martedì 6 maggio 2014

Gli occhi dorati (prima parte)

Gli ultimi regali che ha ricevuto sono stati l'IPAD per il suo ottantesimo compleanno ed una motosega per quello dell'anno precedente. Già questo la dice lunga su che facile personaggio sia mia madre, e forse spiega in parte anche il carattere che mi porto appiccicato addosso.
Testa dura da montanara ostinata, uno di quei caratterini da muro o non muro tre passi avanti che te lo raccomando.
Lavoratrice fino allo sfinimento, diversamente amichevole, ostinatamente indipendente, fermamente convinta di essere indistruttibile.
E no, non sto parlando di me.
Recentemente, dopo un infinità di tempo trascorsa in stupide ostilità abbiamo ripreso a parlarci. Le ho chiesto di aiutarmi e non ci ha pensato un attimo. Lo sta facendo ancora, non fosse stato per lei avrei già dovuto vendere casa.
Ne ha passate tante, che già solo la metà avrebbe avuto ragione di uno come me e per fortuna nostra non è ancora stanca. Anzi, non la smette nemmeno per un attimo di rallentare, di darsi una regolata, di piantare quattrocento tulipani in giardino con quel cipiglio che ti sfida a dirle qualcosa.

Ogni tanto, ma non troppo spesso perché poi altrimenti mi abituo, mi manda una mail con l'Ipad, oggetto che la delizia e che al contempo la fa incazzare di brutto perché non riesce a trovare le foto che vorrebbe allegare, se inavvertitamente appoggia un dito sullo schermo quello, bastardo, aggiunge subito una serie di ppppppppppppppppp e non si ricorda come cancellare se ha scritto male. Risultato: mi arrivano mail tutte sgrammaticate, piene di doppie e con 32 foto del terrazzo, dei suoi piedi e del giardino preso di storto. 
Io le rispondo pregandola di smettere con i superalcolici e lei di rimando mi dà dello "struzzo", giusto perché è una signora di una certa età (non provate a definirla anziana) e termini meno appropriati non le si confanno.
Da giovane era incredibilmente bella, ho alcune foto di lei in posa sugli sci che ricorda una diva del cinema, con il sorriso abbagliante e gli occhi azzurrissimi discretamente nascosti dietro un paio di occhiali da sole molto glamour. Della sua bellezza di un tempo rimangono quegli occhi azzurri cosparsi di piccole pagliuzze dorate, che tante ne hanno viste, che tante ne hanno passate. Occhi che ti guardano dentro che ti sanno e sorridono, occhi che hanno un rimpianto che in fondo è lo stesso mio quando osservo mia figlia crescere troppo in fretta, occhi che ti dicono vorrei, vorrei giuro tornare indietro, rivederti crescere, ti ho lasciato ragazzo che era ieri. Vorrei avere tempo ancora e assaporare momenti che sono passati troppo in fretta, ritrovare i miei anni su un prato d'estate con il profumo dell'erba tagliata di fresco e ridere, e ritrovarti.

Il primo incontro con mio padre è stato da film.
Lui, poco più che ventenne, era un giovane geometra di belle speranze e pochi spiccioli e lavorava a Torino per un'impresa di costruzioni, il cui titolare aveva un metodo militaresco nella gestione delle vite dei propri dipendenti. Nella cittadina di montagna dove mia mamma viveva l'impresa aveva un cantiere, a quel tempo gestito da un collega di mio padre, anch'esso giovane e molto incline a correre dietro alle belle fanciulle, il quale si era perdutamente invaghito di quella ragazza così carina. Purtroppo per lui, della liaison giungono notizie giù in sede dove, per paura che l'andamento del cantiere potesse risentirne, si decide per un rapido cambio di gestione: sù in montagna quel geometrino giovane che è a Torino, quello magro e lungo, con un improvviso aumento di responsabilità che vediamo come reagisce, e richiamiamo in città l'altro, quello con la testa un po' troppo per aria, a farsi passare i bollori tra calcinacci, il brontolio delle betoniere e manovalanze sudate. 
Il pretendente non ha nemmeno il tempo di obiettare ed a malincuore in quattro e quattr'otto parte. A Torino incontra il collega che deve ricevere le consegne ed oltre a quello gli passa anche un mazzo di rose rosse, per la sua bella lassù tra i monti iollalàiuu, raccomandandosi che li riceva prima possibile.
E mio padre, con negli occhi ancora quel mare ruvido che l'ha visto nascere, con una cartella stracolma di progetti e capitolati ed un mazzo di rose appoggiati sul sedile del passeggero dell'auto, parte per la montagna per la prima volta nella sua vita. E non sa ancora che quel mazzo di fiori gli avrebbe cambiato la vita.
Arriva lassù e come prima cosa pensa di consegnare i fiori alla bella del suo collega. E non appena vede mia madre, vuoi l'altitudine o la minore quantità di ossigeno, fatto sta che rimane a bocca aperta. E mia madre, che aprendo la porta se lo trova lì magro e lungo come un giunco, come fulminato e con un mazzo di rose in mano, scappa.
E pensa, in quell'attimo esatto - questo è l'uomo che sposerò. 
Ed io, a quell'impresario là, che ha deciso le vite altrui come se fossero gli spiccioli che tieni in una tasca, per questa e per molte altre storie, devo proprio parecchio. 

18 commenti:

  1. ho letto le prime 3 righe, adesso devo scappare ma già gioisco per te. ritorno eccome se ritorno

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    1. Ecco cosa succede ai miei lettori.
      Devo far qualcosa per l'alito........

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    2. questa prima parte è commovente e bella bella bella. hai ragione: l'alito. perchè leggendola ho avuto la sensazione che qualcuno me la stesse raccontando, qui vicino, come una fiaba vera. Cazzo, 2 mentine no?

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    3. Ma se quello della pubblicità della Vigorsol Air Action Extreme sono io!!
      https://www.youtube.com/watch?v=KxeE5dPedEg

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  2. Non ha solo occhi dorati....ma è tutta d'oro tua madre!!! laboriosa, tenace, caparbia, piena di vita!!!!!.....davvero una grande Donna!!

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    1. Hai pienamente ragione, anche se è tante, tante altre cose.....

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  3. che bello.... è sempre una gioia leggeri.... strafiga tua madre, si può dire? la immagino con motosega da un lato e ipod dall'altro!!!!!
    un abbraccio
    Sabina folada

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    1. E' un bell'elemento. E su di lei ne ho un sacco da raccontare, che non siamo nemmeno all'inizio.
      Ricambio l'abbraccio.
      E tu, nei prossimi giorni, se vedi ragazzini in gita scolastica, fai in modo che non importunino ragazzine bellissime in gita scolastica, mi raccomando. Spezza pure qualche falange, se è il caso.

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  4. Tanta madre di tanto figlio (e non dirmi che lei è di più, erano altri tempi, tempi che rendevano tosti!).

    Un abbraccio forte, con gli occhi umidi, a te e all'augusta genitrice <3

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    1. Se senti quando parla della sua, di madre (che vedova e con tre figli piccoli ha superato una guerra ed altre faccende minori), sembra che al confronto lei sia fatta di pastafrolla.
      Un abbraccio anche a te. E la tua, di genitrice?

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    2. Ricordamene di scrivertene... comunque tutto ok, a parte una certa depressione postoperatoria che dicono sia normale con quello che ha avuto.

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    3. Un abbraccio anche a lei. Vuoi un consiglio per combattere la depressione?
      Stihl MS291. Per mia mamma è stato un vero toccasana!!

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  5. Eccomi... son qui tutte le sere che mi guardo attorno girando la testa come le civette per controllare le vie del paese cercando un splendida ragazzina con 3 buchi alle orecchie, e dei grandi occhioni!!!
    Tranquillo che ci penso io... nel frattempo per venerdì si è organizzata una verticale di lugana riserva.... altro che spritz: sappilo!!!!
    ;-)

    sabina folada

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    1. Ehiehiehi. E' permessa, al limite, una verticale di acqua e menta.
      Guarda che sono a rischio le tue, di falangi.

      (Ecco che mi viene già l'ansia......)

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  6. se fai passare tre mesi prima della seconda parte, vengo lì, e ti prendo a testate.

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    1. Guarda, non l'ho nemmeno iniziata....

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    2. spe... vado sul sito di trenitalia e torno...

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    3. Ok, ok, inizio subito a scriverla!!
      (Guarda te se uno deve subire minacce......)

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