pareti e che mi hanno abbracciato in questi giorni si dissolveranno definitivamente ed è questa, la perdita più importante, in fondo. Mi sono portato via degli oggetti, il divano che mio padre adorava, il tappeto persiano del suo amico architetto, qualche libro con le dediche di stima ed affetto che in molti gli avevano tributato. Forse non sono ancora pronto a perdere tutto. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ieri </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">ho percorso per l'ultima volta le stanze di quella che è stata la mia casa per trentanni. Ho appoggiato le mani alle pareti spoglie, ai mobili rimasti, agli stipiti delle porte, agli interruttori della luce, ho rimesso la mia abitudine a quei luoghi, a quei rumori, a quella luce, al balcone di sala, al tramonto sul Monviso che solo da quella finestra, </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">assaporando come se fosse musica lo scricchiolio del parquet</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">. Ho appoggiato a lungo i palmi delle mani su tutto come se fosse un abbraccio, un pezzo alla volta, gli occhi umidi ma solo un poco, ripetendo a bassa voce grazie casa, ciao casa, sei stata una buona casa, sono stato bene con te, bene a crescere qui, a coltivare speranze e sogni, grazie. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E nel silenzio dell'abbandono mi è sembrato quasi di sentire, lieve, il respiro quieto di una famiglia felice nel sonno.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Poi ho chiuso la porta. </span><br />
<div style="text-align: right;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: xx-small;"><i><a href="https://www.youtube.com/watch?v=1TO48Cnl66w">On Air: Dido - Thank You</a></i></span></div>
</div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-65888217735743740362019-06-25T11:08:00.000+02:002019-06-25T11:24:15.508+02:00Ricomincio da me<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Le persone crescono, si avvicendano le fasi della luna, i rapporti si evolvono, a volte inspiegabilmente esplodono in mille fuochi d'artificio oppure si deteriorano e consumano senza particolari colpe, gli </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">obiettivi nel tempo subiscono modifiche, gli sguardi si spostano oltre, i percorsi variano, strade incrociano altre strade, traguardi a </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">lungo sognati si allontanano, capita che perdano improvvisamente di significato. </span></span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Io stesso, nonostante mi veda sempre uguale ma so che </span><span style="color: purple;">non è così, muto sottopelle, cambio orizzonti e carattere, rivedo le mie priorità, mi piego ma non mi spezzo al variare del vento </span><span style="color: purple;">che, alle volte, cerca di travolgermi, strapparmi dalle mie radici, se mai ne ho avute.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E’ un momento non facile. La vita facile non la è mai, </span></span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">schiacciasassi senza pedale del freno, </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">e non puoi rallentarne il corso per valutarne cause e conseguenze, con te o </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">senza di te va prosegue inesorabilmente avanti, mi domando se ci sia qualcuno che possa pensarla diversamente. Il lavoro mi dà </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">soddisfazioni anche se mi prende tutto, mano gigante che stritola le mie risorse, monopolizza la quasi totalità delle mie energie, i giorni si susseguono ad </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">altri, le settimane si snocciolano una via l’altra senza sosta, ne inizio una nuova con la strana consapevolezza di averla già </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">terminata ancor prima di partire ed anche il sabato, che un tempo serviva per smaltire gli eccessi e metter giù un qualche post da tranquillo, </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">adesso è diventato una costante che mi prende fino a tarda sera. La domenica mi costringo ad andare a correre e fortunatamente, </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">anche se controvoglia, mi do sempre ascolto. E mi fa bene, quell'ora di asfalto pestato e musica nelle orecchie a liberarmi la mente ed il </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">cuore allontana la rabbia, quella cattiva e definitiva dalle vene, che si distilla nelle gocce di sudore, si dissolve nel fiato e me la </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">lascio alle spalle, quasi disintossicato, liberato da una sorta di veleno maligno. Posso dire che, soprattutto grazie a quest'ora di </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">fatica e feroce ostinazione la mia fedina penale non riporta, ad oggi, alcun tentato omicidio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ho cambiato il modo di vedere le cose ed il mio conseguente modo di agire. Mi son fatto crescere la barba e mi son comprato un </span><span style="color: purple;">paio di scarpe nuove, di discreta figaggine. E' un sacco di tempo che non pensavo per primo a me. Anzi che non pensavo a me e basta.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ho fatto un profondo esame di coscienza ed ho deciso che basta. Basta con quello che non va, che non mi piace o che non si può. </span></span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ho </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">rielaborato le priorità, mettendomi risolutamente al primo posto, sopra tutto e tutti, un po' di fottuto egoismo dopo anni ed anni a </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">preoccuparmi sempre prima degli altri ci sta. Ho allontanato con un gesto della mano la “gente”, gli inutili, gli approfittatori, i </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">questuanti, i succhiatori di energie, i maestri del lamento. Ho eliminato dal mio intorno i bugiardi e quelli delle mezze verità, che sono ancora peggio, chi prende sempre senza pensare a voler </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">ricambiare non certo per ristabilire un equilibrio ma perché ti va di farlo. Ho rimosso chi si sente superiore, chi il bene te lo concede un tanto </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">al chilo, chi vuol far comunella per recare danno ad un terzo, chi vuol esserti forzatamente amico unicamente per i propri scopi</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">. L'ho fatto con una semplicità disarmante senza preoccuparmi delle conseguenze, l'ho fatto senza distinzione di sesso, </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">età, parentela, amicizie datate o meno, voilà, una rapida passata di scopa a liberare i cocci e via nell'indifferenziata della mia </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">esistenza. Ho allontanato il fastidio di chi non si preoccupa di cosa pensi, di quelli a cui non manchi, chi prende senza chiedere, chi puntualmente arriva solo </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">nel momento del proprio bisogno e dopo aver preso scompare. Ho smesso di cercare attenzioni ed accomodamenti, di ragionare con </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">gli imbecilli, quelli dei “perché sì” e degli “si è sempre fatto così”, un persona dotata di intelligenza e saggezza una volta mi ha </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">detto che discutere con questi non serve e che, da fuori, non si riesce a comprendere chi sia l’imbecille dei due.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ho smesso con le frasi accomodanti, con le parole di convenienza e quelle di circostanza. Ho rinunciato a tentare un dialogo con chi </span><span style="color: purple;">parte dal presupposto di avere la ragione assoluta in tasca, con quelli che se non ti va bene così va bene uguale, con quelli dell'ho deciso che facciamo, con i fondamentalisti e con le persone sterili, inutili figure senza </span><span style="color: purple;">spessore, che ti vagano intorno come le ombre della città incantata di Miyazaki.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Mi sono imposto di dire quello che penso, sempre ed al di sopra di ogni pseudo convenienza di ritorno che ti vorrebbe zitto ed </span><span style="color: purple;">accondiscendente, un po’ come l’orientale della pubblicità, che sovrappensiero dice “Idiozie!” al capo vestito di bianco, ma senza </span><span style="color: purple;">l’alito rinfrescato alla menta dal magico chewingum.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ho sfrondato tanto ma ho la sensazione di aver perso poco, l’ho fatto per una mera questione di sopravvivenza, ho tagliato basso, </span><span style="color: purple;">quasi rasoterra, non mi sono permesso di andare per il sottile. Ed ho fatto dei sacrifici che, probabilmente, andavano fatti e </span><span style="color: purple;">qualche danno, mi si scuserà. Ho smesso di essere presente dove probabilmente lo ero troppo, e se da un lato questo poteva </span><span style="color: purple;">sembrare una cosa buona, per tanti versi non lo era più, la sensazione che quello non fosse il mio posto era sempre più pressante. Il bene, quello vero e forte, a </span><span style="color: purple;">volte presenta strade contorte.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Diversamente dal mio carattere L’ho fatto senza arrivare alla misura colma e pertanto senza urli o strepiti. Non ci sono state prese </span><span style="color: purple;">di posizione, grida o parole rabbiose che in passato mi hanno contraddistinto. Ci sono state porte chiuse definitivamente senza </span><span style="color: purple;">doverle necessariamente sbattere, telefonate che non meritavano risposta, una semplice, irresistibile e precisa voglia di </span><span style="color: purple;">girare le spalle ed uscire di scena a cui ho dato ascolto. E quando ti allontani da qualcosa, che sia un posto, una persona o una situazione e stai bene nel compiere quel gesto, quando non </span><span style="color: purple;">ti ostini a rimanere, a tentare di sanare ciò che sanabile non è, vuoi per codardia o rassegnazione, scopri che fai tanto bene </span><span style="color: purple;">perlomeno a te stesso.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ho semplicemente modificato i miei percorsi, riesumando le mie sfide più antiche, le ho tirate fuori come le bocce con la neve </span><span style="color: purple;">dentro, dalla scatola su in soffitta e le ho riposte in bell'ordine, sulla mensola grande, quella che riceve quella luce speciale di </span><span style="color: purple;">traverso al calar del sole che le fa splendere di luce dorata. E mi sono “bastato” nuovamente, non ho più concesso a nessuno di </span><span style="color: purple;">stare al centro del mio mondo e delle mie attenzioni senza il mio permesso.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">“Alla via così”, direbbero quelli che sanno andar di vela, assecondando il vento, cercando dove spira più forte, inseguendo le nuvole e l'orizzonte.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ricomincio da me.</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/fFNPSEOpPJw/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/fFNPSEOpPJw?feature=player_embedded" width="320"></iframe><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: x-small;"></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: x-small;"><span style="font-size: x-small;"><i>[On air: Negramaro: Basta così]</i></span> </span></div>
</div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-47498765178579299072019-06-19T02:57:00.000+02:002019-06-19T12:58:31.881+02:00Notte prima degli esami<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i>[Quando l'ultimo giorno di scuola dell'ultimo anno di liceo suona la campanella dell'ultima ora, tu sei convinto che quello sia l'ultimo secondo della tua adolescenza. Senti il bisogno di sottolineare l'evento con una frase storica, tipo: "Che la forza sia con noi!" oppure "Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo!".]</i></span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Di quel mio tempo di allora ricordo il caldo di una Torino assolata che scorreva dietro i finestrini del 13 non stracolmo come di solito e la tortura del busto per la schiena. E quel senso di cambiamento imminente. E Paola, che riempiva i miei pensieri ed i miei fogli, di parole a voce allora non ne usavo un granché. Abitava in collina, suo padre era medico, non l'ho più vista da allora. Il mio Liceo, il "Volta", era a due passi da piazza Statuto. Non ero particolarmente estroverso, non avevo amicizie forti e inossidabili, di quelle che pensi ti legheranno a qualcuno per tutta la vita, scrivevo molto e disegnavo altrettanto, bianco e nero quasi sempre. Il mio mondo era poco più ampio della mia camera con il tavolo laccato bianco, ribaltabile, che richiudevo la sera per fare spazio. Lo usavo come un gigantesco foglio di appunti e schizzi e cose che poi con regolarità irritante mia madre resettava con un'energica passata di acqua calda e Vim. Solo il ritratto di Lucio Dalla con il basco ed un Herbert Von Karajan con la bacchetta in punta di dita erano stati graziati dalla smania pulitrice della genitrice e resistevano nel tempo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Alle radio spopolava Enola Gay degli OMD, io ricordo soprattutto "Futura" e "la sera dei miracoli" di quel Dalla unico, che ascoltavo con la mente sospesa, ancora e ancora. La mia strada era ancora tutta da scrivere, la mia voglia di studiare completamente assente, il mio voler crescere era bruciante ma al contempo non ero così sicuro di esserne capace, i miei affetti confortanti erano tutti lì presenti, la mia vita era la mia famiglia, la mia casa in montagna, la certezza del consueto </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">ritorno</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"> </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">al mio mare come ogni estate, quando poi finalmente ritrovavi il profumo della focaccia nei carugi, le pietre calde la sera e il tramonto che si spegne sull'orizzonte.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E' cambiato tutto. Il mio mare, anche se mi è rimasto cucito addosso non mi appartiene più da anni, nella casa in montagna non riesco ad andarci senza trovarmi invischiato dalla sensazione di essere fuori posto, i miei affetti di allora sono svaniti, i ricordi felici corrosi, ho quella sensazione di non appartenere a nessun posto, a nessuno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I miei diciott'anni di allora, la freschezza di quei momenti sembrano dietro l'angolo ed insieme lontanissimi, sono forse ancora lo stesso ragazzo schivo dallo sguardo diffidente ed una corazza più rigida delle stecche del busto che sopportavo. E mi domando se questo mio stare abbia mai avuto uno scopo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Poi però osservo te, e inevitabilmente sorrido. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Guardo te che rispetto a quel me di allora sei così tanto diversa, anche se dicono tutti che hai gli stessi miei occhi scuri, di sicuro ogni tanto hai i miei silenzi. Guardo te e provo a sovrapporre cosa sei tu e cosa ero io alla tua età. Ed è inutile dire che vinci a mani basse.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sei decisa, sicura e bellissima nella tua giovinezza splendente, hai le idee chiare di come sarà la tua strada, hai entusiasmo e volontà e carattere e i tuoi peluches nel letto, hai quello sguardo altero ed un po' selvatico che ti rende incredibile ai miei occhi, sei padrona del tuo tempo e cosciente di esserlo, ci credo che "quello" ti guarda sempre con quello sguardo che è un misto di adorazione esagerata e soggezione. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ci intendiamo ancora, a volte abbiamo bisogno di uscire a camminare in silenzio allo stesso modo, come l'altro ieri sera, insieme senza parlare, sapendo di esserci vicini reciprocamente. Hai una smania di crescere, di affrontare sfide, di prendere il mondo tra le tue mani che un po' ti invidio, se confrontata come ero io alla tua età. </span><span style="color: purple; font-family: 'trebuchet ms', sans-serif;"> </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E in questa notte, che fa caldo e fatichiamo a prendere sonno, che io se tu sei sveglia è difficile che mi addormenti, che ti sento nel tuo letto che armeggi ancora con il cellulare cercando suggerimenti su cosa scriverai domani mattina, mentre la gatta fa la matta come suo solito e zampetta da una stanza all'altra cercando di prenderci i piedi ti dico solo che ti voglio un bene forte e saldo come in nodi che abbiamo imparato andando per mare e che </span><span style="color: purple; font-family: 'trebuchet ms', sans-serif;">sono orgoglioso di te, di quello che sei, forse non te l'ho mai detto, ma lo sono tanto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E' questo il tuo tempo, prendilo, usalo a mani basse, vivi, corri sotto la pioggia, ridi, piangi qualche volta, vai ai concerti, balla, abbraccia, emozionati a vedere un arcobaleno, sorprenditi, sii sempre affamata della vita, di quello che puoi trovare dietro l'angolo. Vivi senza timore, con consapevolezza, vivi senza risparmiarti, senza pensare di non essere abbastanza, non ti porre limiti, mai. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Domani inizierà la tua maturità, quei giorni matti a studiare tutto di tutto e oddio non ce la farò mai e fammelo ripetere ancora una volta e papino puoi stamparmi questo prima di uscire dallo studio. E vorrei dirti solo di stare tranquilla domani ed i giorni a venire, in fondo è un banalissimo passaggio obbligato, ci siamo passati tutti. Gli esami, quelli veri sono altri, le responsabilità, quelle serie, arriveranno man mano, l'ho imparato su di me e posso solo dirti che ho piena fiducia in te, saprai affrontare tutto con calma e responsabilità.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Passeranno questi giorni, arriverà l'estate liberatrice, nuovi mari in cui tuffarti, hai già programmato la tua vacanza in Croazia con i tuoi amici, ci sarà pure quello, tu non vedi l'ora, mentre io sono combattuto tra la voglia di tenerti vicina e la felicità nel vederti felice. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E anche se adesso fatichi a prendere sonno posso solo assicurarti che questi saranno giorni che ricorderai per tutta la vita. E ti auguro che, di giorni da ricordare per tutta la vita, questo tuo incredibile futuro tutto da scrivere te ne possa riservare tanti, tantissimi altri.</span><br />
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/fvf2_xbG33E/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/fvf2_xbG33E?feature=player_embedded" style="clear: right; float: right;" width="320"></iframe><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span><br />
<span style="color: purple; font-family: 'trebuchet ms', sans-serif;">E buonanotte prima degli esami, </span><br />
<span style="color: purple; font-family: 'trebuchet ms', sans-serif;">piccola mia.</span></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: right;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: x-small;"><i><span style="color: purple;">[On Air: Notte prima degli esami]</span> </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-34095083405954013282019-05-20T14:05:00.003+02:002019-05-21T10:27:27.882+02:00Fiocco rosa in casa D&R<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non vi preoccupate, che da "quel" punto di vista non c'è problema.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Da quel triste giorno cha ha visto Tabata (felina dai modi aristocratici che governava sul suo popolo di umani (noi) con regale condiscendenza) <a href="http://dreamingandrunning.blogspot.com/2018/09/come-si-misura-la-felicita.html">lasciarci</a> dopo quattordici lunghi anni di regnanza e presenza sempre molto </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">discreta</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">, ci è stata restituita una casa inaspettatamente vuota e silenziosa. E quando, a</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"> distanza di qualche settimana, ritrovavi un ciuffetto di peli bianchi intrappolato dietro il comodino, te lo tenevi pensieroso tra le dita solo per un attimo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La consorte ne aveva approfittato immediatamente per dire "a posto così". Perché Tabata è stata unica e non la si rimpiazza, però siamo obiettivi, avevamo pelo ovunque e così adesso siamo anche liberi per le vacanze e non dobbiamo sempre discutere su a chi tocchi pulire la lettiera. Quindi, almeno per il momento, di altri gatti guai se ne parliamo.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sì, come no. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La mia Ciccia ed io, ovviamente eravamo di parere opposto. Anche se lei è un donnino oramai, prossima maturanda, innamorata, autonoma, patentemunita, decisa e determinata, che ha sempre meno tempo per il sottoscritto, e magari non ha più tempo neppure per un nuovo animale in casa. "Prima non ero mai sola però - mi ha detto un giorno - quando studiavo mi giravo e lei era lì, vicino a me, che sonnecchiava tranquilla. Adesso non più".</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Un animale, anzi un componente della propria famiglia, che ha visto crescere tua figlia e che è cresciuto con lei, che è stato suo compagno di giochi da piccina, che l'ha assecondata mille volte mettendosi in fila insieme ai pari razza di peluche, non si rimpiazza, non si può. Non si sostituisce un affetto, non si fa come il cambio armadi ad inizio stagione. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si cerca però, forse, almeno si spera, di colmare quel vuoto fatto dall'assenza dello strofinio sulle gambe la mattina mentre mi facevo la barba, quella sottile, discreta mancanza che trovi nell'angolo vuoto dove c'era la sua ciotola, nella sua poltrona preferita che non ha la sua impronta. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E così, quasi per caso, nell'incerto girovagare dei successivi finesettimana, si finiva per transitare casualmente in bucolici </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">paesini</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"> </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">ove </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">(e qui bisogna fare anche l'espressione stupita) </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- oh.. ma che combinazione!! - si teneva guardacaso proprio un'esposizione felina, un raduno di patiti dei gatti, un fiera itinerante del miagolio. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In quelle occasioni, anche la consorte, pur se inizialmente contrariata, quando pensava di non essere osservata si soffermava, pensosa, a fare un grattino sotto al mento di un cucciolo sonnecchiante a caso, o a parlare con un allevatrice, e quando rievocava la nostra "gatta di casa", lo faceva immancabilmente con gli occhi lucidi. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Lo so bene che gli animali si adottano e non si comprano, che nei gattili ci sono frotte di pelosini meravigliosi in grado di dispensare fusa a raffica, che cercano una sistemazione ed un divano comodo su cui sonnecchiare ed affilarci le unghie sui bordi. Nelle esposizioni sembra più un supermercato, ma le razze sono tante e diversissime e poi cercavamo nel mucchio di zampe e musini e code in movimento, quello che ti facesse fermare imbambolato di fronte alla gabbietta, come era capitato anni fa con Tabata. Nei nostri giri sia il sottoscritto sia la mia Ciccia eravamo rimasti colpiti da un batuffolo di un bel pelo grigioazzurro, il muso tondo e l'espressione imbronciata, che si era arreso subito alle sue coccole. La proprietaria ci aveva parlato a lungo delle caratteristiche della razza - Scottish Straight - e ci aveva detto che era in arrivo una cucciolata. I prezzi non erano proibitivi e poi, considerato che dal lieto evento devono passare almeno tre mesi per lo svezzamento, c'era almeno all'apparenza un sacco di tempo. Anche la consorte sembrava tranquilla.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Inaspettatamente però, pochi giorni dopo dall'ultimo tour gattofilo, proprio alla consorte arriva </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">da parte della veterinaria che aveva avuto in cura Tabata</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"> la foto di un cucciolo piccolo, tigrato, dall'espressione timida e smarrita ed un paio di splendidi occhioni. Me la gira con la scritta "sta cercando casa ed affetto. Andiamo a vederlo?" "Andiamo sì, ma senza impegno, che con la proprietaria dell'allevamento siamo quasi in parola", le rispondo.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E così, qualche giorno dopo, partiamo alla volta di un paesino vicino, ma, come abbiamo ribadito più volte, "senza impegno, siamo venuti solo a vedere e basta". Qualcuno aveva fatto scivolare nel baule dell'auto un trasportino, chissà poi per quale motivo, tanto andiamo lì "senza impegno", pensavo io.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Arriviamo dalla veterinaria, in sala d'aspetto c'è una signora con in braccio il cucciolo. E' proprio carino, piccino, con lo sguardo timoroso, delle belle zampotte con i gommini neri ed una coda lunga. La signora ci spiega che abita in un condominio in cui si è stabilita una gatta randagia e a turno se ne occupano un po' tutti. Con l'ultima cucciolata ha avuto due gattini, lei ne ha preso uno, ma la convivenza in casa con il suo cane si è dimostrata difficile da subito, non può tenerla. Ci spiega che è un gatto "<i>molto docile ed affettuoso, particolarmente tranquillo</i>". </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Mia figlia se lo prende in braccio, lo sguardo le si apre in un largo sorriso di felicità mentre gli dispensa un po' di grattini ed il micio accoccolato bello comodo ricambia con un sommesso ronron di ringraziamento. La consorte mi guarda e nello sguardo incerto leggo chiaramente "e adesso cosa facciamo?"</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Vado in macchina a prendere il trasportino, che ce lo portiamo a casa", le dico.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E così, in barba a tutti i propositi del senza impegno, ripetuti all'andata, al ritorno siamo nuovamente gattonmuniti. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Dobbiamo trovarle un nome", dico guidando, e nella mezz'ora successiva ne escono i più disparati, Zlatan, Thor ed Ironman, proposti da me vengono bocciati senza appello. "Minou, Matisse e Pallina (dalla consorte) vengono giudicati troppo scontati, e proseguiamo senza trovarne uno che piaccia a tutti e tre.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Lo chiameremo Yuma", dice ad un certo punto mia figlia. Prova a chiamarla con quel nome e per tutta risposta il cucciolo (anzi la cucciola) decide di fare un po' di pipì nel trasportino, in segno palese di approvazione. "Visto, piace anche a lei", ribatte la Ciccia. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E così Yuma fu. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E, sia chiaro, siamo andati solo a vedere, ma senza impegno.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Fatta una rapida capatina a svuotare il primo negozio di animali dove compriamo di tutto, pappe di tutte le marche, lettiere, giochini, una serie di ciotoline di varie forme e misure, arrivati a casa lasciamo libera Yuma di appropriarsi dei suoi spazi, di curiosare, annusare, muoversi. La cucciola sembra avere una particolare propensione agli spazi chiusi e così passerò la restante parte del fine settimana a togliere lo zoccolino dei mobili della cucina per farla uscire da sotto il frigo.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il lunedì, del cucciolo "</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i>molto docile ed affettuoso, particolarmente tranquillo</i>" è rimasto ben poco. In cambio ci siamo trovati con un diavolo della Tasmania in versione bonsai, un esserino che ti fa gli agguati da dietro il divano cercando di acchiapparti il naso, che si arrampica sulle tende e sulla zanzariera ma che poi miagola perché non riesce a scendere, che quando le prepari la ciotola se non ti dai una mossa ti si arrampica addosso per arrivare al ripiano della cucina, lasciandoti lungo il corpo due fila di stimmate che Padre Pio lévati. Le orchidee (vanto della consorte), colpevoli di averla provocata ostinandosi a rimanere sullo stesso davanzale su cui lei si mette per osservare fuori, si sono suicidate buttandosi di sotto, soccombendo miseramente. Quel due soldi di cacio si è dimostrato una testa dura di primo livello, che se ha una cosa in mente non gliela levi manco a morire. La prima volta che l'ho vista cercare di prendere una mosca al volo, piccola com'era, ho riso. Due minuti dopo però, tutti i portafotografie presenti nella stanza non erano più in piedi e la mosca era stata catturata. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E poi, come estrema manifestazione di affetto, morde, mordicchia in continuazione, ti prende la mano e cerca lo spazio morbido tra pollice ed indice, o il polso e lì si affanna, fino a quando sei costretto a prenderla per la collottola. La scorsa settimana, una persona, guardandomi le mani piene di graffi ha osservato "non sapevo che anche tu tagliassi così tanta legna". </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E così, abbiamo di nuovo un gatto, anzi (pardon) una gatta. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ma, nonostante non fossimo preparati a questo uragano in miniatura, nonostante il silenzio e l'ordine siano stati alla fine di breve durata, l'adoriamo. L'adoriamo quando si addormenta raggomitolata abbracciando al collo la Ciccia mentre quest'ultima guarda la televisione, l'adoriamo quando si fa spazio sotto le coperte per andare a dormire come ogni sera al suo fianco, l'adoriamo anche quando trova un cassetto del comodino socchiuso e la mattina trovi tutte ma proprio tutte le calze tirate fuori. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Un animale non si rimpiazza, un amore non si sostituisce, il ricordo di Tabata rimarrà con noi per sempre come è giusto che sia. Ma nel cuore trovi sempre uno spazio intatto, un pezzettino a disposizione, e quello, da adesso in poi, è tutto suo, senza riserve.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkigG43o9TUGS-NkInozUP3CUPwlvLqqkWud0pv5fXbw2xuEdvATa_nQnhxlY2fm_fa1hlwJm6qKrYBNMIu_o6W5ChEPszJhP96_g0IwHNUDQVEIKNbtCkuchx1b8YCEtmF4oIXDRpKxE/s1600/Yuma.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1055" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkigG43o9TUGS-NkInozUP3CUPwlvLqqkWud0pv5fXbw2xuEdvATa_nQnhxlY2fm_fa1hlwJm6qKrYBNMIu_o6W5ChEPszJhP96_g0IwHNUDQVEIKNbtCkuchx1b8YCEtmF4oIXDRpKxE/s640/Yuma.jpg" width="420" /></a></div>
<br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Benvenuta, Yuma</span><br />
<br /></div>
<div>
<div>
<br /></div>
</div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-45973968165521910062019-04-25T13:12:00.000+02:002019-04-27T10:06:36.496+02:00Ancora no<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Aprile 2017. </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqBSMEF-VOx3JXInB3lo4PDHKqxCqsKMN8XIh98Prtu-sQ27TYYfg3sBVPyCh3cyJwNDKS9MWD_5ycQZY39AapBlfDgH83t2Y1W2pzrxeC6rrC7PL87XG1aWh-ip_r3EZao1qsJjfa74E/s1600/Death+Notice.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="194" data-original-width="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqBSMEF-VOx3JXInB3lo4PDHKqxCqsKMN8XIh98Prtu-sQ27TYYfg3sBVPyCh3cyJwNDKS9MWD_5ycQZY39AapBlfDgH83t2Y1W2pzrxeC6rrC7PL87XG1aWh-ip_r3EZao1qsJjfa74E/s1600/Death+Notice.jpg" /></a></div>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ne ho parlato già <a href="http://dreamingandrunning.blogspot.com/2010/04/primo-test.html">qui</a>. Ogni tanto, un paio di volte all'anno, devo lavorare di dita, muscoli, gambe e scarpette su minuscoli appigli. </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Alle palestre di arrampicata corre l'obbligo della verifica annuale per poter essere utilizzate ed il sottoscritto ha l'onere, oltre che il privilegio, del collaudo di due di queste, collocate all'interno di altrettanti istituti scolastici torinesi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">All'inizio era facile</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">, quando eri giovane di sguardo nascosto tra i capelli sempre troppo lunghi, quando i muscoli erano fasci guizzanti ed elastici inesauribili di energie, quando gli anni non gravavano sulle dita ammorsate sugli appigli, quando la spensieratezza unita a briciole di incoscienza tintinnavano pigre sui rinvii. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Poi, con il passar del tempo, è passata molta dell'incoscienza. Sono cominciati gli sbuffi, i denti serrati, la fatica dolorosa, tutto questo dovuto sì all'avanzare dell'età, ma principalmente alla mancanza di abitudine ad addormentarsi su una branda da rifugio il sabato sera, con una manciata di stelle luminosissime che scintillano nel buio gelido delle montagne e ti scrutano attraverso una qualche finestrella in legno. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E' comunque ancora </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">dannatamente</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"> </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">bello, a cinquanta e passa anni suonati, nonostante la fatica sia ogni anno crescente, ritrovarsi alla fine del lavoro, seduto per terra di fianco alla corda arrotolata, </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">spossato e sporco di sudore e magnesite,</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"> </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">a massaggiarsi le articolazioni doloranti nessuna esclusa. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L'anno scorso mi sono trovato senza compagno a farmi sicurezza. Solitamente mi faccio accompagnare da un ragazzo di studio a cui insegno le quattro manovre fondamentali per farmi sicurezza e calarmi e poi al resto ci penso da me. Arrampico, mi metto in sicurezza una volta in cima, verifico lo stato dei punti di ancoraggio, poi mi sposto di lato, di via in via fino a scendere dall'ultima di queste, appeso, con le braccia da cui hai spremuto ogni briciolo di forza possibile. Questa volta non ho un collaboratore disponibile, ne avrei sì uno, ma pesa la metà di me e per una mera questione di fisica, il mio farmi calare vedrebbe lui salire a razzo verso l'alto ed il sottoscritto filare giù a terra con effetti infausti. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Telefono a Renè, il quale, reduce da un ultimo intervento al tendine d'Achille non può assolutamente arrampicare, ma farmi sicurezza quello sì, senza problemi. Si regala un giorno di permesso, tanto lì dove lavora può far praticamente cosa vuole. Ed andiamo, felici e spensierati, un giorno lontano da tutti a fare un po' i matti, cosa che ci riesce ancora abbastanza benino. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"></span><br />
<a name='more'></a><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">A volte anche una telefonata può decidere della tua vita. Ci sarebbe da ridere.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La parete, </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">delle due che verifichiamo,</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"> è quella che mi è meno simpatica, costituita sostanzialmente da tre pannellature adiacenti: la prima verticale e relativamente semplice, quella di mezzo leggermente strapiombante e la terza particolarmente esposta. Si parte salendo dalla via più semplice a sinistra e poi ci si sposta di lato. Ogni blocco ha tre, quattro "catene" finali; sono i punti di sicurezza che costituiscono l'arrivo della via. Ed è lì che, in precario equilibrio, bisogna veramente faticare, verificando il corretto serraggio dei bulloni e l'efficacia dei punti di ancoraggio, per assicurarsi che non si siano indeboliti durante l'anno. In pratica un mezzo pomeriggio di sporco, duro e faticosa lavoro. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quel giorno inizia storto, tanto per cambiare. Comincio ad accumulare ritardo già dalle prime ore del mattino, per cui arrivo a prendere Renè trafelato, senza aver avuto tempo né per un panino veloce né per bere. Ma non me ne preoccupo.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Una volta sul posto mi cambio, calzo strette le scarpette, allaccio l'imbrago che carico di rinvii, moschettoni, chiavi inglesi legate con un cordino di sicurezza, il telefono per fotografare ogni eventuale anomalia, insomma tutto il necessario per affrontare le vie. Poi la magia del gesto, familiare e confortante delle mani nel sacchetto della magnesite ed il soffio a levare la polvere in eccesso e poi via, si sale.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sulla via facile gli appigli sono abbastanza vicini e comodi, arrivo su in fretta, una decina di metri. Mi assicuro ed inizio. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il grosso fastidio di questa palestra è rappresentato dal poco spazio rimanente tra la fine della via e le travature metalliche del soffitto: si tratta solo di pochi centimetri, che non ti permettono di "lavorare dall'alto" comodo e tranquillo: devi tenere le gambe in tiro e braccia sempre in alto, la posizione è estremamente innaturale ed alla lunga stancante; mentre nella palestra dell'altra scuola mi siedo sul bordo superiore della struttura e posso tranquillamente riposare gambe e braccia qui no, sono sempre sui muscoli. Finisco il primo pannello e mi sposto di lato su quello adiacente, strapiombante, che sono già sudato. In questo, più esposto, la fatica si fa sentire </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">maggiormente</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">, o</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">gni tanto sono costretto a tenere le braccia distese lungo il corpo per sciogliere i muscoli. Renè, di sotto, chiacchiera tranquillo, tanto sa che mi sono autoassicurato, ho bisogno di lui solo negli spostamenti sulla via adiacente. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Finisco anche questo pannello e mi preparo per l'ultimo, poi, verificato anche questo, potrò finalmente ridiscendere. Ma sono già veramente stanco. Ancora non me ne rendo conto, ma sono praticamente disidratato.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Un rapido passaggio di forza e sono con le braccia sulla parte più strapiombante, indovino due appigli per i piedi e poi mi assicuro sui miei cordini, liberando nuovamente la corda con cui Renè mi assicurava fino a poco prima. E riprendo il lavoro, stringo denti e bulloni, sbuffo, mi puntello con le gambe per trovare la posizione meno faticosa mentre le braccia protestano, le gambe con i piedi su appigli minuscoli hanno un tremolio che non riesco a fermare, le fettucce tirano sull'imbrago che mi stringe ferocemente la vita.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Poi qualcosa, improvvisamente accade, subentra una trasformazione maligna, ho la netta percezione di un malessere definitivo, una sensazione opprimente, un vuoto gigantesco che mi prende, si insinua lento e velenoso, risalendo dalle articolazioni al petto e in gola e mi vuole racchiudere al suo interno, annullandomi. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Renè non va, sto morendo" gli dico mentre guardo giù.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sono stupito per primo delle parole che escono dalla mia bocca. Lui stava raccontando qualcosa, non ricordo, si ferma di colpo, poi mi guarda e scoppia a ridere. "Ma non dire scemate - poi, facendosi più serio - schersa nén"</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Non sto scherzando - rispondo - sento che me ne sto andando". E' proprio quel malessere fisico totale che ho, che non riesco a descrivere, ma so che sta per finire tutto adesso, tra poco, sono una candela che sta esaurendo la ultime gocce di cera. Mi sto spegnendo e non riesco a far nulla per evitarlo.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Renè mi dice di mantenere la calma, ma sono la persona più calma del mondo. Con una lucidità sorprendente sento che sta per terminare tutto. Ma c'è un piccolo problema. Non voglio. Non sono disposto a farla finire qui, su una stupida parete che conosco come le mie tasche. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Lui si rende conto che quello che sta accadendo è gualcosa di serio ma può fare poco, non può venir su ed intervenire in mio aiuto. "Tranquillo - gli dico - piuttosto di rimanere appeso mi stacco dai i cordini e cado giù, mi romperò le gambe ma quelle si aggiustano". Sono lucido, ma non ho veramente più forze. Non ne ho per sciogliere i nodi, né per svitare la sicura del moschettone, la corda su cui Renè mi faceva sicurezza è sul pannello di prima, irraggiungibile. Lo costringo a slegarsi, a tirar giù la corda dal basso. Me la rimette sulla mia via con l'aiuto di un cordino. Di qui la faccio passare entro un moschettone, nuovamente attraverso il mio imbrago e poi gliela ripasso. Tirarla su, nonostante non sia che un peso di pochi chili è uno sforzo immane, ripassargliela e farla scorrere di nuovo fino a lui mi consuma fino all'ultima vitale goccia di energia. Finalmente gli arriva e si prepara a farla passare nel discensore per calarmi. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ma questa volta non c'è più veramente tempo. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Renè mi sgancio ORA, tra un secondo non ne avrei più la forza". E con un'ultima spinta delle gambe alleggerisco il peso sui cordini che mi tengono su, apro i due moschettoni contemporaneamente e li sfilo dalle sicurezze della sosta. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E cado. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Renè, che anni fa ha seguito la "<a href="http://www.scuolagervasutti.it/">Gervasutti</a>" </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">insieme a me</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">, comprende al volo, riesce a girare rapidamente la corda intorno al busto e gestisce la mia rapidissima discesa </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">a braccia</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">, alla vecchia maniera. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Due secondi, non di più, e sono a terra. Incapace di reggermi in piedi, disteso, boccheggiante, quasi morto. Quasi. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il mio socio ha il fiato grosso come il mio per lo sforzo, dopo i primi dieci secondi in cui non riesce a dire mezza parola inizia a dirmene di tutti i colori, rosso in volto e con l'avambraccio sinistro ed i palmi delle mani pieni di piccole goccioline rosse, dove il calore della corda, sfregando, gli ha bruciato la pelle. E' certo che sia stato vittima di un attacco di panico e che non sia più riuscito a gestirlo. Cerco di spiegargli che ero tranquillo, ma avevo la consapevolezza che, anche se non ne capivo il motivo, se non venivo giù di corsa da lì sarebbe finito tutto. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non lo convinco. Ma a poco a poco le forze ritornano, il malessere si allontana, la nuvola lentamente disperde il proprio veleno. Riesco a rimettermi in piedi. Di lì a qualche minuto sto di nuovo bene, non ho più nulla. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sulla strada del ritorno, ragionandoci su, penso di essermi sbagliato e di aver esagerato. Macché morire, la dama oscura con con la falce aveva sicuramente di meglio da fare che occuparsi di un pirla su una piccola parete di arrampicata, probabilmente è stato un banalissimo abbassamento di pressione, chissà cosa è capitato al mio cervello che l'ha fatto andare in tilt, Renè aveva ragione, è stato un attacco di panico ed io sono il solito melodrammatico.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Eppure non sono proprio del tutto persuaso. Ho netto il ricordo della fortissima stretta alla vita data dall'imbrago. Mi vengono in mente le damine dell'Ottocento che svenivano a causa dei busti troppo stretti, ecco - mi dico - altro che morire. Stavo per svenire a causa dell'imbrago che mi faceva il vitino da vespa. Ma cerco comunque altri indizi, ho voglia di capirne di più. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Anche le ricerche sulla rete il giorno successivo non danno frutti sperati, sui siti di arrampicata non si parla di problemi simili in parete. A un certo punto però, casualmente, mi imbatto in un forum di alpinismo in cui un ragazzino alle prime esperienze chiede consigli per l'acquisto di un imbrago, le marche migliori, le caratteristiche principali e </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">la comodità. "Quest'ultima non è così fondamentale - gli viene risposto - appeso all'imbrago non ci si sta mai per lungo tempo, altrimenti potresti incorrere nella Sindrome da imbrago". Digito quelle parole sul motore di ricerca e il risultato mi fa seccare la bocca. Ricado perfettamente nelle cause, nelle modalità, in tutto. E il cuore perde un battito quando leggo che "dalla perdita di coscienza alla morte non passano che pochi minuti". Tralascio le informazioni spicciole, <a href="https://www.montagna.tv/40129/i-climber-e-il-pericolo-della-sindrome-da-imbrago/?r=1">qui</a>, ad esempio ne trovate di più utili e complete. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Giro la pagina a Renè con il messaggio "avevo ragione". Quella notte, ripensandoci, non riuscirà a prendere sonno, la mattina dopo mi telefona per dirmi che si è reso conto del pericolo che "abbiamo" corso e che devo essere contento perché è come se avessi vinto una vita nuova. Ed in effetti è così che mi sento. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Di quello strano giorno, in cui tutto, almeno per me, poteva finire, conservo un episodio, quasi comico. In casa, eccezion fatta per la consorte, non avevo raccontato nulla dell'accaduto, evitando di preoccupare inutilmente le persone che ho intorno. Qualche sera più tardi però ci incontriamo nuovamente, Renè ed io oltre ad altri amici, e mi accompagna mia figlia. Lui le sorride, le appoggia benevolmente un braccio sulle spalle e le domanda spensierato: "allora, sei contenta per la nuova vita di tuo papà?" Troppo tardi mi sbraccio alle spalle di lei per farlo tacere, Renè capisce e lascia cadere il discorso, ma mia figlia stupida non è, ha intravisto i miei gesti e si insospettisce, indaga sottobanco, mi chiede se non ho nulla da dirle, io svicolo. La sera stessa, a casa, non vista da me e con fare da cospiratrice si rivolge a sua madre "ma papà sta per cambiare lavoro?" le domanda. "No, ma perché me lo chiedi?" risponde la consorte.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Mamma siediti" le spiega la mia Ciccia "..Se lo è lasciato sfuggire Renato, prima che papà lo interrompesse. </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Penso che papà abbia un'altra donna e che voglia rifarsi una vita.....</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/wGiTPgvKktM/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/wGiTPgvKktM?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">[On Air: Pearl Jam: "Alive"] </span></span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"> </span></div>
</div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-29922542292712627122019-04-06T16:58:00.000+02:002019-04-06T16:58:52.664+02:00A million dreams<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/TJ9GYswlzsI/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/TJ9GYswlzsI?feature=player_embedded" width="320"></iframe></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ci sono parole che mi rimangono impresse, ci sono volti che non dimentico, passassero mille anni, ci sono istanti che dal nulla ritornano a galla senza un motivo, a volte basta nell'aria un </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">profumo che ti è stato troppo vicino o </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">una voce che risuona dall'altro capo del telefono, per ritrovare intatte sensazioni all'apparenza dimenticate</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">.</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"> C'è </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">una piazza che quando le cose girano più sbagliate ritrova sempre i miei passi senza che quasi me ne accorga e </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">mi dona sempre la stessa incredibile emozione. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E poi ci sono musiche che mi suonano dentro, di anni fa come di ieri, che passano dagli auricolari al cuore mentre corro, o la mattina presto nei miei viaggi in auto, che si propagano nell'epidermide regalandomi brividi, e si accostano al bordo delle palpebre inumidendole e scivolano via.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Mi è rimasta addosso una "One" degli U2, millenni fa, inscalfibile, non posso non riascoltarla senza ritrovare l'atmosfera di quello studio, io giovane neolaureato di belle speranze così sfacciatamente entusiasta, Lei la chiamavo proprio One, faceva un mestiere così simile al mio, era bellissima e matta come un cavallo. Chissà dove sarà ora. Una notte di rabbia violenta come solo gli innamorati pazzi stracciati sanno provare, insieme a due miei amici (probabilmente l'alcool aveva fatto la sua parte, uno dei due si sarebbe sposato l'indomani) abbiamo spostato tutti i segnali stradali delle vie del centro della sua città fino a fare convergere tutta la circolazione nella piazza dove abitava lei</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms", sans-serif;">, senza vie di uscita</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms", sans-serif;">. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Nel corso della vita altre, non tantissime, sono passate come l'acqua del fiume, qualcuna è caduta nel dimenticatoio, ascolto e non riesco a recuperarne il disegno nascosto che le rendeva così speciali, quasi sicuramente non sono più il me stesso di allora. Altre però sono rimaste, sintomo che quella parte di me non si è arresa. Il Canone di Pachembel ad esempio, testimone del passaggio alla mia vita adulta. Blucobalto dei Negramaro ha coinciso con le mie parole qui, un'incredibile canzone di Elisa ed una di Jovannotti sono come tatuaggi musicali che so per certo non scoloriranno.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Alcune mi affascinano senza un motivo, quel preciso connubio tra voce, note e molto spesso video è la combinazione giusta per attraversarmi senza fatica, chissà perché.</span></div>
<br />
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ricordo benissimo quanto mi abbia coinvolto </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">il tributo della nazionale di nuoto sincronizzato all'evento <a href="https://www.youtube.com/watch?v=qeTMBW5NBOM">1D Day</a>, o il groppo in gola e l'incredibile energia associata al brano di esordio dei <a href="https://www.youtube.com/watch?v=JozAmXo2bDE">Rockin'1000</a>, la riuscita di un sogno di un folle visionario come Fabio Zaffagnini, riuscire a far suonare e cantare insieme 1000 persone. </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; text-align: justify;">E visto che siamo in tema di folli visionari cosa possiamo dire del </span><a href="https://www.youtube.com/watch?v=C_i843Owka0" style="font-family: "trebuchet ms", sans-serif;">lancio della Tesla</a><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms", sans-serif;"> verso Marte sulle note di </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms", sans-serif;">"Life on Mars" di </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms", sans-serif;">Bowie. Io l'ho trovato da brividi, brividi veri. </span></div>
</div>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Che volete, dietro la mia rude scorza da plantigrado burbero e solitario molto probabilmente si cela un mollaccione e pure di una certa età. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In questi giorni invece ascolto questa quasi a ciclo continuo, la ritrovo molto spesso la mattina in radio, la metto al pc mentre lavoro, ogni tanto me la canticchio sottovoce mentre mi concentro su un progetto. Perché non è solo l'incredibile voce o la musica, ma è perché mi ci ritrovo, perché in queste parole ci casco dentro con tutte le le scarpe, è esattamente come sento di essere. Perché ho un milione di sogni in cui sperare che mi tengono a galla, e voglio ancora sognarli tutti, dal primo all'ultimo. Perché mi ostino, perché sono e voglio ancora sentirmi vivo. Ed i sogni reggono il "voglio" e non i "vorrei", se no che sogni sono. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E quindi voglio scoprirli, voglio la fatica del costruirli, l'emozione del realizzarli. Voglio i fallimenti ed i successi, per esperienza so che saranno molti più i primi dei secondi, ma fa parte del gioco. Voglio avere gli occhi che riflettono un tramonto in parete, voglio correre una seconda maratona, voglio sentire il cuore accellerare i battiti senza un motivo, voglio prendere il vento giusto e l'onda migliore. Voglio passione, voglio sbagliare, voglio incoscienza e un pizzico, il giusto, di sana follia.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Alcuni mi dicono accontentati, comincia a guardare alle spalle, valuta la strada percorsa. Ad una cena di qualche giorno fa con amici, più di uno ha parlato di pensione, e quanto manchi e speriamo solo che arrivi. Io, l'unico, ho risposto che non ci penso nemmeno, non mi sento pronto. T</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms", sans-serif;">utti, compresa la consorte, </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms", sans-serif;">mi hanno guardato come si guardano gli stolti, mentre le parole della canzone (</span><span style="color: purple; font-family: trebuchet ms, sans-serif;"><i>They can say, they can say it all sounds crazy</i>) </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms", sans-serif;">mi ritornavano in mente</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms", sans-serif;">.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms", sans-serif;">Forse alla lunga avranno ragione loro, non so. Ma per il momento mi piace ostinarmi a non voler considerare il percorso del tempo ed a continuare a guardare ogni cosa con occhi diversi. I milioni di sogni aspettano. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E giusto per lunedì vado ad arrampicare. In una palestra dove l'anno scorso a momenti i miei sogni stavano per interrompersi bruscamente. Ma questa è un'altra storia che racconterò, prima o poi. </span></div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-80128448787180681522019-03-08T19:34:00.002+01:002019-03-08T20:33:55.329+01:00Scrivo in treno<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_C6848Na6jK0o5QP6Gh3C41eqed2ihqJEC4oLh2tca15uuvrGnl1MYnE9R9exUcyF4rSp9cX4XuJyS-NmQtaJM4xcCRm-LkFhfetjLsRRkKLJ8Rk0WoZNFIMehBjP7Rd9CBSR_CCXlPo/s1600/train+thoughts.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="413" data-original-width="798" height="331" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_C6848Na6jK0o5QP6Gh3C41eqed2ihqJEC4oLh2tca15uuvrGnl1MYnE9R9exUcyF4rSp9cX4XuJyS-NmQtaJM4xcCRm-LkFhfetjLsRRkKLJ8Rk0WoZNFIMehBjP7Rd9CBSR_CCXlPo/s640/train+thoughts.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 6pt;">
<span style="color: #7030a0;"><span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">E’ una novità che mi piace, mi si confà, e mi dà una
discreta soddisfazione. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 6pt;">
<span style="color: #7030a0;"><span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Mi sono recentemente meritato un portatile nuovo, molto
figo, sottilissimo; ho detto al socio che costituiva una sorta di indennizzo dovuto al
fatto che che lo debba sopportare, lui, titolare di cattedra del corso “ho il
cervello che non funziona” associato ad
un master in “meno male che ne hai ancora voglia tu, di lavorare”. E lui non ha
battuto ciglio. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 6pt;">
<span style="color: #7030a0;"><span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Ho sempre guardato un po' in tralice quelli che scrivono sul pc
in treno, in aereo, sulle panchine alla stazione, incuranti del mondo che gli circola intorno. Che cacchio di lavoro dovranno svolgere di così
urgente, 'sti yuppies incravattati del terzo millennio, ho sempre pensato, avranno da
salvare il mondo dagli attacchi un hacker velenosissimo, magari staranno
ultimando una formula che gli varrà il Nobel per l’astrofisica, o molto più
semplicemente se la stanno tirando a pacchi? <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 6pt;">
<span style="color: #7030a0;"><span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Io che alla mia “bella” età invece, molto spesso passo la maggior parte del tempo a guardar fuori dal finestrino. E mi ci perdo, dietro ai
filari di alberi che scorrono al contrario, sussulto all'improvvisa
tumultuosa pressione sul finestrino data dal passaggio di un treno contrario e mi
interrogo sempre su quali vite abbiano fatto parte della mia vita per
quell'attimo irripetibile e viceversa; io che se non mi vedono i controllori appanno ancora
il vetro con il fiato per disegnare improbabili nuvole ed animali fantastici. </span></span><br />
<span style="color: #7030a0;"><span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Lavorare non lo ritenevo concepibile, ragionevole,
sensato, con così tante cose da fare, bah. Che spreco di immaginazione, sognare resta sempre la maniera migliore per impiegare il nostro tempo. </span></span><br />
<span style="color: #7030a0;"><span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="color: #7030a0;"><span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Un
viaggio in treno è una meraviglia sempre, sa di nuovi arrivi, di intrecci, di baci lasciati sul predellino, di biglietti stracciati e di altri ripiegati con cura e riposti in una scatola che li conserverà per anni, di occhi che ti carezzano allontanandosi, di
pensieri che volano liberi sulle rotaie, odora ancora dei festosi viaggi da piccolo per andare
al mare alla casa dei nonni e dei miei sogni intatti di allora. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 6pt;">
<span style="color: purple;"><span style="color: #7030a0;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Poi però, complice un cantiere in una cittadina che, in treno, è molto più comoda da raggiungere rispetto all'auto</span></span><span style="color: #7030a0; font-family: "verdana" , sans-serif;">, che c'è una riunione indetta all'ultimo minuto e ho una corposa relazione ancora tutta da preparare eccomi qui, seduto nello scompartimento con il mio nuovissimo HP superfigo sulle ginocchia.</span><span style="color: #7030a0; font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span></span><br />
<span style="color: purple;"><span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="color: purple;"><span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">E il tragitto di andata è stato una vera sorpresa. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 6pt;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Il ritmico rumore treno rilassa, mi isola, mi aiuta a concentrarmi, intravedo lo scorrere
del verde, delle cascine in lontananza, dei cavi dell'alta tensione con il
loro apparente movimento ondulatorio, ma non ne vengo disturbato, anzi. Ho scritto,
per mezz'ora filata, senza una pausa né per dovermi fermare a pensare, le parole
venivano giù da sole, tutte belle ordinate, proprio come adesso. E a momenti non mi accorgevo
di essere arrivato alla stazione e se non chiudevo tutto in fretta e mi catapultavo giù proseguivo diritto filato verso il mare,
potrebbe essere una buona scusa da tenermi per una delle prossime volte. La riunione è andata benissimo, la relazione era esattamente come doveva essere.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 6pt;">
<span style="color: #7030a0;"><span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Al ritorno, dopo aver sbrigato un paio di pratiche veloci,
mi è venuto lo sghiribizzo di provare a tornare qui, che a questo posto mio ho
così tante cose da fargli sapere, che ci sentiamo sempre troppo poco, ma io so
che lui sa e sa aspettare. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 6pt;">
<span style="color: #7030a0;"><span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="color: #7030a0;"><span style="color: purple;">E allora ho provato ed anche in questo caso, come
durante il viaggio di andata, le parole hanno cominciato a mettersi in fila,
pazienti, ad aspettare il loro turno, senza prevaricare, senza decidere di
svanire per la troppa attesa. I pensieri del treno scelgono come arrivare, sono quasi tutti lievi, "setacciano", aveva detto una volta chi ne sa a pacchi. Ed in dieci minuti eccolo qui, un post nuovo di zecca, senza nemmeno
rileggerlo, finito di scrivere con il
sole che disegna strani riflessi sulle poltroncine blu mentre gioca a nascondino
tra i palazzi alti, cosa che sta a significare che ho oramai abbandonato il verde
delle campagne cuneesi per ritorn</span></span><span style="color: purple;"><span style="color: #7030a0;">are</span><span style="color: #7030a0;"> nella mia città natale. Sulla destra </span><span style="color: purple;">muove lentamente la collina, laggiù in fondo intravedo Superga con la sagoma della sua bellissima basilica
barocca, conservo in un cassetto i chiodi originali che tenevano unite le lastre di copertura in piombo, recuperati su un ponteggio insieme a mio padre, quando lui era il leone ed io un ragazzino ansioso di compiacerlo, secoli fa.</span></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 6pt;">
<span style="color: #7030a0;"><span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">E' ora che con uno sguardo da yuppie annoiato abbassi lo schermo (noi
non spegniamo, lo abbassiamo con un languido sospiro di rassegnazione) e lo riponga nella borsa. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 6pt;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Oddio, a ben guardare sarebbe molto più
trendy uno zainetto tecnico, ma per il momento mi devo accontentare della terribile 24ore Samsonite grigio acciaio di quando ero studente al Poli (che faceva tanto
studente del Poli, appunto). </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 6pt;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Ma vi prometto che presto rimedierò, per essere perfettamente à la page, in linea con gli standard internazionali.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 6pt;">
<span style="color: purple;"><br /></span></div>
<span style="color: purple;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="color: #7030a0;">P.S. Nel manuale di istruzioni del mio pc figherrimo </span></span><span style="color: #7030a0; font-family: "verdana" , sans-serif;">ho letto che </span><span style="color: #7030a0; font-family: "verdana" , sans-serif;">ha installata un'applicazione che lo rende in grado di ascoltare perfettamente le mie parole e scrivere come sotto dettatura. </span><span style="color: #7030a0; font-family: "verdana" , sans-serif;">Proverò sicuramente ad usarlo, magari in un prossimo viaggio, chissà che razza di post ne
verrà fuori.</span></span><br />
<span style="color: purple;"><span style="color: purple;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Magari saprà lo stesso di nuvole ed animali fantastici, disegnati con il dito su di un vetro appannato.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<div style="text-align: right;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/SQNusGTKzxc/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/SQNusGTKzxc?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: x-small;">On air: Pat Metheny Group. Last train home</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;"> </span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span></div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-35850213841937468182019-01-28T20:38:00.000+01:002019-01-29T13:38:08.120+01:00la mia Grande<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">La vita, nei momenti migliori, corre così in fretta che non ha senso cercare di stargli a pari. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">E così tu, che mi sei stata in braccio fino ad un attimo fa, la mia Ciccia, l'altro ieri mostravi con un pizzico di orgoglio composto la patente appena ottenuta. Poi ti sei impossessata della seconda chiave dell'auto di tua mamma e quella sera stessa sei uscita da sola per la prima volta. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Ad aspettarti in garage (anche per evitare che per qualche manovra ancora impacciata la mia auto a fianco avesse la peggio) c'ero io che "venga Dottò!, a piano Dottò, e non dimentichi la mancia Dottò!" ti facevo da parcheggiatore abusivo. Eri raggiante.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Sei stata la mia piccola fino a due battiti di ciglia fa, lo sei ancora, alle volte, sempre un po' meno marcata, ma lo sei. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Hai fretta di crescere, di andare, di esplorare da sola, di scoprire il tuo mondo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Io no.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Io voglio ancora essere il tuo Totson, come usavi chiamarmi, adesso scopro di aver un bisogno straziante degli abbracci che dispensavi senza fine, ho voglia della conta dei peluche, delle fiabe - ricordi quelle che ti inventavo? - sussurrate piano fino a sentire il tuo respiro morbido a farmi compagnia. Sarà stupido, sarà sbagliato, ma non riesco a pensarla in modo diverso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Sei diventata grande così improvvisamente che ancora non me ne capacito.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Ricordati - </span><span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">mi dicevano - i momenti di lei appena nata passano così velocemente che non ne conserverai memoria, sembrerà strano ma sarà così, guarderai le vecchie foto e non ti sembrerà vero tutto quanto, dimenticherai le nottate sveglio a sentirne i respiri, i biberon, le gattonate.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Non è così, è peggio. Non mi sembrano veri questi quasi diciannove anni, questi seimilasettecento e passa giorni trascorsi con te da quel due di marzo di quell'anno là. Ti ho appena messo i braccioli e comprato una maschera, la prima volta che hai visto il mondo sott'acqua il tuo sorriso estatico non riusciva a farti tenere stretto il boccaglio, ti ho portato in seggiovia, insegnato lo spazzaneve e ti ho fatto assaggiare la cioccolata calda al rifugio, non mi sembra accettabile, la quantità dei ricordi non ci rende giustizia, voglio il rewind ed un play molto lento, voglio assaporare quell'amore incondizionato ed unico, ne voglio ancora, voglio non averne sete, mancanza. Voglio le camminate mano nella mano tra i nostri boschi, voglio levare le rotelle dalla bicicletta nuova ed accompagnarti levando pian piano la mano senza fartene accorgere nella tua prima ed incredibile pedalata tutta da sola.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Forse è proprio così che stiamo facendo. Hai levato le rotelle e ti stai avventurando nella vita. Forse un po' esitante, porse ancora incerta ma tranquilla che sono qui dietro, non ho ancora staccato completamente la mano. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Oggi sei addirittura apparsa in tv, un primo piano al servizio del TG regionale. "Sono famosa porco schifo" mi hai scritto, scherzando. Nello spezzone del video ho visto solo una liceale incredibilmente bella, altera, dai capelli lunghi e lo sguardo un po' selvatico, attenta a seguire una conferenza. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Poi sei passata in studio. Hai preso un pullman, hai attraversato la città con una sicurezza che non ti apparteneva e </span><span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">sei scesa qui vicino</span><span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">. Sei venuta a studiare. Ti ho comprato un panino per pranzo, uno di quelli che so che ti piacciono tanto. Poi, poco dopo le 17, insieme a quello che ti guarda come la Madonna del Carmelo vi ho visti andar via mano nella mano, a prendere la metro, a specchiarvi abbracciati nelle vetrine dei negozi, prima di tornare, voi due insieme, a BucodiculoPlace. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">Non mi è riuscito avvicinarmi per un bacio. Mi hai guardato un po' con quegli occhi da zingara, hai indovinato il mio malessere, quel sentirmi vagamente, timidamente fuori posto. Qualcosa di me hai capito. Ma hai sorriso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;">"Ci vediamo questa sera, Totson", hai sussurrato sottovoce, sorridendomi con quegli occhi profondi come solo tu sai.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i>"E mi sentii quasi male guardandoli andare<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i>ed invidiai il loro incontro, quel tutto da fare<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i>tutto quel tempo davanti, quel loro sperare<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i>e l’incoscienza orgogliosa della loro età"</i></span><o:p></o:p></div>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/7WuhPl48PxE/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/7WuhPl48PxE?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: x-small;">[On air: Stadio: Swatch] </span></span></div>
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-37228698842626353522018-09-08T11:23:00.000+02:002018-09-18T19:14:55.455+02:00Come si misura la felicità<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Era il 2004, a Settembre, un sabato pomeriggio.</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Una bimba di 4 anni, con i capelli a caschetto e due bellissimi </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">occhioni</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"> color del bosco </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">percorre</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">, per mano al suo papà ed alla sua mamma, il viale inghiaiato davanti alla palazzina di caccia di Stupinigi, che in quell'occasione ospita l'annuale esposizione mondiale felina. All'interno gatti di ogni specie, piccoli, grandi, enormi, a pelo lungo, corto, nudi, di tutto. Con la sua manina tiene stretto il dito del suo papà, quel papà speciale e incredibile, che l'ha portata lì e che subito dopo la biglietteria si è chinato e le ha sussurrato: "piccina, scegli il gatto che vuoi, che il tuo papà te lo prende".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ora, per quelli di voi che hanno una bimba piccola che adorano ma che nel contempo godono di una situazione economica sempre sull'orlo dell'abisso, vi do un consiglio: quella frase lì sopra è una frase da NON dire MAI. Gatti, cani, canarini, cercopitechi nani, MAI.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La bimba ha gli occhi sgranati, è timorosa, il primo animale che si presenta nel percorso di visita è un bellissimo esemplare di siberiano grande quasi quanto lei che la guarda con alterigia, lei non si osa ad avvicinarsi più di tanto. "Questo no", mormora scuotendo il capino ed allontanandosi in fretta da quella lince neanche tanto in miniatura.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L'esposizione è veramente imponente, c'è da perdersi, c'è da rimanere affascinati a vedere una cucciolata di certosini mentre si azzuffano o una coppia di sofisticati siamesi languidamente distesi che ti osservano sornioni. Ma la piccola, nonostante sia piccola, non si perde, con attenzione e metodo parte e passa in rassegna tutti gli animali, su alcuni non si sofferma più di tanto, (il gatto nudo la fa molto ridere) ma molte altre volte invece prova una carezza, un grattino sotto il mento. Solo una volta si è fermata abbastanza a lungo. All'interno dello spazio una gattina bianca, con lo sguardo un po' imbronciato, sonnecchia vicino a suo fratello.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Un'ora abbondante dopo, la bambina ha esaminato attentamente tutti i gatti presenti nella rassegna. Torna indietro fino ad un allevamento spagnolo, dal nome altisonante, Montericmei - Gatos exoticos - al cui interno c'è lo spazio con la gattina bianca. Questa si avvicina timida ma dopo poco accetta le carezzine e le fa le fusa, lei gli si piazza di fianco, la guarda, mi guarda e sorride "Questo", gli dice. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il gatto (anzi la gatta) effettivamente è proprio bella. Mamma annuisce, piace anche a Lei. Vabbè. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il papà richiama l'attenzione dell'allevatore spagnolo. Sa destreggiarsi perfettamente, sa che per parlare fluentemente spagnolo basta aggiungere una esse alla fine di ogni parola. Tira fuori il portafogli. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Quantos por los gatos?" chiede, indicando il cucciolo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Mil doscientos" è la laconica risposta. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Pesos?" chiede con voce strozzata il papà</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Euros", gli viene risposto. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Un attimo di silenzio ed il papà prende per mano la piccina "Ciccia - le dice - il gattino forse non lo vendono, ma ce ne sono molti altri, sei sicura di aver visto proprio benebenebene?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La bambina non si scompone, ha la massima fiducia nel suo adorabile papà anche se in quel momento ha la voce rauca ed uno strano colorito verdognolo, lo ascolta come fa sempre, gli allunga un bacino, gli riprende il dito nella sua manina e ricomincia giudiziosamente il giro, ripassando con la massima tranquillità tutto il percorso. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Alla fine del giro la bambina è di nuovo davanti all'allevamento spagnolo "Sì, sono sicura, è questo, papino". (Papino no, ti prego, non sono mai riuscito a resistere alla sua voce quando mi chiama papino). </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Proprio sicura sicura?" </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Sicurissima, papino". (sono spacciato)</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Inizia una lenta trattativa degna del miglior venditore di borse Louis Vuitton contraffatte sul lungomare di Rimini. Non sanno mica con chi hanno a che fare, loro. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Vannos benes 20 Euros?" - </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Mil doscientos"</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"> è la risposta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"100 Euros e dos caffes?" </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Mil doscientos"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"250 Euros mi voglios rovinares?" </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Mil doscientos"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"500 Euros e non ne parlamos piùs?" </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">- </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Mil doscientos". </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non si schioda il balordo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In soccorso del genitore arriva una gentile signora dell'organizzazione, lo salva da quella situazione penosa, parla fluentemente spagnolo lei, e spiega che il cucciolo è figlio del pluripremiato campione del mondo Maynate Bulgari Serbelloni Mazzanti Viendalmare. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Corre così veloce?" domanda il papà stupito. Lo guardano come si fa con chi proprio non ci arriva, gli spiegano che i gatti più belli vengono selezionati da una giuria e scelti per bellezza, armonia delle forme, portamento. Il papà la trova una cosa degna della miglior corrazzata Potemkin di Fantozzi, ma si astiene da ogni commento. Gli viene spiegato che il prezzo è così caro perché è un esemplare da concorso e da riproduzione, quindi riservato agli allevatori che intendano migliorare il proprio allevamento. Solo un matto lo prenderebbe come cucciolo per la propria bambina.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il papà si volta verso la piccola e si china come aveva fatto la mattina "piccina - gli dice - il gattino costa troppi soldini, sei proprio sicura di non averne visto un altro che ti piaccia?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La bambina non si scompone "Papino, ma tu mi hai detto di scegliere un gatto che me lo avresti preso, è questo il gatto che mi piace e io piaccio a lui" risponde con molta tranquillità. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il papà è alle corde e si volta verso l'allevatore:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"1100 Euros e una bottiglias di San Simones?" </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Mil doscientos"risponde con un sorriso l'allevatore, che sa di averlo finalmente in pugno.</span></div>
<div>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Siglato l'accordo con una stretta di mano, viene fuori un piccolo problemino. L'allevatore ripartirà alla volta del paese iberico domenica sera, non accetta assegni né 600 cambiali da due euro, né il bonifico il lunedì, ovverosia "a babbo morto" da quel tizio che non gli sembra così affidabile. In contanti dal primo all'ultimo. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il papà si prende due giorni per recuperare il malloppo, ma le banche sono chiuse e il bancomat gli eroga, al massimo, 600 Euro, poi gli chiude anche la saracinesca e gli impedisce di avvicinarsi. Il papà telefona al di lui papà, alias il nonno della piccina. Questa la reale testimonianza della telefonata. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Ciao papà sono io, senti avrei bisogno di un piacere. Mi servirebbero entro domani 600 Euro. Me li puoi anticipare, che lunedì (martedì, venerdì.....) te li rendo?</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Sì certo, ma cosa ci devi fare?"</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"E' per un gatto, sai la Ciccia, l'esposizione felina....)</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"MA TU SEI FUORI DI TESTA!!!! 600 Euro per un gatto? Ma vai su in montagna, gira un po' e recupera uno dei randagini a cui tua mamma da mangiare, sono gratis!"</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Veramente papà il gatto ne costa 1200, ma 600 li ho recuperati io, solo che sai, il bancomat....."</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Rumore del genitore che sembra si stia strozzando.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Cos... @azz... p#rc.... Senti figliolo, TU HAI dei grossi problemi ed io ho deciso di aiutarti. Ne avessi bisogno per il lavoro, per la casa, per la macchina te li do subito, te ne do il doppio o il triplo, ma spendere tutto quel denaro per un gatto è da folli ed incoscienti. Ciao" Click.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il papà allora si rivolge al suocero, non parla più assolutamente di felini e di prezzi ma inventa una scusa plausibile e riesce finalmente ad ottenere il contante. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E' una domenica pomeriggio. Per tutta la mattina la piccola è stata una piccola pazza indemoniata, che chiede quanto manca ogni dieci minuti, che ha messo in fila per due in duecento e passa peluches sul pavimento del salotto per fare le presentazioni (prima i gatti così si abitua). Anche attraverso il dito stretto nella manina della piccina il papà sente la sua eccitazione. Arrivati allo stand l'allevatore intasca i contanti, carezza il cucciolo, recita silenziosamente una preghiera di ringraziamento e lo consegna alla piccina che finalmente se lo può abbracciare. "Si chiama Julia Roberts dei Montericmei" le spiega.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Tanto io la chiamerò Tabata", risponde decisa la bimba.</span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quanto si misura la felicità?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Perché questa è stata una delle volte in cui l'ho vista più felice, radiosa.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La famigliola fa per allontanarsi ma l'allevatore la ferma "Non potete andare" spiega in un italiano nemmeno tanto stentato (capiva la lingua, il bastardo) "E' stata scelta dalla giuria nella categoria cuccioli, non appartiene più al mio allevamento, tra poco dovete presentarla sul palco" Il papà non ha intenzione certo di salire lì sopra, spiega all'allevatore che quella sarà l'ultima volta che quel gattino farà una cosa del genere. L'allevatore si offre di accompagnare la bimba e così, pochi minuti dopo, una bimba impacciata con una gattina bianca si presenta timida sul palco, sotto gli occhi di centinaia di persone. "Come si chiama?" gli viene domandato "Tabata" risponde decisa "E' la mia gatta, sì", dice con orgoglio.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il cucciolo riceverà il secondo premio di categoria ed il terzo premio generale, due coccarde che andranno a finire dimenticate in qualche cassetto. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Finalmente a casa, esauriti i convenevoli presentati uno ad uno tutti i duecento e passa peluche - piacere Tabata, piacere coniglio Tippete ecc.. - mimati dalla piccola ed assecondati dalla gattina un po' smarrita, quest'ultima viene poi accompagnata nel bagno per la notte e chiusa dentro (per evitare che si possa nascondere da qualche parte nella casa grande), con qualche peluche, i generi di prima necessità e la lettiera. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Alla mattina successiva, nel bagno sono rimasti solo i peluche, oltre alla conferma che la gatta ha già imparato l'uso della lettiera. Il cucciolo è svanito nel nulla.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Interrogata la famiglia - la piccola giura di non essersi allontanata nottetempo per portare la gattina nel suo letto, il papà la accompagna all'asilo che lei è quasi in lacrime, la tranquillizza; poi telefona in studio per avvertire che farà tardi e inizia una ricerca che nemmeno i RIS della serie televisiva. Inizia dal bagno di sopra con estrema attenzione, apre sportelli, fruga nel cesto della biancheria sporca, nella lavatrice, poi chiude la porta per evitare che il felino lo freghi sgusciandogli alle spalle e passa alla stanza successiva. Due ore di indagine dopo il papà si ritrova affranto, senza nulla di fatto, nel bagno da cui è partito, seduto sulla tazza del water. Del gatto nessuna traccia, sparito volatilizzato. "Ma dove ca@@o sei" si dice, a voce bassa. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Da qualche parte sotto di lui, lento, sente come un morbido suono di fusa. Il papà si china, prova a chiamare, il suono sembra provenire dall'interno del bidet. Dietro, in corrispondenza degli attacchi, c'è uno spazio ma non ci passa la mano, l'animale si è rifugiato lì e non sa o non vuole uscire. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il papà si arma di pazienza, poi recupera un paio di chiavi inglesi e smonta il bidet, lo sposta, tira fuori il cucciolo che lo guarda con gli occhioni come il gatto con gli stivali del cartone animato, mentre gli regala un sonoro ronron di ringraziamento o di scuse.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Ti ho appena pagato milleduecento euro perciò oggi non ti uccido" dice il papà alla gatta, mentre la tiene in braccio, "ma non garantisco per la prossima volta".</span><br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Settembre 2018. La veterinaria porta via il trasportino con una gattina bianca oramai morente. All'interno della casa qualcuno piange sommessamente. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E non ho mai rifissato definitivamente il bidet.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlnReSB-aQw2MFu9bH83tjaVVRWCkBl-VT25ZS1KNhke8RHXahy1SQRHyJR9vJ59k_Ss-MNkUowipZhxein5gPhXfuYbClTYcyMqYzkhmBILJSpXjdtpgPvDfAXYwQinCq3vmpVBAJd5U/s1600/Tabi.jpg" imageanchor="1" style="display: inline; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlnReSB-aQw2MFu9bH83tjaVVRWCkBl-VT25ZS1KNhke8RHXahy1SQRHyJR9vJ59k_Ss-MNkUowipZhxein5gPhXfuYbClTYcyMqYzkhmBILJSpXjdtpgPvDfAXYwQinCq3vmpVBAJd5U/s640/Tabi.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ciao, Tabata. Eh sì, che ci mancherai</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: right;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">On air: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=cqZc7ZQURMs"><i>The year of the cat</i> </a></span></div>
</div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-85704482923087682332018-09-03T15:05:00.001+02:002018-09-04T15:05:54.015+02:00Mille splendidi sogni (quasi) infranti - Parte II<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Continua da <a href="http://dreamingandrunning.blogspot.com/2018/08/mille-splendidi-sogni-quasi-infranti.html">qui</a> </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; text-align: justify;">Passo a casa da Renè. Sono sfatto, deluso, incazzato e amareggiato. Una birra insieme per smaltire la ferale notizia e decidere sul da farsi. Per me è un disastro, ho il morale sotto le suole, oltretutto sto benissimo, mi sento in perfetta forma.... fintanto che non penso anche solo a provare un passo di corsa. Lui cerca di farmela prendere con filosofia. "Intanto fino a qui sei arrivato - mi dice - hai già fatto tantissimo, ti sei allenato per correre una mezza, e quello difficilmente lo perdi. E' vero, abbiamo fatto pochi lunghi né preparato i lunghissimi, ma per il momento pensa a guarire, poi quando ti daranno il via ci penseremo. Stai tranquillo, a Parigi ci andiamo comunque, mal che vada ci consoliamo con lo champagne e dimentichiamo mogli e guai con le belle donne del Crazy Horse!!". Nonostante la delusione bruci, sorrido.</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Dopo qualche giorno inizio con la fisio. Lo strano è che, disteso sul lettino, mi si chiede di fare degli esercizi dolci, lenti, senza sforzo, apparentemente inutili, a mio modo di vedere. "Appena senti fastidio o fai fatica smetti, qui non devi fare il maggior numero di volte una cosa, ti si chiede di farla bene ma soprattutto lentamente, accompagnandola con il respiro". Sali il gradino e scendi il gradino, ruota la gamba e riportala al centro. Gli esercizi da pensionato, li chiamo io (astenersi ogni commento). Niente corsa, vietatissima. Niente esercizi di forza, niente di nulla. Massaggi rilassanti, un po' di sedute di laser e qualche antinfiammatorio. E poi esercizi, esercizi e ancora esercizi, la mattina prima di andare a lavorare, la sera prima di coricarmi e ogni due giorni al centro. Una volta ogni tre, quattro sedute, Dante (il responsabile del centro) mi vuol vedere, tasta l'infiammazione, ne segue i punti maggiormente dolenti ma vede progressi "stai recuperando bene", mi dice. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Trattengo il fiato, mentre porto avanti i miei esercizi con un muro di ostinazione da montanaro quale sono. Non penso più a Parigi, </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">non spero nulla. Lavoro e terapia, terapia e lavoro. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Dopo due settimane inizio con una lenta cyclette. Dopo tre, Erika mi fa un cenno verso il tapis roulant. "Due minuti a passo veloce, niente corsa". Il passo veloce forse è troppo veloce, ma non dice niente, un po' sorride. I due minuti finiscono subito. Non ho male. Lei è soddisfatta "ma la strada è ancora lunga", mi dice. E così recupero, lentamente ma accade, il male è solo un sospiro lontano, ma non è mai completamente svanito. E andiamo avanti con gli esercizi, mi si corregge se ci metto troppa foga, e mi si premia ogni volta a fine seduta con qualche minuto in più sul tappeto. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Un giorno arrivo e mentre sto per dirigermi verso il lettino lei mi manda sul tapis roulant. "Cinque minuti di corsa, vai come ti senti" </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Vado che mi sento da Dio, vado che non correvo così da quando mia mamma mi inseguiva con la ciabatta in mano pronta per il lancio (disciplina di cui era campionessa olimpica) per qualche marachella combinata. Vado che sembra tutto passato, non sento dolore, ho solo voglia di correre e sembra che sia ancora abbastanza capace, anche se alla fine mi ritrovo con il fiatone ed il battito a mille. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Sei praticamente guarito" sentenzia Dante dopo qualche sera "anche se faremo terapie di conserva fino al giorno prima della tua partenza, la pubalgia a volte sa essere una grandissima stronza...." Esco toccandomi in tutti i posti possibili e non, incrociando anche le dita dei piedi. La sera stessa telefono a Renato e lo metto al corrente della splendida notizia. Lui, però, frena il mio entusiasmo e mi riporta sulla terra. "Hai perso quasi un mese, il più importante, per una maratona - mi dice - e la nostra è oramai alle porte. Non c'è tempo per finire la preparazione, ricominciamo da capo e vediamo di arrivare dove riusciremo. Ma non ci importa, in fondo, no? Adesso fila a farmi due giri da 5 e dopo mandami lo screenshot dei tempi, così vediamo come allenarti. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E così facciamo. E molto del tempo restante lo divido tra allenamenti, terapia e... ah, sì, pure lavoro e briciole di famiglia. Marzo è clemente, mi regala scampoli di primavera, le ripetute anche la sera tardi non mi gelano più le ossa. Riprovo a misurarmi e far diventare abitudine prima i quattordici, poi venti e infine i venticinque km, ma ad un certo punto è finito il tempo. E' ora.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Dopo i baci a profusione dispensati alla mia Ciccia, declinato l'invito ad indossare il braccialetto elettronico gentilmente offerto dalla consorte e una energica stropicciata alla gatta partiamo alla volta della casa di montagna, dove troverò mia mamma (che adora Renè, anche se anni fa l'aveva cacciato fuori dalle cinta murarie senza tante cerimonie..), lasceremo l'auto e prenderemo il <i>TGV</i> alla volta della Ville Lumière. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E' venerdì pomeriggio, siamo due ragazzini in vacanza, mia mamma ci ha caricati di ogni ben di Dio ("c<i>hissà cosa vi faranno mangiare quei mangialumache")</i>, non abbiamo una preoccupazione al mondo. Per tutta la durata del viaggio non facciamo che parlare e scherzare, raccontare di corse e montagne e poi ridere e far ridere le altre persone presenti nello scompartimento. Renè non è mai stato a Parigi, non avremo tanto tempo (la corsa è domenica, ma già lunedì in giornata ripartiremo) però qualche angolo voglio farglielo proprio scoprire. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Arriviamo alla Gare de Lyon che sono le dieci circa di sera, prendiamo la metro e raggiungiamo l'hotel per lasciare i bagagli (e scoprire che per un errore dell'agenzia ci hanno riservato un letto matrimoniale alla francese) ma ne usciamo subito, siamo elettrizzati, Renè non sa di essere a un tiro di schioppo dalla Tour Eiffel e riesco a portarlo vicinissimo senza fargliela scorgere e poi, di colpo, dietro un palazzo scenograficamente gli appare, luminosa, scintillante, maestosa, con la Parigi e la Senna a fargli da sfondo. Ne rimane affascinato, ha gli occhi spalancati, non se l'aspettava, tanta esplosione di luci, lo sfarzo dei grandi boulevards; questa è Parigi, la mia Parigi, che mi sussurra piano "Bon retour, tu m'as manqué".</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quella sera giriamo senza meta: percorriamo l'avenue Kléber, lui rimane a bocca aperta di fronte al lusso del <a href="https://www.peninsula.com/en/paris/5-star-luxury-hotel-16th-arrondissement">The Peninsula Paris</a>, decidiamo che la prossima volta che torneremo ci meriteremo senza dubbio una stanza in quell'hotel e sicuramente con letti separati. A due passi dall'avenue de la grande Armée entriamo in un pub, ci gustiamo due medie Affligem alla spina (che diventerà ufficialmente la "nostra" birra della maratona) che sono una vera delizia, il titolare Victor è gentile e dopo pochi minuti siamo lì a chiacchierare come vecchi amici, della nostra corsa di dopodomani, dell'Italia e della vita a Parigi. Torniamo in hotel che sono passate le due di notte. Passeremo la mezz'ora successiva a cercare di svegliare il portiere di notte, quest'ultimo in piena fase REM.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il giorno dopo, freddo e nuvoloso, trascorre in fretta tra recupero dei pettorali, una gita alla Défense la mattina ed un pomeriggio da turisti tra ponti, il quartiere latino, l'Ile de la Cité. Entriamo a Notre Dame in punta di piedi, Renè è decisamente colpito dalla maestosità del luogo, i rosoni imponenti, i colonnati altissimi. La sera una bella corsetta di riscaldamento, e infine un'ottima cenetta in una tipica Brasserie che avevamo adocchiato poche ore prima. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Poi presto a dormire. Sarà il fatto che domani correrò la mia maratona, sarà molto più probabilmente il fatto che nel letto alla francese uno di noi due è di troppo, ma il sonno stenta ad arrivare. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L'indomani mattina sveglia presto, le sei e trenta e siamo già a fare colazione, seguo i consigli di Renè, dobbiamo fare il pieno di energia senza appesantirci e poi via, verso Avenue Foch poco distante. Arriviamo all'Arc de Triomphe che schiarisce e fa ancora freddo ma lo spettacolo è già impressionante, migliaia di runner che si cambiano, si appuntano il pettorale, fanno riscaldamento, si incoraggiano, un fiume festante di uomini, donne, ragazzi, runner improponibili con panza da bevitori di birra, signore di una certà età tenaci come l'acciaio, la moltitudine è assolutamente incredibile, siamo circa cinquantacinquemila, come se tutti gli abitanti di Cuneo si mettessero a correre. Tanti gli occhi di quelli intenti a trovare la giusta concentrazione, ma ovunque mi giri vedo sorrisi, tanti sorrisi. Renè ha gli occhi della tigre anche se questa volta non potrà partire davanti come suo solito. E' concentrato, mi porta avanti, mi spiega che le partenze sono a scaglioni </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">in funzione del tempo previsto</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"> e non dobbiamo rimanere intruppati. L'Avenue degli Champs E'liseés è stracolma. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quarantadue chilometri e centonovantacinque metri mi aspettano.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Partono i primi, i professionisti, quelli che in due ore e pochi minuti avranno già finito, esili come gazzelle e con una falcata da paura. Poi, man mano, gli altri. A un certo punto tocca a noi. Adrenalina a mille, </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">il conto alla rovescia scandito da tutti e poi lo sparo e via! sulle le note della musica di Momenti di Gloria di Vangelis a tutto volume. Unico, meraviglioso e impetuoso, il mondo si muove a passo di corsa. Percorriamo tutta la lunghissima Rue de Rivoli in un fiato, passiamo place de la Bastille, Renè continua a dirmi di rallentare, saltiamo il primo punto di rifornimento e da lì in poi corriamo con meno gente intorno, sciolti. Correre qui è un'esperienza irripetibile, i tuoi passi leggeri e veloci sono la consapevolezza di quello che sei, che sarà poco ma è tutto quello che ho e che sono, un sognatore sempre, ed è un'emozione la gente che ti incoraggia leggendo il tuo nome sul pettorale, i bambini sulle spalle dei genitori che aspettano che tu gli dia il cinque, i pompieri sulle autoscale sopra di te, le innumerevoli bande con i tamburi che ti danno il ritmo, le famiglie con i cartelloni che incitano i loro papà, bello bello, e poi tutt'intorno Parigi, Parigi e ancora Parigi, I tetti, le cancellate, i marciapiedi, l'aria di Parigi, respiro e mi inebrio, un passo dopo l'altro, la magia della Ville Lumiére scorre veloce sotto le suole. Passato Bois de Vincennes la fatica mi viene progressivamente incontro, le gambe sembrano dirmi che solo a quello le avevo preparate, mica posso pretendere di più, Renè invece è fresco come una rosa e ne approfitta del ritmo improvvisamente più turistico per baccagliare ogni fanciulla (d'oltralpe e non) che gli capiti di incrociare. Quando comprendo di aver davvero finito la benzina avverto il mio compagno e rallentiamo, voler mantenere il ritmo previsto non ha più alcun senso, purtroppo dovevamo metterlo in conto. Il lungo tratto in saliscendi sotto i ponti è il più duro. Il "muro dei 30 km" è rappresentato da un muro in polistirolo e noi ci passiamo sotto corricchiando, con gli incitamenti della gente assiepata. Da lì all'arrivo sono solo più dodici km e rotti, tento di ricordare quante volte li ho fatti come un nulla, ma a questo punto, con i polpacci che tirano ed il fiato che raschia i polmoni, sembrano dodicimila. Alterno corsa a camminata, sono sfinito, ogni punto di rifornimento è un miraggio, ma poi si recupera un po'. Al Bois de Boulogne Renè mi si affianca e mi dice se me la sento di finire in volata. Finire? Ma finire cosa? "Tra poco passiamo i quaranta, non sarebbe male tirare un po' sul serio". Accetto, gli confido che non ce la farò mai ma non sarà male morire stramazzando nelle vicinanze dell'arrivo, cerco di impartirgli alcune brevi disposizioni testamentarie. Lui, incurante del mio stato, impietosamente parte deciso e io, dietro, scopro di avere ancora briciole di energie nascoste, sfiliamo veloci e in quella manciata di chilometri di parco mi sembra di superare il mondo, chi cammina, chi corricchia sfinito, ci sono diverse persone sdraiate ai lati e aiutate dal personale delle ambulanze, il tempo sembra non finire mai. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Poi improvvisamente invece si ferma. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Un'ultima curva e, su Avenue Foch, con gli austeri palazzi a far da cornice e l'Arc de Triomphe sullo sfondo, al termine di un lungo rettilineo si staglia unico, imponente e meraviglioso, l'arrivo. Renè si fa da parte per farmelo gustare da solo, sento solo i miei passi a martellare la strada, il mio cuore che batte, le braccia che mi spingono avanti, è per questo momento che mi sono preparato, è per questo che sono serviti gli allenamenti con la pioggia, le ripetute al Ruffini, le cadute nel buio, la fisioterapia, è per quel mio voler ostinatamente continuare a sognare che arrivo con un'ultima energica spinta, e ho finito, quarantadue chilometri e centonovantacinque metri, </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">ce l'abbiamo fatta, </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">ce l'ho fatta, passare lì sotto e fermare il cronometro, la consapevolezza di esserci riuscito è da brividi sulla pelle, mi forma un groppo alla gola che mi emoziona, continuo a dire bello, bellissimo con i pugni serrati, il personale all'arrivo distribuisce energiche pacche sulle spalle a tutti, l'adrenalina di molti si scioglie in lacrime, abbraccio Renè, abbraccio chi finisce insieme a me, Renè cerca di abbracciare le runner più carine. Riceviamo la medaglia un po' pacchiana, che indossiamo con malcelato orgoglio e ci facciamo scattare una foto insieme, Renè sembra reduce da un picnic, io da un bombardamento. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il resto di quelle magiche giornate rimangono ricordi solo nostri, che non possono interessare a nessuno. In valigia, oltre alle nostre medaglie - la maglia la indosseremo orgogliosamente durante il viaggio - porteremo qualche regalo per i nostri cari, un paio di bottiglie di Chablis per mia mamma (che apprezzerà) ed i mille frammenti che costruiranno il ricordo di questa splendida avventura insieme. Come un passaggio da Narnia, il TGV ci riporta velocemente alla vita di tutti giorni, alle nostre quotidianità, mentre il recente passato comincia già ad avere i contorni di un bellissimo sogno, così come è giusto che sia. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd4jUP-ZAh_KumUwJWDkeE_ZWVW72pTkSEDVOuunbDPslKfDdMrUB570loT36Zj4Mx5Zhz1L5B2HCVOByT0DcoqZXyll6IkyUW2-55pSX2x_-AkudXGW2F6zHtxEkeM-uHVAZlo_G3jjM/s1600/IMG_20160403_165444.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="538" data-original-width="538" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd4jUP-ZAh_KumUwJWDkeE_ZWVW72pTkSEDVOuunbDPslKfDdMrUB570loT36Zj4Mx5Zhz1L5B2HCVOByT0DcoqZXyll6IkyUW2-55pSX2x_-AkudXGW2F6zHtxEkeM-uHVAZlo_G3jjM/s400/IMG_20160403_165444.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il sogno non si è infranto. E ne restano ancora molti altri</span><br />
<div style="clear: both; text-align: right;">
<h2>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif; font-size: x-small;">On air: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=Wf9bTZ1DeSw">telecronaca del sogno</a></span></h2>
</div>
<br /></div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-89009796010258780362018-08-29T19:12:00.000+02:002018-08-29T19:25:55.678+02:00Mille splendidi sogni (quasi) infranti<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSM7IjobA4Hc84DonXVlVIHBXwnOyCU68RzVIPqiCwI2-Sr8Zz2QRkJcsWt4nlVmKHzx36Hfj5Tm61dnOVyx13QeGH3HDgX4J7lXBQBJlOeRGrkNX14jr0ofucPiFiTVpcxHlQf8M0PCw/s1600/IMG_20160401_172926.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="983" data-original-width="983" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSM7IjobA4Hc84DonXVlVIHBXwnOyCU68RzVIPqiCwI2-Sr8Zz2QRkJcsWt4nlVmKHzx36Hfj5Tm61dnOVyx13QeGH3HDgX4J7lXBQBJlOeRGrkNX14jr0ofucPiFiTVpcxHlQf8M0PCw/s320/IMG_20160401_172926.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">N.B. Post iniziato a scrivere tempo fa. Poi le mille grane,
il poco tempo a disposizione, mi hanno allontanato da qui. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Negli ultimi mesi ho corso. Tanto<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ho corso perché in quei passi veloci che tirano sulle gambe
ho ritrovato un po' di quel me nascosto anche a me stesso, insieme ai miei
sogni più inverosimili e spregiudicati, alle mie speranze assurde che si
ostinano a non voler abbandonare la mente. Ho ripercorso marciapiedi e fatiche, attraversato nebbie intente a giocare con filari di alberi, ho visto il mio fiato uscire in sbuffi
densi e l'ho lasciato a dissolversi alle mie spalle.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ho sentito i miei passi leggeri all'inizio e molto più spesso
maledettamente pesanti alla fine.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ho corso perché abbandonarsi e dire - basta, fate un po'
come volete, io mi tiro fuori - non fa parte del mio modo di vedere la vita. Ci
provo badate, sbuffo e penso che lo farò, che ad un certo punto vaffanculo al
mondo e getterò la spugna, poi mi siederò sconfitto su un marciapiede da
qualche parte con la rabbia dei perdenti tra i denti, ma poi con la logica
degli "solo altri dieci passi" e "dieci passi ancora" e
ancora "solo più questi poi giuro che basta", va a finire che la fine
della giornata, ancora una volta, su quel gradino non mi ci ha visto seduto nessuno. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E inseguo i miei sogni, loro, molto più veloci e leggeri di
me, ma sempre maledettamente, meravigliosamente miei. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per voltargli le spalle ho tempo. Ancora un po'. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Così ho ricominciato. E, nella rosa dei sogni a disposizione
me ne sono scelto uno luccicante, uno bello da inseguire ma impossibile, come mi han
detto in tanti.</span></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Numero 51506, D&R, iscritto alla quarantesima
edizione della Maratona di Parigi. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ci hai un'età. Ma perché Proprio Parigi, direte voi. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Perché sì. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Perché ci ho corso che ero giovane come l'aglio e la Senna
che mi scorreva a fianco me la ricordo come fosse ieri. Correre era una
meraviglia, partivo libero e leggero dal pont Mirabeau fino all'Ile Saint Louis e
tornavo indietro che non mi accorgevo neppure di correre, tanta era la
bellezza, l'aria, i profumi, che mi circondavano.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Perché Parigi conserva angoli di malinconia che sono miei, che ho lasciato lì ad aspettarmi ed era giunta l'ora che li ritrovassi.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ho telefonato a Renè, eravamo in settembre; mentre scherziamo e ci raccontiamo gli aneddoti delle nostre rispettive vacanze, con noncuranza sgancio la bomba: "che ne pensi di una corsetta a Parigi ad aprile? E' il quarantesimo". Lui fa una pausa, cambia il tono di voce e mi risponde: "se parli con un minimo di giudizio guarda che non è uno scherzo, e siamo già in ritardo". Io gli rispondo di non esser mai stato così serio in vita mia. "Ma ho deciso di meritarmi questa sfida importante, e se una maratona deve essere, allora deve essere lì". </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Renè, per chi non lo conoscesse, è un mezzo fuoriclasse. Di maratone ne ha corse diverse (</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">ha un personale di 2h 43") </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">è stato anche campione italiano in categoria Amatori su diverse distanze. Insomma un mostro, che, anche se adesso è anziano, continua a correre dannatamente forte. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Gioco mio, regole mie", mi dice "Se la facciamo la corriamo insieme, fianco a fianco tutta, dall'inizio alla fine, a me non interessa il tempo. Ma da giovedì prossimo a Parco Ruffini alle 17,30 si inizia a fare sul serio". Inutile tentare di mediare per l'ora sostenendo che ho uno studio ed un lavoro caotico e imprevedibile, e che alle 17.30 sono normalmente solo a metà giornata. "Le condizioni non sono negoziabili". Mi tocca capitolare. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il primo giovedì arrivo in ritardo di quaranta minuti, complice un cantiere distante. Renè sbuffa ma mi fa cominciare. "Partiamo piano" sa di presa per i fondelli, lui davanti io dietro. Sceglie i ritmi - giusto per rompere il fiato - e per un'ora e mezzo mi massacra. Finisco che ho la lingua sotto le suole e male ovunque. Mi lascia anche i compiti a casa, dei piani di allenamento ogni due giorni, e devo inviargli lo screenshot di Endomondo a fine corsa. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il secondo giovedì tardo di nuovo. Questa volta si fa serio e mi dice che se arrivo in ritardo ancora una volta la finiamo lì. - Hai scelto un impegno - mi dice - e questo impegno viene sopra ogni cosa, sopra il lavoro. Se ti dico di correre corri, nessuna scusa. E se non ti sta bene non ho intenzione di andare avanti a sprecare altro tempo. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Da quel giorno in poi non ho più tardato. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple;">Il 24 settembre mi arriva la mail: "</span><span style="color: purple;">Félicitations, vous êtes bien inscrit au Schneider Electric Marathon de Paris le dimanche 3 avril 2016 ". Abbiamo finito di far finta, ho il biglietto, ho prenotato il treno e scelto l'albergo vicino all'Arc de Triomphe, ho l'adrenalina a mille e telefono a Renè che mi confessa, molto candidamente, di non essere riuscito ancora a fare l'iscrizione. Ma abbiamo ancora almeno un mese di tempo - mi rassicura - non serve tutta questa fretta. Il 24 ottobre le iscrizioni vengono chiuse e scopro che se ne è bellamente dimenticato. Riuscirà comunque, non so ancora come, a recuperare un'iscrizione grazie alle sue conoscenze all'ultimo minuto. </span></span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple;">E in quel periodo la corsa diventa la mia vita. Riempie il mio mondo, i miei pensieri, ogni mio momento libero, non lascia spazio ad altro. Mi si insegna a dosare l'energia, a tenere un passo costante, ad andare piano per andare più forte. Cominciano i lunghi e i lunghissimi - il primo di questi mi stravolge - per poi iniziare tutto da capo aumentando di volta in volta il ritmo. Diventa un impegno vero. Corro la mattina presto o la sera tardi, immerso totalmente in me, nei miei pensieri, nella mia determinazione. Cado due volte, complice il buio, rientro sanguinante ma non mi fermo. Corro con Renato e la sua capacità di insegnarmi, la sua pazienza, il suo impegno, la sua incredibile forza d'animo. </span></span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple;">In poco più di tre mesi corro circa 450 km, e pian piano inizio a farlo diversamente, a spingere e non a trascinarmi. Rientro sempre stravolto ma deciso più che mai a non fermarmi. Corro con la pioggia, con il gelo aggrappato alle dita, con lo scaldacollo sulla bocca a riscaldare l'aria di ghiaccio, con il miraggio della doccia calda da cui è sempre difficile uscire.</span></span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple;">Una sera di febbraio arrivo a casa intorno alle 20. Mi cambio velocemente e vado. Ho in programma qualcosa di veloce, due volte i 5 km ad un ritmo medio. Un veloce riscaldamento e via. Vado bene, ma dopo il primo giro una fitta dolorosa dall'interno coscia mi si propaga per metà gamba. Mi fermo e smette. Riprendo e ricomincia. Decido di finire il giro, lo finisco male e dolorante. Telefono a Renè, il quale mi dice che forse abbiamo preteso un po' troppo da me, che abbiamo tenuto ritmi troppo serrati complice il poco tempo a disposizione. "Prenditi tre giorni di pausa, non fare nulla, nemmeno bici, riposati, che te lo meriti, riprendi lunedì". Così faccio, in tre giorni il male svanisce completamente, e mi sento bene, in forma come poche altre volte, forte. </span></span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple;">Lunedì sera arriva che, dopo tanto tempo, ho veramente di nuovo voglia di correre e andare, mi sento bene, benissimo. Parto.</span></span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple;">Il male mi aggredisce dopo meno di un minuto, una rasoiata dall'inguine al ginocchio sinistro, un dolore che impedisce la falcata, provo a forzare di meno ma niente da fare, correre è diventato impossibile. Mi fermo sconsolato. Mi rivolgo il giorno dopo a un fisioterapista, uno bravo, uno di quelli che <i>vedrai che ti rimette a posto</i>. </span></span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple;">La diagnosi è infausta e veloce: "Pubalgia, almeno un mese, un mese e mezzo di stop e poi lenta terapia di recupero". Mi arriva addosso un macigno. Non è possibile, sostengo io, tra un mese e uno spicciolo di giorni ho la maratona, non posso, è assolutamente fuori discussione. "Anche se avessi la finale di Champions domani - risponde lui placidamente - non cambierebbe nulla. Ti fermi qui, ora. Non si può fare diversamente. </span></span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple;">Renato ha il morale a terra forse più di me, pensa forse di avermi spinto troppo, di aver forzato eccessivamente. Ma la colpa non è sua, il tempo, la forma, era tutto troppo tirato.</span></span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple;">Il sogno, il mio bellissimo, incredibile, luminosissimo sogno, si infrange, una miriade di frammenti brillanti mi crollano dolorosamente addosso. </span></span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="color: purple;"><br /></span></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">[continua..... ]</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">On air: e nel frattempo, il boss, <a href="https://www.youtube.com/watch?v=UJ9EFgfa0Ts">si diverte a prendermi in giro</a> </span></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com632 Avenue Foch, 75116 Paris, Francia48.873174564558781 2.288151830852257348.867952564558777 2.2780668308522571 48.878396564558784 2.2982368308522574tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-13506847077258410792018-03-02T12:08:00.000+01:002018-10-05T19:48:31.845+02:00Apri le braccia e poi vola<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuc9IlOAZYrH3NvNQ5EHTmrHhvq24ebRnusdvfatoqJlmj7bKApKeoflAoj3VsrafeRiVTQdFqvcE8mncgbxb1CyQWvItM05ItR095Aa6aTf9mgJYeqjtj1DEs9dvC2bheyuu7BWPVd0s/s1600/Franci02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="889" data-original-width="1590" height="357" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuc9IlOAZYrH3NvNQ5EHTmrHhvq24ebRnusdvfatoqJlmj7bKApKeoflAoj3VsrafeRiVTQdFqvcE8mncgbxb1CyQWvItM05ItR095Aa6aTf9mgJYeqjtj1DEs9dvC2bheyuu7BWPVd0s/s640/Franci02.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Chi lo avrebbe mai immaginato. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sei la mia Ciccia così tanto che non riesco a ricordare la mia vita senza di te. Lo sei sempre stata, da quella volta lì, che me la ricordo benissimo, io nella sala d'attesa d'ospedale la mattina presto, che non non avevo la più pallida idea di quello che voleva dire diventare padre e l'infermiera che, dopo avermi chiamato per nome ed avermi fatto entrare nella piccola stanza, ha fatto formalmente le presentazioni e sorridendo ti ha scodellato tra le mie braccia, ancora incapaci di tenerti come si deve. Lo imparerò in fretta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non potevo immaginare che cosa mi sarebbe capitato di lì a qualche minuto. Non avevo idea del fuoco d'artificio silenzioso, di come mi avrebbe trasformato dal di dentro stringere e cercare di comprendere quello strano esserino frignante, quel microbo grinzoso con le manine strette a pugno e quelle affascinanti minuscole dita con le piccole unghie affilate come rasoi, i radi contatti con te fino a quel momento li avevo avuti esclusivamente tramite le ecografie e quell'incredibile e velocissimo cuore al galoppo che risuonava dagli altoparlanti del macchinario.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sono stati anni bruciati in un battito di ciglia ed adesso guardati lì, una donna fatta e bellissima, </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">quel tuo sguardo un po' da zingara </span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">con gli occhi di mare profondo ed i lunghi capelli scuri. Diciotto anni compiuti. Sei ufficialmente grande, puoi votare, puoi firmarti le giustificazioni, puoi ordinare alcolici, puoi finalmente abbracciare il mondo da sola. E io ancora sono incredulo che tutto questo tempo sia passato così in fretta, a volte penso che ci vorrebbe del tempo sospeso, la possibilità di metterlo in pausa per poterlo assaporare, un rapido rewind per ritrovare intatte le sfumature dei momenti migliori, un avanti veloce su ciò che ha fatto cadere le lacrime dai tuoi occhi, che sono per me un incanto. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Abbiamo gattonato insieme per centinaia di volte dall'ingresso alla sala, tu per far cadere con metodica determinazione tutti gli oggetti dal tavolino in fondo ed io per rimetterli a posto, abbiamo messo in fila centinaia di peluche per contarli e dare ad ognuno un nome, abbiamo preparato per diciotto volte l'albero di Natale insieme, anche se la prima volta guardavi stupita. Abbiamo preparato cartelle e il bacino prima di entrare a scuola. Sei stata sulle mie spalle nelle nostre gite tra i monti e poi, quando sei cresciuta, per mano tenuta strettissima, così tanto che sentivo cosa pensavi. Abbiamo inventato favole della buonanotte fino ad addormentarci insieme ed era sempre un piccolo dolore spostarmi dal suono confortante del tuo respiro profondo. Abbiamo esplorato fondali azzurrissimi, maschere e mano nella mano a cercare la conchiglia più bella, vincevi sempre tu. Non hai ancora imparato a fischiare, ma non demordiamo. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ed in un attimo guardati, </span><span style="color: purple; font-family: 'trebuchet ms', sans-serif;">sei ufficialmente grande. Hai i tuoi impegni, i tuoi mille amici, le tue attività, hai già le idee chiare su cosa fare finita la scuola, e quest'anno andrai in vacanza per la prima volta da sola, con le tue amiche (e qualche amico rigorosamente selezionato). </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non so se sono stato un buon padre, non c'è un manuale di istruzioni, un corso online di aiuto, tipo "Dad for Dummies". So che ti ho avvolto a proteggerti con i miei pensieri migliori, so che ho avuto paura, so che sono stato felice come non avrei mai pensato, so che ho resistito alle durezze della vita, che non sono andato via quando magari qualcuno lo avrebbe fatto. E se non l'ho fatto, se nei momenti più sbagliati ho stretto i pugni in tasca e non ho buttato tutto all'aria</span><span style="color: purple; font-family: 'trebuchet ms', sans-serif;"> non è stato per te, credimi, ma per me che senza di te mi sarei sentito perso. Perché sei la ragione di una vita. La mia. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In questi giorni ho letto alcune delle cose su di te scritte qui. Ho riso, ricordandoci a <a href="http://dreamingandrunning.blogspot.com/2014/05/clochard-d.html">recuperare le monetine</a> da sotto la grata in montagna, mi sono commosso, rileggendo "<a href="http://dreamingandrunning.blogspot.com/2011/03/la-mano-dellangelo.html">la mano dell'angelo</a>", Ti ho ritrovato in tutte le parole, dalla prima all'ultima. Tu non sai, di questo spazio qui, mi piacerebbe che, in un futuro lontano, tu, donna fatta ed io chissà dove, capitassi qui per caso. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: 'trebuchet ms', sans-serif;">In pratica, come per le cose troppo belle, è stato tutto maledettamente troppo veloce. Ed oggi che hai diciott'anni e che hai anche altri occhi che ti guardano adoranti come la Madonna del Carmelo io sono un po' geloso, lo ammetto. Perché il prossimo tuo tempo sarà sempre meno mio. E te lo chiamo "coso" con la C minuscola per romperti le balle, minaccio sovente di spezzargli le tibie e di passargli sopra con l'auto in retromarcia ma recito la mia parte come è giusto che sia e lui </span><span style="color: purple; font-family: 'trebuchet ms', sans-serif;">in fondo è semplicemente un bravo ragazzo che ti vuol un bene dell'anima. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sei una piccola grande donna, incredibile e bellissima, pronta ormai per spiccare il volo. Non hai quasi più bisogno di me. E questo è meraviglioso e un po' desolante, a seconda di come mi guarda la luna, la sera.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Perché sei stata, e sei, il regalo più bello che questa vita mi abbia mai fatto. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: 'trebuchet ms', sans-serif;">E tanti auguri, Ciccia. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"> Tuo, per sempre, Totson</span></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
On Air: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=wDAYFVr_LRE">Un giorno mi dirai [Stadio]</a></div>
<br />
<br />Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-42199375277456931042017-03-24T15:57:00.000+01:002017-03-24T15:57:01.599+01:00E qualcosa rimane<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">tra le pagine bianche e le pagine scure.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Da ieri questa canzone mi gira in mente, senza aver voglia di uscire.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ricordi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Di me piccolo. Tu seduta alla panchina, i giardinetti vicino a casa, il sole, la terra smossa. Raccoglievo le formiche rosse e, facendo finta di abbracciarti, te le facevo scivolare nel collo. La farmacista, mezz'ora dopo che eri dovuta andare di corsa a farti vedere, mi aveva aspramente sgridato, ed io le avevo risposto tranquillamente che non potevano certo mangiarti tutta. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Avevo tre, quattro anni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Quante te ne ho combinate, e devo dire onestamente che tu non seri stata da meno. Ti ho tenuta sempre sul pezzo, pronta ad ogni evenienza che nemmeno un marine esperto in esplosivi. Come quella volta che mi hai beccato in piedi sul davanzale esterno della finestra di camera tua </span><span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">al quinto piano,</span><span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"> che mi hai acchiappato al volo e poi sei andata a farti un cicchetto di grappa, alle quattro del pomeriggio. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Hai sempre gestito la TUA vita e i TUOI figli con un cipiglio che al confronto la madre dei Gracchi aveva la grinta da commessa del reparto surgelati. Noi eravamo quasi di tua proprietà il "se ti ho fatto ti disfo", con te, non era una semplice frase ad effetto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E me ne hai combinate, eccome se. Te la ricordi la volta dell'abete, anzi del TUO abete nel TUO giardino? Alto più di casa nostra e maestoso, con i rami bassi e lunghi a carezzare l'erba, ne avevi piantati tanti, insieme a tua mamma, nel giardino di quella casa dove sei nata, ho vecchie foto in cui io e loro erano alti uguali. Lui era cresciuto proprio bene ma era cresciuto troppo, era vicino a casa - getta troppa ombra, alle tre del pomeriggio mi costringe ad accendere la luce - ed avevi deciso di tagliarlo. Io mi ero opposto con tutte le mie forze, erano i pini su cui ho imparato ad arrampicarmi, non ne avevi il diritto e non si poteva farlo impunemente. Il tuo "è casa mia e faccio quello che voglio" era stata la tua risposta definitiva, l'accendiamo? E così, al </span><span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">successivo </span><span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">fine settimana , al posto di trenta metri di abete rimanevano dieci centimetri di tronco, trasformati in sottovaso per gerani. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Non potevo perdonartela, così pochi giorni dopo ti aveva telefonato un mio amico, spacciatosi per ufficiale della forestale, che ti aveva accusato di aver tagliato un abete senza la necessaria autorizzazione. Al tuo "l'ho solo sfrondato un pochino" siamo scoppiati a ridere svelando lo scherzo, ma per un paio di settimane ho dovuto girarti alla larga.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La morte è una brutta cosa, è il respiro che è un rantolo, è la strumentazione che segue un cuore che non si rassegna a spegnersi, sono i tubi, le luci fredde e le infermiere che passano in silenzio. La morte non sei tu, che l'hai presa in giro troppe volte, che ci hai abituato a svangarla, anche quando i medici ci dicevano che non rimaneva altro che pregare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Siamo stati i tuoi figli intesi come titolo di proprietà, cresciuti con il giusto rigore, mi sento ancora adesso così tanto figlio che mi stupisco di essere padre.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Da te ho ereditato l'amore per lo sci e la montagna, anche se non hai mai visto di buon occhio la mia passione per l'arrampicata.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sei stata quella che ha insegnato a mia figlia a saltare nelle pozzanghere a piedi uniti, che quella volta là bagnate da far pena e schizzate di fango fin nei capelli, si faceva fatica a capire chi fosse la nonna e chi la nipote.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sei quella che ha cacciato via non da casa bensì direttamente dalla val di Susa il mio amico Renè, colpevole di avermi convinto a salire una via lunga, alla parete dei Militi, senza averti informato prima. Siamo tornati a sera tarda, ti eri spaventata parecchio. Accadeva almeno vent'anni fa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sei quella che tentava di arginare un bambino forse esageratamente esuberante come ero io con un'educazione che prevedeva una dose massiccia di punizioni corporali (ho diversi modellini di navi </span><span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">assemblati </span><span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">minuziosamente spazzati via da precisi lanci di zoccoli, disciplina di cui eri campionessa olimpica in carica). Sei quella che mi imbarazzava raccontando ai miei colleghi di adesso tutto quello che combinavo da piccolo, sottolineando la necessità del tuo metodo montessoriano, ma che adesso dici che sbaglio se alzo la voce con mia figlia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Mi mancheranno la quotidianità delle nostre telefonate di sera, in auto tornando a casa, le incazzature quando venivo a conoscenza di cosa avevi combinato che non avresti mai dovuto fare, da sola in montagna, e che avrei potuto fare benissimo io al primo fine settimana - ma già, tu hai così tanto da fare e non voglio disturbarti - mi rispondevi sempre.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">"Tuo padre è stato un grande uomo e di fianco ad esso c'è sempre una grande donna. Sono triste per la notizia, ma felice di averli conosciuti entrambi", è il messaggio che mi è rimasto appiccicato addosso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sei l'ultima nonna rimasta di una ragazzina che da ieri ha gli occhi smarriti ed una ferita nel cuore, a quell'età sono così difficili da curare.</span></div>
<div>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Questa volta dobbiamo lasciarti andare, e dentro di me sento comunque che è giusto, anche se sempre maledettamente troppo presto. </span><span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Dovevo finire di progettarti la veranda, me lo rimproveravi spesso perché la desideravi da sempre, pensavo di poter avere ancora tempo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Renè mi ha telefonato oggi, aveva il groppo in gola - Mi voleva bene, anche se mi ha cacciato da Bardonecchia - mi ha detto. Domani sarà ad accompagnarti, tra le nostre montagne, la parete dei militi e il suo tappeto di aghi di pino sarà a pochi passi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">A voi che passate di qua, banalmente posso dire di non smettere di essere figli, voi che ne avete la possibilità, non comportatevi da adulti, anche se avete tutti gli anni che avete, sentitevi bambini, andate a prendere la carezza che forse non è più abitudine, ma che vale più dell'oro. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ed a te, invece, ostinata e testona come solo tu sai di essere, con il bene che ti voglio adesso vai, che lassù, in una giornata meravigliosa tra nuvole e sole, c'è un grande uomo, che non vede l'ora di abbracciarti di nuovo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">On Air: <a href="https://youtu.be/KREfjcqD-Uc">https://youtu.be/KREfjcqD-Uc</a></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com18tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-77282006384799557762016-06-18T17:38:00.001+02:002016-06-21T08:32:40.755+02:00Una volta avevo un blog<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt57_wGwu4-tHDhCcPsiJyZgGFWNl2Z0OMSifgldy3u2tHDg77V38LzV0bJKP0IRXuHbDuY7JBtnrBqLII0GWG64XGThZblnpaBcJ6JgXmC7zeKPP6Jt_5NCE8XuqX1NP66VJSQ9iI-qA/s1600/Abandoned05.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt57_wGwu4-tHDhCcPsiJyZgGFWNl2Z0OMSifgldy3u2tHDg77V38LzV0bJKP0IRXuHbDuY7JBtnrBqLII0GWG64XGThZblnpaBcJ6JgXmC7zeKPP6Jt_5NCE8XuqX1NP66VJSQ9iI-qA/s400/Abandoned05.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Uno di quei posti dove amavo nascondermi, il mio rifugio segreto, l'armadio per Narnia, che ci entri e per un po', un minuto, un mese o un anno sei sparito, chissà - pensavo da piccolo - se si accorgono che non ci sono più, se mi stanno cercando, se sono disperati meglio, così imparano.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Una volta avevo un blog che era una casa con il giardino finestre grandissime e la porta sempre aperta, e dentro c'era sempre una brezza leggera che anche se qualche volta si trasformava in bufera improvvisa che fa mulinare fogli sparsi e foglie non mi spingeva mai a sprangare tutto ed a chiudermi dentro.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In questa casa i miei pensieri erano i quadri alle pareti, i bicchieri in fila nei ripiani. Erano i cuscini dei divani su cui accomodarsi meglio. Non c'era televisione, ma musica ed immagini non mancavano mai.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">C'erano dei fogli impilati qua è là, alcuni legati con lo spago, altri invece già chiusi in buste di carta marrone con la ceralacca ed altri sparsi un po' qua un po' là, erano le mie storie da scrivere, quelle già scritte e quelle magari già sognate, solo da scoprire.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">C'erano i profumi che sapevano di parole, e le parole sapevano di emozioni e le emozioni sapevano di persone, occhi, mani e sorrisi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quella casa, ha scritto qualcuno tempo fa, ha spesse lenzuola a coprire il divano e la polvere sul piano in legno del tavolo grande. Le foglie sono entrate e si sono seccate, accumulandosi negli angoli, in mucchietti disordinati.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La cucina odora di chiuso, le pareti avrebbero bisogno di una rinfrescata, bisognerebbe entrare decisi e, da buona massaia, tirarsi su le maniche e darsi da fare. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Mi hanno allontanato da qui, mi han detto vai di là che hai cose più urgenti da fare, forza, muoviti, vedrai che è un attimo e poi ci torni. Mi hanno allontanato dai sogni inseguiti e dai sorrisi inventati, dalle mie mille storie senza né capo né coda. Ho chiuso gli occhi e sono ritornato passando dal solito armadio, non si era accorto nessuno della mia assenza, come accade quasi sempre. Mi sono girato per tornare subito indietro, ma ho solo trovato uno stupido, semplice armadio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Mi sono ributtato nella mischia, ho corso, lottato, ho fatto e disfatto, ho urlato e lavorato, mi sono smarrito di me, ho definito inutili i miei sogni e dimenticandomi di loro e del passaggio nell'armadio. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Fino ad ora.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Bastava aprire la porta nel modo giusto, con quel misto di stupore e di attesa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ed eccola lì, la strada</span><span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">, come sempre, il vialetto con la palizzata e la casa ad aspettarmi, le foglie delle betulle che si muovono sorprese per la mia presenza inattesa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"Sei tornato" ho sentito una voce che sussurrava.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In quella casa sono rientrato oggi, la serratura nella porta ha faticato un po', le cerniere hanno protestato per la forzata inattività.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ho respirato il silenzio, ho sentito i miei passi rimbombare. Mi sono sentito un estraneo, fuori luogo, stranito. Una voce mi diceva che questa non era più casa mia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ho fatto finta di non averla sentita, quella voce. Ho dato due rapidi colpi di strofinaccio e mi sono seduto sulla poltrona, quella di cuoio spesso. Il suo ruvido abbraccio mi ha ricordato che l'avevo messa apposta lì, vicino alla finestra, per vedere chi si affacciava sul vialetto di ingresso. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Alla mia destra il tavolino rotondo è ancora lì, e lì sono i fogli impilati, quelli chiusi con lo spago e quelli nella busta sigillata con la ceralacca, il sigillo riverso sul fianco, quello con l'uomo vitruviano, pigramente ha ruotato di poco. Nel cassettino due stilografiche, una usa e getta che non si consuma mai, una che ricorda l'infinito ed una biro rossa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ho preso l'ultimo plico, ne ho sciolto i legacci, ho preso la penna che non si consuma mai ed ho ripreso dove avevo lasciato.....</span></div>
<br />
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com15tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-7286622414107303152015-09-01T20:37:00.001+02:002015-09-01T20:37:05.391+02:00L'estate addosso<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6ZxwYxZftrdWHgoJpRG4gzACbxc3X26URUsOfhU7HLfUPjHuUfgOQYgQgJOxN7bvLgia1qMZsZU_B8WLWprvIc9ndL55pkbQXbkS8_1mlWanr-g_TFnzhXufNSerC3aIN00ffU_qYM00/s1600/IMG-20150827-WA0003.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6ZxwYxZftrdWHgoJpRG4gzACbxc3X26URUsOfhU7HLfUPjHuUfgOQYgQgJOxN7bvLgia1qMZsZU_B8WLWprvIc9ndL55pkbQXbkS8_1mlWanr-g_TFnzhXufNSerC3aIN00ffU_qYM00/s400/IMG-20150827-WA0003.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ne è passato, di tempo, dall'ultima volta che mi sono fermato qui, tra queste righe.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ne son capitate una marea di cose, alcune belle alcune brutte. Capita, ne scriverò prima o poi, ho tante cose da buttar giù, spero di averne tempo e capacità.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ho chiuso per l'ultima volta il portone dello studio delle rose, ho fermato per un attimo il respiro ed il cuore e mi sono allontanato senza voltarmi </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">indietro. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ho un posto nuovo, ma che non mi appartiene ancora. Non è male, tutto sommato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ho cambiato auto. Superato il giro di boa dei cinquecentomila km la mia vecchia Audi cominciava ad aver qualche piccolo problemino. Quella nuova (meno vecchia è più corretto) è discretamente cattiva. Ma soprattutto, è confortante non dover prendere a cazzotti il cruscotto, per l'aria condizionata.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ho cambiato l'ordine dei sogni. Non li ho spenti tutti, certo che no.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E sono andato in vacanza, come non mi accadeva da non so quanti anni. Ne avvertivo un bisogno disperato, una fame opprimente, chiudere problemi e grane ed i pensieri laceranti </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">in un baule e nascondere la chiave</span><span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">, via tutto, in valigia poca roba ed un paio di maschere, una per me ed una per la Ciccia, che mi aspettava là nell'isola lontana, lei già abbronzata e bellissima, ancora di più se si può. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ed adesso qui. A guardarsi nello specchio e vedersi con la pelle scura che ancora non ha smesso il profumo del mare, ed il sorriso facile.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E se dovessi pensare a queste due settimane passate troppo in fretta direi solo quanto, quanto di tutto quello di cui mi si sono riempiti gli occhi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Quanto sole, quanto mare, questo è scontato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Q</span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">uanto inebriante il profumo della focaccia calda nei carugi di Genova, </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">q</span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">uanta attesa per l'imbarco, quanto nero ed oscuro e caldo di vento il mare della traversata, quante stelle cadenti in un cielo di pece, cosa stai lì a cercare le stelle che è tardi e chissà che desideri nascosti avrai mi è stato chiesto, ma i desideri non si possono svelare altrimenti non si avverano, ho sogni bellissimi che proprio non riescono a spegnersi ed hanno bisogno del fuoco cadente delle stelle per ravvivarsi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E poi di là nell'isola lontana quanto caldo, quante strade polverose, quante eliche in file disordinate a girare pigre sui crinali che ne hanno mutato, snaturandolo, il profilo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ed ecco i sorrisi, gli abbracci, la gente che chissà perché aspetta proprio te, quanta gente, gli abbracci il cibo di qui che ha un sapore diverso, l'eresia del vino nero messo in frigo, i fichi raccolti dalla pianta e mangiati caldi di sole, tutto inframmezzato all'aria di festa ed alle parole di una lingua sconosciuta e l'affetto, </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">quanto smodato, esagerato affetto, </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">continuo sempre a stupirmi, io che sono plantigrado inside.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Ed eccolo lì, finalmente il mare azzurrissimo, le lunghe distese di sabbia e le mie corse a sfinirmi della mattina presto, quando il caldo concede un minimo di tregua. E poi la sveglia alla Ciccia ancora sonnacchiosa, le lunghe nuotate, le apnee in due a tenersi la mano, le scoperte di piccoli tesori, le conchiglie che lei scova sempre quelle più grandi e belle, e tanto per non smentirsi ha pure ripescato un Euro, i banchi di pesci guizzanti e velocissimi dai riflessi d'acciaio che catturano il sole. E le arancine di Arà con la squisita cortesia delle ragazze, le scacce calde, lo spettacolare gelato del Caffè delle Rose che con un nome così non potevo mancarlo, il pesce comprato dai pescatori e cucinato lì. E le partite a carte la sera, il passeggio elegante e le mille bancarelle, i profumi, il barocco elegante di Scicli, la decadente e bellissima Modica con la cattedrale di San Giorgio che ti esplode addosso. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Ed una settimana è già passata ed allora i saluti e gli abbracci e la commozione sincera di chi è stato con te in questi giorni e ti vede andar via, ma cosa piangi come un vitello che c'hai un'età e che dovresti esser invece ben felice di liberarti di noi ed invece non vede l'ora di rivederti e l'anno prossimo non mi potete dire di no, altrimenti </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">"Mariaaa,</span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"> vidi chi </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">mi affiennu"</span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">E via da quest'isola, si attraversa quello stretto di mare insieme a chi già pensa al ritorno ma noi no, per noi non è ancora tempo, ci aspetta il lusso di un altro mare ed una marina sciccosissima, nuovi orizzonti, amici mai troppo lontani, mai in fondo persi. E lì ritrovare l'abitudine dei gesti, una barca di cui ne conosci i segreti, il gonfiarsi delle vele, la bolina stretta, la Ciccia novello marinaio che si affanna sul winch, il mio "pronti alla virata!" e la vela che si svolge e prende il vento, il timone tra le dita a seguire la rotta dei pensieri, i delfini a farci l'onore di accompagnarci, le tartarughe pigre che appaiono per respirare e se non sei più che attento te le perdi, una sola balena ma vicinissima. Ed i bagni in rada con quell'acqua verdissima, le stelle marine da mostrare a chi non sa nuotare e da riportare gentilmente sul fondale. E poi l'esercito di meduse del pomeriggio a pretendere il loro spazio nel mare e nuovo vento per trovare il porto alla sera, con il sole a disperdere mille riflessi infuocati sulla scia. E poi la stessa fotografia di mia figlia e delle sue due amiche, ma scattata dieci anni dopo, tre bambine ridenti allora e tre donne quasi fatte adesso ma con gli stessi occhi che ridono e </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">ancora poi parole, parole e risate e passeggiate, ad osservare una luna pienissima specchiarsi vanitosa nel mare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">I tanti chilometri per attraversare l'Italia con le centomila macchine del ritorno dell'altro ieri, che sono stati la nostra parentesi chiusa, li abbiamo percorsi come in sogno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">On air:</span><iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/VHcAusNO3L4/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/VHcAusNO3L4?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com29tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-74999819237433051902014-07-17T21:32:00.003+02:002014-07-17T21:42:31.023+02:00Lettera dal fronte<br />
<div class="extnorm" style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc4ppxBfrWVC4_ztSK66sspwr0p8ePLQ77sk1GvMyp0cTif9_WYIwwxuMtx7ZXf21CCx2Nq4cVzaNIc5sFwry5uIKJQCf0eAiFnOe4EjiJ5GFxxXTCXrYGS0KmLwsOFp9sJ8jRkji7-F8/s1600/fronte+07.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc4ppxBfrWVC4_ztSK66sspwr0p8ePLQ77sk1GvMyp0cTif9_WYIwwxuMtx7ZXf21CCx2Nq4cVzaNIc5sFwry5uIKJQCf0eAiFnOe4EjiJ5GFxxXTCXrYGS0KmLwsOFp9sJ8jRkji7-F8/s1600/fronte+07.jpg" height="400" width="381" /></a></div>
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sto bene e così spero di te.</span></div>
<div class="extnorm" style="text-align: justify;">
<o:p style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Continuano ad accumularsi </o:p><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">giorni strani, lenti, ingombranti come treni merci. Vaghi come sogni confusi, opachi, faccio poca distinzione tra ciò che transita nei miei pensieri e quanto che succede davvero, forse è un meccanismo di autodifesa che mi permette di superare tutto, questa guerra che stiamo perdendo, che sto perdendo, oramai è chiaro che non è più una sola battaglia. Sogni o giorni assurdamente
popolati da persone in transito, alcune che entrano ed altre che silenziosamente, escono. Per molte di queste, alla fine, probabilmente sarà stato meglio così. </span></div>
<div class="extnorm">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="extnorm" style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ci sono estranei che vagano per lo studio delle rose posando quello sguardo arrogante
e distratto su ciò che è stato l’involucro meraviglioso del nostro tempo più
spensierato senza </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">neppure </span><span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">avvertirne la presenza palpabile, che aprono porte da padroni, misurano osservano, arricciano il naso, valutano in
moneta sonante quanto costi nascondere tutto il nostro passato sotto una rasata
di intonaco fresco, che non si accorgono dei sogni che qui ancora fluttuano indecisi, non si fermano
ad annusare una rosa o le ortensie fiorite, quest'anno come non mai, come se lo sapessero, loro e volessero in qualche misura ricambiare tutte le attenzioni passate. Che non scorgono i grappoli dorati nascosti dalle foglie larghe della vite, </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">che non
guardano da sotto in su il nostro pino maestoso e che non si immaginano che i merli,
quando lavori la sera con la porta aperta, scendono sul prato ad osservarti, curiosi.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ti senti sporco, a tradurre tutto questo in denaro, ti senti sudicio a dover mercanteggiare, a condurre le trattative, ti senti defraudato quando la guerra l'hai persa qui con chi avrebbe dovuto combattere al tuo fianco e alla fine ti accorgi che aveva imparato ad imitare molto bene il suono dello sparo con la bocca. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E così tutto si traduce in questo, in quattro sogni buttati nel fango, pestati, stracciati. Che mentre tu ti ostini a tirarli fuori ed a pulirli tentando di separare le pagine fradice c'è chi pensa solo a disfarsi nel più breve tempo possibile di quattrovanipiùverandaebassofabbricatocollegatidacortileinternoprezzotrattabile.</span></div>
<div class="extnorm" style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Giorni incompleti ed inutili, c’è un insoddisfacente trascorrere di tempo che porta inevitabilmente alla fine di ognuno e poi ancora un altro e poi ancora di nuovo. I chilometri della mattina presto pesano meno di quelli che mi verranno incontro la sera e i pensieri mi accompagnano, poi Il tempo si trasforma e scorre veloce negli Ospedali, a confrontarmi con realtà sempre nuove e sempre urgenti, che prendono e mi assorbono e sembra un niente ma è già un anno che son qui e sembra incredibile ma pare che stia facendo un lavoro quasi decente e poi</span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"> altra strada e di nuovo qui, a tentare di cucire, arrangiare, risolvere, parlare parlare parlare, arrabbiarsi tanto, </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">ridere anche, </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">disperarsi solo quando non ti vedono e poi la strada che galleggia nel buio e la luna che osserva malinconica i miei pensieri cupi</span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Il giorno successivo arranco, mi assento in me stesso, metto fuori la mia maschera migliore, quella del "ma sì, dai" e ricomincio ancora.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Non so, non mi sento, non sto.</span></div>
<div class="extnorm">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Forse non saprei scrivere il secondo tempo di una canzone. </span></div>
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; text-align: justify;">Io spero finisca la guerra, ma sto bene e così spero di te.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">
<!--[if !supportLineBreakNewLine]-->
<!--[endif]--><o:p></o:p></span><br />
<div class="extnorm" style="text-align: right;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: x-small;">On air: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=Vatkvf7ebpc">E. Ruggeri: lettera dal fronte</a></span></div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com14tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-88516928380577991472014-07-10T21:09:00.000+02:002014-07-10T21:09:32.580+02:00Paura<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg15L_2-T9OEBjPunIUWc957fzhymbLX2XXEqJAPEt-LgopXlHKW3Jia_Hux8oJaAdtEkU-8rV3Pu0Ql_9eTKzhuuCoAaRToH8bigChvkuF8Bj5phANnO1GSv3Q9Tg6oZE6WlBdI_1QXV8/s1600/fear01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg15L_2-T9OEBjPunIUWc957fzhymbLX2XXEqJAPEt-LgopXlHKW3Jia_Hux8oJaAdtEkU-8rV3Pu0Ql_9eTKzhuuCoAaRToH8bigChvkuF8Bj5phANnO1GSv3Q9Tg6oZE6WlBdI_1QXV8/s1600/fear01.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ci sono volte che mi assale. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Improvvisa, subdola, liquida, irragionevole. Da zero a mille così, occupando ogni risorsa disponibile, ogni briciola di pensiero, che ti ingloba, ti lascia il vuoto nei pensieri e fame di aria.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E' atipico, sono uno abituato al coltello tra i denti, uno che ha perso quasi il conto delle volte che ha pensato peggio di così non sarà possibile.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E invece.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Uno che dovrebbe aver imparato sulla propria </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">pelle che quando il mare ti sfida ed urla di tempesta quella sfida sarebbe saggio non raccoglierla mai, perché una volta che ti sei tuffato il senso del tuo stupido, bellissimo slancio, cambia radicalmente. </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Mai che ci sia riuscito.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Ho imparato che se ne vuoi uscire l'ostinazione delle tue braccia contro il mare è inutile e sfiancante, ho capito che bisogna attendere, a</span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">ssecondare ogni mareggiata per quanto forte sia, contare le onde ad attendere un varco. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Ho imparato anche che l'onda a tradimento gonfia di schiuma che ti sbatte sugli scogli lasciandoti graffi e ferite profonde alla fine </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">non può sottrarsi alle regole e </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">si ritira, ed hai quel momento di calma perfetto, di grigie nuvole stracciate ad assisterti in cui ti devi tirare in piedi ed uscire dai giochi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ho imparato. Ma ogni nuova ondata è sempre un nuovo irresistibile richiamo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ho imparato a non farmi sconfiggere definitivamente, a non farmi cancellare la voglia di stringere i pugni e rialzarmi e che i mulini a vento sono sempre bellissimi avversari.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ho affrontato il mondo con sfrontatezza, passione ed un paio di scarpette da runner. Ho cercato di non accontentarmi mai, di bastarmi per quello che sono e nel contempo di vedere il meraviglioso nelle persone che incontro, di stupirmi, di aver sempre fame di quanto il futuro potrà riservarmi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Mi sono imposto di guardare giù da una parete a strapiombo, obbligando la mente a fidarsi di un paio di dita bene infilate in una fessura, sorridendo del vuoto che sembra volerti attirare, assaporando l'istante in cui riesci ad essere qualcosa di più di un semplice spettatore, tu, l'armonia dei gesti misurati, il tintinnio dei rinvii accarezzati dal vento.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">P</span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">oi le prospettive accade che cambino.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Cambiano e non basta, il vento gira e non trovi più il senso di niente. Di te, di quello che ha permeato la tua vita, delle tue corse, dei tuoi troppi sogni sempre tutti sbagliati, del tuo entusiasmo, del tuo per una volta deve andare diverso. Dell'inutilità del tuo stupido affannarti a tenere insieme le cose, della voglia di coinvolgere, convincere, osare, brillare. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Cambiano e alla fine ti trovi di colpo spossato, senza più forze per poter pensare, stanco nei gesti e nella mente, opaco, spento. Stufo, stufo stufo, con la voglia di dire basta al mondo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Perché che senso ha combattere. Che senso ha dannarsi l'anima per conservare intatti i propri sogni, per difenderli sopra ogni cosa. Che senso ha voler contrastare il marcio, la grettezza, l'egoismo. Che senso ha rimanere fedeli a se stessi, che senso ha l'ostinazione contro ogni piattume. Sei uno contro mille. Sei un uomo solo su uno scoglio ed il mare è in burrasca e se guardi l'orizzonte non ne vedrai la fine di quelle onde pronte a ricacciarti indietro ancora e ancora, è inutile che ti ributti dentro, non potrai vincere, troppo tardi </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">scoprirai di essere ancorato al fondo e </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">n</span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">on riuscirai più a riemergere. </span></div>
<div>
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Svègliati e smettila una buona volta. Volta le spalle a tutto e vai via. </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Via, lontano, e anche da quello che volevi essere, via, lascialo qui, insieme a questo posto che è stato la tua vita per troppo tempo. Ascoltala questa paura irragionevole che ti assale, quella mano che ti affonda nel petto e ti stringe il cuore, il grigio che smorza ogni colore. Ascoltala ora, la paura non è solo un male, i sogni sono solo per i pazzi e gli incoscienti e volerli tenere assurdamente a sé son destinati a distruggerti. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Abbandonali, abbandonati, dimentica. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Spegniti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Ma un'onda, chiedo solo un'altra onda ancora. </span></div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-32038726643056738462014-05-10T17:15:00.000+02:002014-05-12T19:25:43.775+02:00Clochard D&R-Style<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCZi4K1O9WdbXVvlgyMnsnK8o2IjEyFAbM-rkkfauAZ5-PtudfOueQXnM1e8sYur2x7LPB5XgdoQqHnWaq8ABPjUWpO9RGu85wo1V53FoFtUiLCUORY-zVX3rzYj0Cy-Rt1K5ziUlatpc/s1600/Clochard07.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCZi4K1O9WdbXVvlgyMnsnK8o2IjEyFAbM-rkkfauAZ5-PtudfOueQXnM1e8sYur2x7LPB5XgdoQqHnWaq8ABPjUWpO9RGu85wo1V53FoFtUiLCUORY-zVX3rzYj0Cy-Rt1K5ziUlatpc/s1600/Clochard07.jpg" height="488" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Rassicuratevi. La situazione economica, in casa D&R, è assai critica, quasi disastrosa oserei dire, ma fortunatamente un tetto sopra la testa </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">(per oltre metà di proprietà della banca - il tetto, non la testa), ancora per fortuna ce l'abbiamo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E' che questa mi è venuta in mente l'altro ieri. Un ricordo mio e della mia Ciccia quando era ancora piccola e ogni sorpresa, ogni novità era un'esplosione di gioia in quegli occhi strizzati a semicerchio. Erano quei giorni che la sua mano era nella mia mano, che le prime passeggiate in montagna erano una sorpresa continua, un animale selvatico scorto tra </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">le foglie tremolanti de</span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">i rami di betulla, i bucaneve sopra l'ultima neve granulosa, il profumo di muschio e funghi del bosco.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Aveva maturato un'insana passione per "i soldini" - come li chiamava lei, le monetine smarrite alla cassa del supermercato o dimenticate alla macchinetta del caffè - ed una notevole capacità nello scovarli. Sembrava un cane da punta quando fiuta la preda. Sguardo fisso immobile, lento gioco di piedi per uno spostamento laterale tipo granchio sulla spiaggia, piegamento come casuale per allacciarsi una scarpa, recupero e rapido intascamento della monetina. Il più delle volte non me ne accorgevo neppure.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Poi fuori era raggiante. Recuperava rapidamente la mia mano, me la stringeva forte e con aria da cospiratrice, avvicinandosi mi bisbigliava "ho trovato un soldino!" tutta felice, allungando la manina chiusa a pugno e mostrando il suo piccolo tesoro. Inutile distoglierla spiegandole che non era igienico, tentare di distrarla dandogliene di tuoi (che </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">intascava regolarmente </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">comunque</span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">), non appena entrava in zona di caccia si concentrava e se c'era un centesimo, di fianco al bancone dei formaggi al mercato o pizzicata sotto la sedia di un bar, non c'era storia, era sua.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Me la ricordo in particolare una volta. Eravamo a passeggio per Bucodiculoplace e come sempre accade quando ci affianca la consorte, eravamo intenti a chiacchierare con qualcuno. Cioè lei chiacchiera ed io o faccio finta di sapere chi mi trovo davanti o, molto più semplicemente mi annoio. Fermi tra un bar e la farmacia, sentivo vagamente discorsi da cui riportavo alla mente parole a caso. "Poverino.... improvviso...non aveva nemmeno... anni.." </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Ok, ok. Questa la so. E' morto qualcuno (che se abiti a Bucodiculoplace è quasi una liberazione, in fondo). Avvio fase faccia contrita. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">E così mentre incrociavo le dita ed ogni tanto emettevo un sospiro che esprimesse profonda rassegnazione per la caducità umana, osservavo la Ciccia, bella concentrata che teneva d'occhio il distributore automatico dei preservativi, in attesa. L'ispezione delle sue ditine allo sportello del resto aveva dato esito negativo, ma non disperava. E come il coccodrillo sotto il pelo dell'acqua, aspettava che il suo gnu arrivasse alla pozza per bere.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Il suo gnu era un ragazzotto di poco più di vent'anni, spavaldo per non far vedere di essere timido ed impacciato. Arriva fischiettando e con estrema nonchalance inserisce una banconota nella fessura. Poi, mentre sta per pigiare il pulsante, accade qualcosa che gli spegne rapidamente il fischio. Nota una bambina piccola di fianco a lui che lo guarda fisso, e lui... lui oddio, sta comprando dei preservativi!! E la sua spavalderia lo abbandona in un niente. Si gira imbarazzato, sorride alla bambina che non gli restituisce il sorriso. Si passa nervosamente una mano tra i capelli. Si volta dall'altra parte, si sente osservato da chissà quanti occhi, quasi un ladro, un mezzo maniaco. Spera che i genitori della piccola richiamino 'sta cacchio di nana, ma quelli niente, chiacchierano, loro. E la bambina non si schioda. E il pacchetto non scende, ah già non ha ancora premuto il pulsante, forse farebbe meglio a scegliere l'acqua ossigenata, anche se non sa cosa farsene. Alla fine si decide, preme convulsamente il pulsante per la confezione da 5 e, non appena quella cade, la agguanta e letteralmente scappa. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">La mia piccola, beatamente attende. Un paio di secondi dopo sente scendere il resto e, con tutta calma, si avvicina per recuperarlo. Mi torna vicina e mi stringe la mano, mostrandomi orgogliosa il bottino. "Che buffo quel signore - mi dice ridendo - ma perché è scappato?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'estate successiva eravamo in montagna, a bearci di lunghe passeggiate nei boschi, a sfinirci di giochi nel giardino ed a riposarci poi sul lento dondolarsi dell'amaca grande, guardando le nuvole trasformarsi pigre, tentando di riconoscere le forme nascoste dei più strampalati animali. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In piena armonia disintossicante con la natura, si viveva parecchio allo stato brado, incuranti dello struscio elegante sulla via principale, con gran disappunto della consorte </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">(sudici, è il termine che usava)</span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">, quest'ultima tendente inutilmente a mantenere uno status sociale da "moglie di un ingegnere". Sì, tutte le volte che abbiamo affrontato la pubblica via, quel mondo scintillante di Hogan e Moncler all'ultimo grido e noi con i jeans strappati e tutti strusciati di erba non le abbiamo certo reso la vita facile.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Un giorno accettiamo di accompagnare la consorte per un prelievo al bancomat. Il suo "cambiatevi che fate schifo" non sortisce l'effetto voluto, se ci vuole siamo bellissimi così. Nel tragitto, comunque, lei si tiene leggermente in disparte. Mentre preleva, mia figlia mi prende per il braccio e mi strattona "Guarda papino, quanti soldiiini!!!", esclama tutta agitata. Davanti al bancomat c'è una grata bloccata nell'asfalto, e sotto, in effetti, si nota una discreta quantità di monetine, seminascoste tra foglie sbriciolate, mozziconi di sigarette e scontrini appallottolati. Mi chino, saggio la grata, non si riesce a spostarla. Lei mi guarda con i suoi occhioni imploranti. "Ma sono tantissimi!, come facciamo?" </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Mia moglie ci guarda minacciosa, anzi mi guarda minacciosa. "Non provateci nemmeno", dice a denti stretti "che ci conoscono". </span><br />
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Guardo la piccola e la consorte, ma ho già deciso, e lo sanno tutte e due, lo vedo dal sorriso estatico della mia piccola, mentre mia moglie sospira un "fate come volete, io me ne vado".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ci serve del materiale, dei bastoncini, un cordino, un cacciavite calamitato, cose così. Torniamo in fretta a casa e recuperiamo il necessario, pressati dalla piccola, che teme che qualcuno possa arrivare prima di noi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Meno di dieci minuti e siamo nuovamente lì, davanti al Bancomat. Per fortuna sono vestito "da giardino", con i pantaloni con cui ho appena tagliato l'erba del prato, e possiamo sederci per terra senza problemi. Come due barboni iniziamo il recupero, faticosamente, passandoci i bastoncini ed accompagnandoli tremolanti verso l'alto. Siamo accucciati uno di fronte al'altro per la strada e la cosa ci sembra perfettamente normale ed ad ogni moneta che spunta faticosamente fuori la piccola batte festosamente le mani. "un altro papà, quaaanti!!" esclama, continuando a scrutare per essere sicura di non dimenticarne nemmeno uno. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ogni tanto ci dobbiamo fare da parte ed attendere rispettosamente per permettere a chi ne ha bisogno di prelevare; un paio di ragazzi ci guardano divertiti, alcuni curiosi, un paio schifati. Me ne frego. Una signora anziana dai capelli bianchi mi chiede educatamente se lo facciamo per bisogno, osservando i nostri indumenti sporchi e le nostre condizioni. "No signora - le rispondo con un sorriso - lo sto solo facendo per far felice mia figlia". Stava per farmi l'elemosina. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Alla fine, dopo aver frugato nello sporco più remoto che una grata possa contenere, sappiamo di aver recuperato tutto. Me li fa contare due o tre volte. Meno di cinque Euro, ma lei ne ha le mani piene, ed è raggiante. E per la strada di ritorno (in discesa), non facciamo che cantare e ridere, e lei ha tutte e due le mani a pugno e le braccia distese, e salta, ed è felice, e, ironia della sorte, inciampa in una grata. Non ci pensa nemmeno, per proteggersi, ad abbandonare le monete così duramente conquistate e cade in avanti senza poter metter giù le mani e senza che io riesca a far nulla per impedirlo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Quando riesco a tirarla su piange disperata, ha un ginocchio sanguinante e già gonfio, ed ha graffi ovunque, sugli avambracci, sui polsi. "Ho perso tutti i soldini", mi dice tra i singhiozzi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Recuperiamo tutte le monete sparse per terra, la tranquillizzo, le riconto, non ne abbiamo persa nemmeno una. Poi, zoppicante, me la riporto a casa, dove la disinfetto, restituendole il suo tesoro, anch'esso disinfettato a dovere. Ha un bel taglio all'altezza del ginocchio destro, ma resiste in silenzio, mentre lo pulisco con attenzione e le parlo di quanto è brava e coraggiosa, medico tutte le ferite minori ed infine le metto una fasciatura al ginocchio. Rimarrà il segno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Beh, la cicatrice al ginocchio è visibile ancora adesso. Non la nasconde anzi ne è parecchio orgogliosa, anche se le gambe sono diventate pericolosamente troppo lunghe e, con i suoi orecchini, gli occhi che non si strizzano più a semicerchio ma hanno un filo sottile di eyeliner, non so mica se si siederebbe ancora con me davanti ad una grata a recuperare monete. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Io sì, sicuro. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Ma pensandoci bene, anche lei, mi sa</span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E se le chiederete il motivo di quella cicatrice "è quella volta che io ed il mio papà abbiamo fatto i barboni", vi racconterà sorridendo.</span></div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-48342435782477579182014-05-06T16:25:00.000+02:002014-05-07T16:53:13.133+02:00Gli occhi dorati (prima parte)<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRgFj0IXsY5cjECJ7E06NerY-6rwCJwlGzjgZzzh8SPs31D3Qdy8U0gd6afptwwMAFfsmITLYxWO6zKf8v-PFoK1upJOWPADP9BQwq_z0dkrKVPxtYVO3A7j7P_xpLrEb9mWAiT7HMoH8/s1600/mumeyes2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRgFj0IXsY5cjECJ7E06NerY-6rwCJwlGzjgZzzh8SPs31D3Qdy8U0gd6afptwwMAFfsmITLYxWO6zKf8v-PFoK1upJOWPADP9BQwq_z0dkrKVPxtYVO3A7j7P_xpLrEb9mWAiT7HMoH8/s1600/mumeyes2.jpg" height="121" width="320" /></a></div>
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Gli ultimi regali che ha ricevuto sono stati l'IPAD per il suo ottantesimo compleanno ed una motosega per quello dell'anno precedente. Già questo la dice lunga su che facile personaggio sia mia madre, e forse spiega in parte anche il carattere che mi porto appiccicato addosso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Testa dura da montanara ostinata, uno di quei caratterini da muro o non muro tre passi avanti che te lo raccomando.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Lavoratrice fino allo sfinimento, diversamente amichevole, ostinatamente indipendente, fermamente convinta di essere indistruttibile.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E no, non sto parlando di me.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Recentemente, dopo un infinità di tempo trascorsa in stupide ostilità abbiamo ripreso a parlarci. Le ho chiesto di aiutarmi e non ci ha pensato un attimo. Lo sta facendo ancora, non fosse stato per lei avrei già dovuto vendere casa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ne ha passate tante, che già solo la metà avrebbe avuto ragione di uno come me e per fortuna nostra non è ancora stanca. Anzi, non la smette nemmeno per un attimo di rallentare, di darsi una regolata, di piantare quattrocento tulipani in giardino con quel cipiglio che ti sfida a dirle qualcosa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Ogni tanto, ma non troppo spesso perché poi altrimenti mi abituo, mi manda una mail con l'Ipad, oggetto che la delizia e che al contempo la fa incazzare di brutto perché non riesce a trovare le foto che vorrebbe allegare, se inavvertitamente appoggia un dito sullo schermo quello, bastardo, aggiunge subito una serie di ppppppppppppppppp e non si ricorda come cancellare se ha scritto male. Risultato: mi arrivano mail tutte sgrammaticate, piene di doppie e con 32 foto del terrazzo, dei suoi piedi e del giardino preso di storto. </span><br />
<span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Io le rispondo pregandola di smettere con i superalcolici e lei di rimando mi dà dello "struzzo", giusto perché è una signora di una certa età (non provate a definirla anziana) e termini meno appropriati non le si confanno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Da giovane era incredibilmente bella, ho alcune foto di lei in posa sugli sci che ricorda una diva del cinema, con il sorriso abbagliante e gli occhi azzurrissimi discretamente nascosti dietro un paio di occhiali da sole molto glamour. Della sua bellezza di un tempo rimangono quegli occhi azzurri cosparsi di piccole pagliuzze dorate, che tante ne hanno viste, che tante ne hanno passate. Occhi che ti guardano dentro che ti sanno e sorridono, occhi che hanno un rimpianto che in fondo è lo stesso mio quando osservo mia figlia crescere troppo in fretta, occhi che ti dicono vorrei, vorrei giuro tornare indietro, rivederti crescere, ti ho lasciato ragazzo che era ieri. Vorrei avere tempo ancora e assaporare momenti che sono passati troppo in fretta, ritrovare i miei anni su un prato d'estate con il profumo dell'erba tagliata di fresco e ridere, e ritrovarti.</span><br />
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il primo incontro con mio padre è stato da film.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><a href="http://dreamingandrunning.blogspot.it/2012/08/era-mio-padre.html">Lui</a>, poco più che ventenne, era un giovane geometra di belle speranze e pochi spiccioli e lavorava a Torino per un'impresa di costruzioni, il cui titolare aveva un metodo militaresco nella gestione delle vite dei propri dipendenti. Nella cittadina di montagna dove mia mamma viveva l'impresa aveva un cantiere, a quel tempo gestito da un collega di mio padre, anch'esso giovane e molto incline a correre dietro alle belle fanciulle, il quale si era perdutamente invaghito di quella ragazza così carina. Purtroppo per lui, della liaison giungono notizie giù in sede dove, per paura che l'andamento del cantiere potesse risentirne, si decide per un rapido cambio di gestione: sù in montagna quel geometrino giovane che è a Torino, quello magro e lungo, con un improvviso aumento di responsabilità che vediamo come reagisce, e richiamiamo in città l'altro, quello con la testa un po' troppo per aria, a farsi passare i bollori tra calcinacci, il brontolio delle betoniere e manovalanze sudate. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Il pretendente non ha nemmeno il tempo di obiettare ed a malincuore in quattro e quattr'otto parte. A Torino incontra il collega che deve ricevere le consegne ed oltre a quello gli passa anche un mazzo di rose rosse, per la sua bella lassù tra i monti iollalàiuu, </span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">raccomandandosi che li riceva prima possibile</span><span style="color: purple; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E mio padre, con negli occhi ancora quel <a href="http://dreamingandrunning.blogspot.it/2011/02/il-mare-che-mi-porto-dentro.html">mare ruvido</a> che l'ha visto nascere, con una cartella stracolma di progetti e capitolati ed un mazzo di rose appoggiati sul sedile del passeggero dell'auto, parte per la montagna per la prima volta nella sua vita. E non sa ancora che quel mazzo di fiori gli avrebbe cambiato la vita.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Arriva lassù e come prima cosa pensa di consegnare i fiori alla bella del suo collega. E non appena vede mia madre, vuoi l'altitudine o la minore quantità di ossigeno, fatto sta che rimane a bocca aperta. E mia madre, che aprendo la porta se lo trova lì magro e lungo come un giunco, come fulminato e con un mazzo di rose in mano, scappa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E pensa, in quell'attimo esatto - questo è l'uomo che sposerò. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple; font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ed io, a quell'impresario là, che ha deciso le vite altrui come se fossero gli spiccioli che tieni in una tasca, per questa e per molte altre storie, devo proprio parecchio. </span></div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com18tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-35368403746327748762014-03-03T19:57:00.001+01:002014-03-03T19:57:36.357+01:00Mi fermo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGJUoQhDeDVoFOlVz_o-q4c9wE6Ebj-UJ3StY9y3XztNvXTy6z88y5y1V_TPb87Kp2WY0LronoKOV6y0wDwCFns6-0Osim4iEBMzbJPDGnLsFsECr7mKCKlk_pvq9xkm44uoOiCQHMHk4/s1600/Ciccia's+cake.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGJUoQhDeDVoFOlVz_o-q4c9wE6Ebj-UJ3StY9y3XztNvXTy6z88y5y1V_TPb87Kp2WY0LronoKOV6y0wDwCFns6-0Osim4iEBMzbJPDGnLsFsECr7mKCKlk_pvq9xkm44uoOiCQHMHk4/s1600/Ciccia's+cake.jpg" height="320" width="307" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Un minuto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Lascio che tutte le grane e la rabbia che monta e questa disperazione a tratti così violenta da spezzarti il fiato si spengano, almeno per un poco.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Li metto da parte, li chiudo nel fondo di un baule e cerco di dimenticarmeli per fare posto a te. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">E torno qui, in questo che è uno dei miei posti sospesi, che ultimamente non ho nemmeno più il coraggio, di passarci da qui.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">E scrivo semplicemente auguri, Ciccia mia. Tu che sei il mio amore più bello. Tu che sei i miei sorrisi che partono dal cuore, perché non si può non sorridere, quando ti spalmi sopra di me per guardare la televisione, lunga come sei.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Tu che sei un bene che assomiglia ad un vago dolore, per la velocità con cui cresci, e quel tuo lento e giustissimo allontanarsi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Tu e il tuo terzo buco nell'orecchio come regalo di compleanno, ed io che a momenti non ho più nemmeno la testa per ricordarmi che giorno era ieri.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Tu che non vuoi la torta dal pasticciere, perché quella di mamma è più buona, ma che invece capisci benissimo, sembra che non ascolti ma sai e fai la tua piccola parte.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Tu ed i tuoi quattordici anni nuovi splendenti, di sole e fiori profumati, di risate e corse sfrenate e di sogni, tanti sogni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Tu che sei così, insieme già così grande e piccolissima, timorosa e coraggiosa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Tu che hai i miei occhi, ed ogni volta che li guardo mi ci perdo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Tu che sei il mio fiore di marzo, che quando te la canto cambiando il mese ti commuovi e mi dici di smettere.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Tu che una volta ho avuto paura di perderti, e quindi non passa giorno in cui non pensi che sono un uomo con una fortuna grande così.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Perché tu sei qui.</span></div>
<br />
<div style="text-align: right;">
<span style="font-size: x-small;">On Air:<i> <a href="http://www.youtube.com/watch?v=CWI0btMpM2A">F. Concato: Fiore di maggio</a></i></span></div>
<br />Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-45242088269940588702013-12-20T12:22:00.002+01:002013-12-20T12:22:19.107+01:00Ho messo via<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoJDOO6hOAgubn8UcVGirSv6JbMicKIYUSC-MzpGtj9cCMUXZPxSt7tR_IsEGfdPCzyj4bdu9I9J-guOx4wDDosp1G-cx9_3KqbDW5XobBGxDErwx_41QMppOcqlofLRqyKC5AzGNMm7M/s1600/suitcase01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="425" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoJDOO6hOAgubn8UcVGirSv6JbMicKIYUSC-MzpGtj9cCMUXZPxSt7tR_IsEGfdPCzyj4bdu9I9J-guOx4wDDosp1G-cx9_3KqbDW5XobBGxDErwx_41QMppOcqlofLRqyKC5AzGNMm7M/s640/suitcase01.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="color: purple;">Atteggiamenti, pensieri sempre troppo contorti ed alcuni bellissimi, così belli e limpidi che chiuderci sopra le ante dell'armadio e costringerli a buio e polvere fa quasi rabbia, o anche solamente un po' di tristezza. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Ho messo via le ali, lucidato le piume accarezzandole un'ultima volta. Le avevo, certo che. Quelle che ti fan sentire a due dita dal marciapiede o dal cielo, a volte è bello che la differenza quasi non si senta. Quelle che ti fan guardare oltre, lontano, perché è solo osservando dall'alto che le distanze si riducono, le montagne sembrano meno erte, così come ogni montagna che abbia mai scalato, una volta in cima, mi ha sempre restituito il vero valore della fatica compiuta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Ho messo via i sorrisi del cuore, quelli che partono da dentro ed irradiano di calore, che si appoggiano come un dito alle labbra perché le parole non servono, che </span><span style="color: purple;">colpiscono </span><span style="color: purple;">gli occhi e le mani e si disperdono nel vento di fuori, che non puoi far finta di, quei sorrisi lì non riesci né a nasconderli né ad imitarli mai. Che ti dan la sveglia, che alzarsi è non vedevo l'ora.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Mi rimangono quelli fatti ad arte, gli involucri di plastica, che quelli lì si che li puoi sempre trovartene un paio nelle tasche e stamparteli bene in faccia, salendo le scale di casa prima di andare incontro alla mia Ciccia, che lei ha bisogno di un sacco pieno di sorrisi </span><span style="color: purple;">miei</span><span style="color: purple;">, e non forse riesce ancora a scorgere la differenza, basta che ce ne siano. </span><br />
<span style="color: purple;"><br /></span>
<span style="color: purple;">Ho messo via le mie scarpette per correre, le ho riposte con cura nella loro scatola. Il mio tendine di cristallo numero due reclama visite specializzate, cure costanti (e costose, ovviamente), ma tanto so già che la soluzione definitiva non potrà essere altro che l'intervento. E </span><span style="color: purple;">questa, considerata la precaria situazione economica (usando un velato eufemismo) di casa DR, semplicemente non è una priorità. Le riprenderò chissà, forse domani, forse tra un mese, un anno o mai, le variabili in gioco questa volta sono veramente troppe e non ho sufficienti energie per pensarci. E quello che è peggio che meno corro più mi si assottiglia la riserva di energie, insomma è un circolo vizioso, comunque vada perdo.</span><br />
<span style="color: purple;">Ho messo via quel tempo che egoisticamente era solo mio e basta. L'ho messo via perché forse non è più il suo tempo, o perché non posso permettermene più ma, che buffo, non ho il tempo di preoccuparmene. Non ho particolari emozioni, mentre passano costanti i giorni, troppi e maledettamente sempre troppo in fretta, non aggiungendo né togliendo niente. Non faccio in tempo ad iniziare una settimana che quella è già finita ed un'altra ti viene incontro e passa, poi un'altra ed un'altra ancora, goccia dopo goccia. E' un non-tempo, quello con cui ho a che fare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Osservo la neve ammantare le mie montagne, la sera in auto, mentre rilucono di vite sconosciute all'interno di tremolanti paesini sperduti chissà dove. </span><br />
<span style="color: purple;">Ho fatto un po' di conti con me. E non è che sia andata male intendiamoci, ho avuto mani decisamente buone ed alcune no, ma capita. Ognuno è artefice della propria fortuna dicono, non so quanto questo sia vero o serva invece da sprone, riflettendoci forse sì, almeno in parte. Penso di aver comunque da sempre quella naturale predisposizione all'autodistruzione, a cercarmi sempre le strade più contorte ed a farmi trascinare dal</span><span style="color: purple;">la corrente</span><span style="color: purple;"> più veloce, ben </span><span style="color: purple;">cosciente che sarà quella sbagliata.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Ho messo via un poco del mio modo di fare, parecchio del mio modo di essere. E non è che così uno stia male, un pochino spento, meno entusiasta e sorpreso, per una volta con i muscoli ed i sensi e i nervi a riposo. Si assottigliano le differenze dei giorni, il domani perde valore come l'ieri, e adesso, semplicemente, non esiste.</span><br />
<br />
<span style="color: purple;">Perché alla fine, non ci son cazzi, ma il discorso è poi sempre lo stesso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: right;">
On Air: <a href="http://www.youtube.com/watch?v=g3QHaSwYrxA">Ho messo via - Ligabue</a></div>
</div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com35tag:blogger.com,1999:blog-5629529167375574447.post-12727049474326292802013-11-18T20:07:00.002+01:002013-11-18T20:12:50.095+01:00La luna ha vent'anni<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXQ2HcAtzvLubdkD2gBZKjB7DD5aBPcA6UZ5NN_NkyhWpZJ0ktc27IuRwxYSK3l5To3M-Mb0vPvWhlcxaDG4gHBv6eZQzD_Ix7ip4AkCrF7S1MZpzD1og3m8SUafG3kN9jNlXmL5yj3N8/s1600/Moon-astronauts-funny-image-pics-wallpaper-free.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXQ2HcAtzvLubdkD2gBZKjB7DD5aBPcA6UZ5NN_NkyhWpZJ0ktc27IuRwxYSK3l5To3M-Mb0vPvWhlcxaDG4gHBv6eZQzD_Ix7ip4AkCrF7S1MZpzD1og3m8SUafG3kN9jNlXmL5yj3N8/s640/Moon-astronauts-funny-image-pics-wallpaper-free.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="color: purple;">A guardarci bene, quei noi di adesso, probabilmente non sembrerebbe possibile che siamo stati gli stessi noi di quel giorno là. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Nel curriculum professionale dello studio la data di fondazione recita 10 novembre 1993.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Me lo ricordo bene, noi l</span><span style="color: purple;">eggermente in imbarazzo</span><span style="color: purple;"> di fronte al notaio, con l'attesa di grandi cose a venire e la sensazione di esser vagamente fuori posto, lì in quella stanza sontuosa di quell'</span><span style="color: purple;">incredibile </span><span style="color: purple;">ufficio del centro, con le impiegate silenziosissime ed efficientissime, pronti a firmare un impegno per il nostro futuro. Nonostante tutte le mie insistenze Marco si era rifiutato categoricamente di mettersi la cravatta, l'ultima volta era stato al funerale di suo padre - solo per le cose serie - aveva troncato sul nascere ogni mia rimostranza. Allora eravamo in cinque. Molto più giovani, così spudoratamente giovani, quando la gioventù è bellezza, carichi di sogni e promesse ed entusiasmo alla vita, sorrisi subito pronti a sbocciare per un nulla e pazzia a secchi. Sbarazzini ed inesperti, molto più sorridenti al mondo, sicuramente incoscienti, questo sì, va detto, incredibilmente incoscienti, spaventosamente, vergognosamente. Ci bastava un niente, principalmente quello che importava era stare insieme e provarci, anche se non era ancora così chiaro a far cosa, e forse completamente non lo è ancora neppure adesso. Dovessi associare una parola a quel periodo mi viene in mente "leggerezza". Poche ancora le ferite, di quelle che bruciano secco, che nel corso del tempo ognuno avrebbe imparato a portare le proprie e che poi inevitabilmente, taglio dopo taglio ci avrebbero cambiato, rendendo dura e rugosa la scorza. </span><br />
<span style="color: purple;">Era più facile scegliere, vivere, lavorare, inventarsi, scherzare comunque, e soprattutto non prendersi mai sul serio. Era che quando chiamavano "ingegnere", avevi sempre l'aria del "chi, io?" Era tutto più nuovo, i cantieri, la gente che a volte ti stava ad ascoltare e molto più spesso no, l'inconsapevolezza di inventarsi il padrone del proprio destino, una scoperta in ogni cosa, l'essere quelli che reggono il timone senza mai aver osato affrontare il mare e senza neppure immaginare quanto sarà vasto e quante rotte riuscirai a navigare. </span><br />
<span style="color: purple;">Due di noi, quelli che insieme a me ci avevano messo l'anima per partire, che forse sono stati i miei amici più vicini di allora hanno smesso di crederci dopo poco. Ricordo la mia rabbia proprio con Marco, che mi aveva spiegato che quella non era "la sua società", ma semplicemente "una società" e che non valeva la pena affannarsi così tanto.</span><span style="color: purple;"> </span><br />
<span style="color: purple;">Fulvio invece l'ho rincontrato quest'estate. E tutto questo tempo che ci ha visti lontani ha perso in un nulla forma e sostanza, lasciando solo un minimo spazio al pensiero inconcludente di come sarebbe andata se. A lui che oggi è chiamato ad affrontare prove così terribili che non so dove troverà il coraggio va il mio pensiero, forse sarebbe meno complicato se silenziosamente ci allontanassimo nuovamente, ma troppo del nostro tempo è già stato stupidamente sprecato, non sono disposto a buttarne via ancora.</span><br />
<span style="color: purple;"> </span><br />
<span style="color: purple;">Vent'anni di parole, quante parole sono rimbalzate fuori da quelle pareti, con differenti toni di voce, me ne ricordo molte. Vent'anni di persone, mi ricordo i volti, quanti ne sono passati, nessuno invano. In uno dei miei sogni ad occhi aperti ho organizzato fin nei minimi dettagli una cena con i miei soci e consorti al seguito, che in realtà nascondeva una rentrée con tutti, ma proprio tutti, una di quelle cose che entri in un locale silenzioso ed un po' fuori mano con due candele fioche a conferire un'aspetto desolante alla stanza e "Sorpresaaa!!!" si accendono le luci ed eccoli lì, uguali e cambiati anche loro, e poi risate ed abbracci e parole fino a tarda notte e brindisi, con gli occhi da bracco del mio socio lustri per la commozione, mentre sa che in fondo l'ho fatto per lui, perché sì è vero che faccio una gran fatica a sopportarlo, ma neanche lui, con me, cammina su un tappeto di petali di rosa. E' rimasto solo un sogno, altre priorità non l'hanno reso possibile e rimarrà intatto nei miei sogni per riproporsi tra altri cinque anni.</span><br />
<span style="color: purple;"><br /></span>
<span style="color: purple;">Vent'anni di lune, me ne ricordo a pacchi di lune, quelle dei lavori fino a tarda notte, quelle d'estate, rosse e piene in un cielo immobile e noi sui gradini della villetta a ridere sommessamente e quelle delle albe, pallide come i nostri volti tirati, delicate e composte mentre ci osservavano malinconiche, al di là dei vetri che si affacciano su un francobollo di giardino. Mi ricordo lune sottili come una ciglia, composte e rapite, ad ascoltare parole che brillavano come rugiada. Mi ricordo una luna accesa come un faro ed io e la mia Ciccia per la prima volta disperati e lontani, che la toccavamo con un dito per sentirci di nuovo insieme.</span><br />
<span style="color: purple;">E guardaci adesso. A vent'anni di distanza. Vent'anni. </span><br />
<span style="color: purple;">Se escludiamo i tappi delle bottiglie, che allora mettevamo in fila bella ordinata sul davanzale delle finestre in alto, non è cambiato poi tanto. Sì, siamo cambiati noi, per forza, il grigio nei capelli, le rughe, l'atteggiamento man mano meno famelico, combattivo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: purple;">Ma io no. </span><span style="color: purple;">Io che ogni botta che ti fa cadere mi fermo stordito, magari tentenno controllando i danni ma che poi mi rialzo perché non ha senso voltarsi indietro e dargliela vinta </span><span style="color: purple;">e che ostinatamente, ancora una volta, mi levo la polvere di dosso e ricomincio a correre</span><span style="color: purple;">. </span><span style="color: purple;">Io che se ci penso, che non mi sembra di aver neppure cominciato, che di cose da imparare so che ce ne sono ancora troppe, che se metto in fila i lavori da inventare, le idee più bizzarre e le rivoluzioni non la finisco più, che nonostante tutti i macigni sul cammino che sono stati questi ultimi anni ci credo, senza mezzi termini o retropensieri, mi affido alla passione ed alla volontà, credo nelle persone pulite e nell'onestà, credo in quello che siamo, in quanto è rimasto immutato e limpido ed allora non mi vien altro da dire che grazie studio delle rose, grazie mille a chi è stato parte di tutto questo ed a chi lo è adesso, grazie luna per questi magnifici vent'anni così brevi che mi sono stati regalati, solo per ciò che è troppo bello il tempo scorre così velocemente. </span><br />
<span style="color: purple;">Auguri luna, per questi vent'anni e auguri, studio delle rose, per ogni singolo, incredibile minuto passato qui e per quanti altri ne potranno venire. So per certo che finirà prima o poi, dovrà cambiare il vento che fa infuriare il mare di tempesta di questi ultimi tempi e le correnti impazzite. Passerà e ritornerà il sorriso, finalmente con un buon vento di bolina ad accompagnarci verso un orizzonte sereno. </span><br />
<span style="color: purple;"><br /></span>
<span style="color: purple;">E non la smetterò molto facilmente, di guardare la luna. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
On air: <a href="http://www.youtube.com/watch?v=xHWsPFW3Dns&noredirect=1">La luna ha vent'anni</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Dreaming and runninghttp://www.blogger.com/profile/10593081157038948878noreply@blogger.com12