lunedì 24 settembre 2012

La Brutta Bestia [seconda parte]



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Il segnale inconfondibile del messaggio in arrivo sul cellulare, dal piano di sotto. 
Lei si drizza su ed il livello passa immediatamente a livello C, sottosezione "allerta - colpo in canna".
"Chi è che ti manda i messaggi a quest'ora?" domanda.
"Non lo so, il telefono è sotto, ed io non ho la vista a raggi x", rispondo.
"Beh, che aspetti, vai a prenderlo, se ti mandano messaggi in piena notte magari è importante", suggerisce maligna.
Mi alzo di malavoglia e vado sotto. Non abito nella reggia di Versailles, devo fare si e no una ventina di metri tra andare e tornare, compresa una rampa di scale. Riesce a domandarmi "e allora eh? Chi era?" almeno quattro volte, prima che raggiunga il cellulare.
Il messaggio proviene da un numero sconosciuto. Lo devo leggere, ovviamente non posso esimermi dal non farlo ad alta voce. Potrei inventare e far finta di leggere "Vodafone servizio gratuito...", ma sarebbe peggio, considerato che ho il contratto con Tim. 
Ed a distanza di anni me lo ricordo ancora a memoria.

"Serata strana. Tu non hai idea dei pensieri che mi frullano in testa".
....
Me li ricordo ancora benissimo, quei dieci interminabili secondi di silenzio assoluto, prima dello scoppio della tempesta perfetta, l'Apocalisse.

Esplode. Dallo stato di piccola nana rossa, che è la sua condizione normale (almeno è così che la chiamo), passa in un lampo a quella di Supernova. Il contatore Geiger del tono di voce schizza a livello F in un lampo e poi va ancora su, su, su, fino a che l'ago impazzito spacca il vetro e si conficca nel muro alle mie spalle, sfiorandomi la giugulare.
Urla come un derviscio che si avventa sul nemico, si mette in piedi sul letto (ma non si nota quasi la differenza) mi insulta di brutto, ha gli occhi iniettati di odio, mi dice lo sapevo, sei un bastardodisgraziatocriminaleporcoesporcotraditore, riesce a parlare ed a tirar fuori una sequela di insulti fittissimi senza riprender fiato tanto che temo possa venirgli una sincope, se la prende con Tizia che insidia i mariti altrui e sulla nostra liason che finalmente viene smascherata, è furiosa, isterica. Io cerco invano di placarla, di calmarla, di farla ragionare, non può essere lei, sragioni, è un numero sconosciuto, non è quello di Tizia, che ho in agenda, e non è che uno va a casa all'una di notte e come niente si può fare un numero nuovo solo per parlare con uno, anche se figo come me. Lei ribatte che allora Tizia sta usando di sicuro il telefono del marito, ma io ho anche il suo numero, e non è possibile, anche perché il suddetto marito, di professione idraulico, ha in dotazione due consistenti bicipiti e la chiave del 36 che, se solo mai sospettasse mi dessi da fare con la sua di lui metà, potrebbe adoperare su di me in maniera non estremamente gradevole.
Tento di ricondurla a limiti ragionevoli, le dico di finirla di urlare che avremmo già svegliato mezza Bucodiculoplace, di aspettare un attimo, di farmi capire, ma lei niente: provo anche a mandare un messaggio, in sua presenza al numero sconosciuto chiedendo "chi sei" , ma dall'altra parte mi giunge in risposta solo un laconico
 "boh, non so nemmeno più io chi sono"
E questo la fa solo più incazzare e aggiunge strilli e urla "e lo vedi che è lei" e urlo anch'io per calmarla, ma lei continua inviperita "elovedichehoragionemaioVirovino, è lei e l'ho sempre sospettato che sei un bastardodisgraziatocriminaleporcoesporcotraditore, solo che adesso, finalmente c'ho le prove".
Compare la piccola, in pigiama, l'aria addormentata ed il passo incerto, svegliata di soprassalto da tutte quelle urla,  gli strepiti, i colpi sul letto. Porta da una parte un cuscino e dall'altra una bracciata di peluches stretti, una decina circa, lo stretto indispensabile in caso di fuga improvvisa per grave calamità naturale. Le manca l'elmetto di emergenza. Sospetta un terremoto, uno tsunami, un'alluvione. Ci guarda stupefatta, sua madre in pigiama, scarmigliata e isterica in piedi sul letto, suo padre mezzo svestito e vagamente barcollante con il cellulare in mano alle due di notte. Non si scompone. Noi la guardiamo, ci fermiamo in silenzio.
Lei non ci chiede neanche se siamo impazziti, non serve, è convinta di sì.
Ci dice soltanto, in tono accusatorio: "ma lo sapete che mi avete svegliato? Me e forse tutto il paese?" 
Io le chiedo scusa. Ha ragione, e senza rimpianti abbandono il campo di battaglia. E per riuscire a far riposare almeno i vicini le propongo di tornare insieme a dormire nel suo letto. E nonostante i ringhi e tutti i brontolii sommessi provenienti dalla stanza di fianco, con le parole della mia piccola "stai tranquillo, la mamma è un po' matta, ma non è cattiva", e le sue mani tra le mie, nella sua stanza con le stelle che luccicano sul soffitto, finalmente ci addormentiamo.
La mattina successiva ho il primo appuntamento fuori studio. Mentre mi muovo in auto ho un illuminazione. Telefono da noi. Mi risponde proprio Tizia. 
"Scusa Tizia, ma E., il nostro collaboratore che è andato via, ci ha per caso lasciato il suo numero nuovo? Sì? me lo mandi, per favore? Grazie".
Mi arriva l'SMS. Lo confronto. E' proprio lui, lo stesso di questa notte. E' lui che, la sera prima, alla cena insieme a noi, era stato così bene che, ripensandoci, nonostante con il nuovo lavoro andasse a guadagnare molto di più ed a lavorare molto di meno, era sinceramente dispiaciuto di abbandonarci, tanto da non essere più sicuro delle sue scelte e da mandarmi i messaggi in pena notte. Compongo il numero.
E.: "Sì?"
D&R: "E.? Sei tu? Ma la sai una cosa?"
E.: "No, che cosa?"
D&R: "Te lo ricordi quanto è gelosa mia moglie?
E.: "Miiii, Certo che lo so.... e allora?"
D&R: "E allora... Ma sarai stronzo?!??!!" 

5 commenti:

  1. Brutta bestia la gelosia!!!....si vive malissimo e fa vivere malissimo anche il contesto familiare!!...Otello ha visto ciò che non c'era solo per eccessiva insicurezza!!
    In bocca al lupo...o meglio all'orca assassina!!!...ciaoooooo
    p.s. complimenti per il tuo modo di scrivere....realista e coinvolgente!!!:)

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  2. Mio nonno Bastian diceva "par fortuna che te capita a tì che te ghe corajo".

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  3. ehi...
    ma che fai? ti dai alla macchia?

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  4. Cattivo... io sono piccola di statura, niente battutacce dai. Però non grido, non ho mai fatto scenate e non sono gelosa. Qualcuno direbbe: e guarda come ti sei ridotta adesso ahahahah :D

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  5. @interainbow: Quanto hai ragione! E grazie!!
    @Sys: Non è coraggio, è pura e semplice sopravvivenza
    @Sys: Eccoti accontentata, nuovo post. (Ma che, son mica a tassametro, io!!)
    @Martina: Di cattiveria non è che ce ne sia poi tanta, un minimo di presa in giro ma sempre a fin di bene... e poi io mica me la prendo con i più piccoli a prescindere!!
    No, non riesco proprio ad essere geloso, non rientra nel mio modo di confrontarmi con gli altri.

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