mercoledì 19 giugno 2019

Notte prima degli esami

[Quando l'ultimo giorno di scuola dell'ultimo anno di liceo suona la campanella dell'ultima ora, tu sei convinto che quello sia l'ultimo secondo della tua adolescenza. Senti il bisogno di sottolineare l'evento con una frase storica, tipo: "Che la forza sia con noi!" oppure "Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo!".]

Di quel mio tempo di allora ricordo il caldo di una Torino assolata che scorreva dietro i finestrini del 13 non stracolmo come di solito e la tortura del busto per la schiena. E quel senso di cambiamento imminente. E Paola, che riempiva i miei pensieri ed i miei fogli, di parole a voce allora non ne usavo un granché. Abitava in collina, suo padre era medico, non l'ho più vista da allora. Il mio Liceo, il "Volta", era a due passi da piazza Statuto. Non ero particolarmente estroverso, non avevo amicizie forti e inossidabili, di quelle che pensi ti legheranno a qualcuno per tutta la vita, scrivevo molto e disegnavo altrettanto, bianco e nero quasi sempre. Il mio mondo era poco più ampio della mia camera con il tavolo laccato bianco, ribaltabile, che richiudevo la sera per fare spazio. Lo usavo come un gigantesco foglio di appunti e schizzi e cose che poi con regolarità irritante mia madre resettava con un'energica passata di acqua calda e Vim. Solo il ritratto di Lucio Dalla con il basco ed un Herbert Von Karajan con la bacchetta in punta di dita erano stati graziati dalla smania pulitrice della genitrice e resistevano nel tempo. 
Alle radio spopolava Enola Gay degli OMD, io ricordo soprattutto "Futura" e "la sera dei miracoli" di quel Dalla unico, che ascoltavo con la mente sospesa, ancora e ancora. La mia strada era ancora tutta da scrivere, la mia voglia di studiare completamente assente, il mio voler crescere era bruciante ma al contempo non ero così sicuro di esserne capace, i miei affetti confortanti erano tutti lì presenti, la mia vita era la mia famiglia, la mia casa in montagna, la certezza del consueto ritorno al mio mare come ogni estate, quando poi finalmente ritrovavi il profumo della focaccia nei carugi, le pietre calde la sera e il tramonto che si spegne sull'orizzonte.
E' cambiato tutto. Il mio mare, anche se mi è rimasto cucito addosso non mi appartiene più da anni, nella casa in montagna non riesco ad andarci senza trovarmi invischiato dalla sensazione di essere fuori posto, i miei affetti di allora sono svaniti, i ricordi felici corrosi, ho quella sensazione di non appartenere a nessun posto, a nessuno.
I miei diciott'anni di allora, la freschezza di quei momenti sembrano dietro l'angolo ed insieme lontanissimi, sono forse ancora lo stesso ragazzo schivo dallo sguardo diffidente ed una corazza più rigida delle stecche del busto che sopportavo. E mi domando se questo mio stare abbia mai avuto uno scopo.

Poi però osservo te, e inevitabilmente sorrido. 
Guardo te che rispetto a quel me di allora sei così tanto diversa, anche se dicono tutti che hai gli stessi miei occhi scuri, di sicuro ogni tanto hai i miei silenzi. Guardo te e provo a sovrapporre cosa sei tu e cosa ero io alla tua età. Ed è inutile dire che vinci a mani basse.
Sei decisa, sicura e bellissima nella tua giovinezza splendente, hai le idee chiare di come sarà la tua strada, hai entusiasmo e volontà e carattere e i tuoi peluches nel letto, hai quello sguardo altero ed un po' selvatico che ti rende incredibile ai miei occhi, sei padrona del tuo tempo e cosciente di esserlo, ci credo che "quello" ti guarda sempre con quello sguardo che è un misto di adorazione esagerata e soggezione. 

Ci intendiamo ancora, a volte abbiamo bisogno di uscire a camminare in silenzio allo stesso modo, come l'altro ieri sera, insieme senza parlare, sapendo di esserci vicini reciprocamente. Hai una smania di crescere, di affrontare sfide, di prendere il mondo tra le tue mani che un po' ti invidio, se confrontata come ero io alla tua età.  

E in questa notte, che fa caldo e fatichiamo a prendere sonno, che io se tu sei sveglia è difficile che mi addormenti, che ti sento nel tuo letto che armeggi ancora con il cellulare cercando suggerimenti su cosa scriverai domani mattina, mentre la gatta fa la matta come suo solito e zampetta da una stanza all'altra cercando di prenderci i piedi ti dico solo che ti voglio un bene forte e saldo come in nodi che abbiamo imparato andando per mare e che sono orgoglioso di te, di quello che sei, forse non te l'ho mai detto, ma lo sono tanto.
E' questo il tuo tempo, prendilo, usalo a mani basse, vivi, corri sotto la pioggia, ridi, piangi qualche volta, vai ai concerti, balla, abbraccia, emozionati a vedere un arcobaleno, sorprenditi, sii sempre affamata della vita, di quello che puoi trovare dietro l'angolo. Vivi senza timore, con consapevolezza, vivi senza risparmiarti, senza pensare di non essere abbastanza, non ti porre limiti, mai. 

Domani inizierà la tua maturità, quei giorni matti a studiare tutto di tutto e oddio non ce la farò mai e fammelo ripetere ancora una volta e papino puoi stamparmi questo prima di uscire dallo studio. E vorrei dirti solo di stare tranquilla domani ed i giorni a venire, in fondo è un banalissimo passaggio obbligato, ci siamo passati tutti. Gli esami, quelli veri sono altri, le responsabilità, quelle serie, arriveranno man mano, l'ho imparato su di me e posso solo dirti che ho piena fiducia in te, saprai affrontare tutto con calma e responsabilità.

Passeranno questi giorni, arriverà l'estate liberatrice, nuovi mari in cui tuffarti, hai già programmato la tua vacanza in Croazia con i tuoi amici, ci sarà pure quello, tu non vedi l'ora, mentre io sono combattuto tra la voglia di tenerti vicina e la felicità nel vederti felice. 
E anche se adesso fatichi a prendere sonno posso solo assicurarti che questi saranno giorni che ricorderai per tutta la vita. E ti auguro che, di giorni da ricordare per tutta la vita, questo tuo incredibile futuro tutto da scrivere te ne possa riservare tanti, tantissimi altri.


E buonanotte prima degli esami, 
piccola mia.
[On Air: Notte prima degli esami]                



9 commenti:

  1. Già sta facendo la maturità? Oh mio Dio, come passa il tempo!

    Facci sapere come è andata!

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    1. I due scritti sono passati, sembra abbastanza bene. L'orale l'avrà il 4 luglio, poi ti dico
      Grazie!

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  2. Come Diemme ... mi lascia stupito il trascorrere veloce del tempo, ed ora, che ricordavamo la tua piccolina in cerca di coccole del papà, già la stessa, divenuta una piccola donna, attende gli orali ! Ed io mi ricordo, non molti anni fa la mia prima notte degli esami ... e quelle emozioni, quei brividi sulla pelle ... e quel passare la notte insonne per ripassare quando la mente era già altrove "dans la pènombre que nous avez traversèe" ...e non volevamo !
    Ahi, Ing.Totson, si diventa vecchi ... e non ce ne accorgiamo !
    😢
    https://youtu.be/KwPG6HvY9PQ

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    1. Il tempo è un bugiardo matricolato, Ser Cavaliere.
      (Noi non diventiamo vecchi..... Siamo ventenni con ...nta anni di esperienza!!!

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  3. Beh .... come è andata alla maturità la tua ex piccoletta ??? 😃
    Sai, mio caro collega Ingegnere, verrà un giorno in cui lei spiccherà il volo dalla sua stanza e se ne andrà lontano ... UN GIORNO Tu, nel vedere la sua stanzetta vuota, prima ne soffrirai ... poi sarai fiero di lei ! 😍
    °°°
    https://youtu.be/ZmQUbKNzbTQ

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  4. La maturità è andata bene, adesso siamo alle prese con i test di ingresso a psicologia....
    Sono molto fiero di lei. Sempre.

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  5. E' una Facoltà molto dura ( al contrario di Medicina, in cui basta avere una discreta memoria ... ma le difficoltà si presenteranno dopo, quando si dovrà esercitare la professione medica ), le auguro di farcela e di affrontarla bene e con profitto ! Tu, frattanto, abituati al momento fatale in cui l' ex piccoletta spiccherà il volo per altri lidi lontani dalla casa paterna ... lasciando dietro di sè la sua stanzetta di bambina, i suoi giocattoli, i suoi poster ... i primi feticci della sua adolescenza !
    A bientot ... collega, la vita è un labirinto in cui tutti, e tutte, dobbiamo imparare a districarci ! 😃

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    1. Da sempre vuole fare la psicologa infantile. E' da un incontro avuto con una psicologa, in classe alle elementari, che l'ha colpita e l'ha fatta decidere del suo futuro.
      Non ha più cambiato idea da allora, secondo me ha parecchio talento, la prima volta che l'ho vista grande è stata quando si è avvicinata al figlio di un mendicante per strada, a cui aveva comprato delle merendine.
      E se quella sarà la sua strada, farò tutto quanto sarà nelle mie possibilità affinché il suo sogno si avveri.

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