giovedì 16 settembre 2010

Non sembra settembre

Ma come non sembra settembre? Spiègamelo, ma non sul post. Adesso, a voce, mi hai detto.
Sai, difficile. Difficile, di più ultimamente, io che a volte ci gioco con le parole e con le frasi, che le parole sono anelli da inventare che li metti insieme e fanno una catena come con le clips che tintinnano da farci un braccialetto di parole che suonano, quando riesce, che parlo sempre tanto e forse troppo e che mentre parlo penso, e mi ascolto e cerco ancora altre frasi tra quelle che potrei dirti e scarto quelle che invece non posso. Molto più facile scrivere in fondo, che hai la scusa che se il braccialetto alla fine non riesce bene puoi sempre cancellarlo e ricominciare da capo, cosa che comunque non ho fatto mai.

No, non sembra settembre. Anche se lo indovini da mille particolari e lo respiri, un poco nell'aria. Non sembra settembre, che quando sono arrivato da  faceva un freddo ma un freddo che più che inizio d'autunno sembrava inverno avanzato. E con che caldo correvi invece oggi, che sembra si sia riaccesa l'estate.
Ma no che non sembra settembre, settembre è da sempre un mese quieto, assorto, un lento letargo, una modesta accelerazione, le cose da fare con calma e sorrisi, i lavori non sono mai aggressivi ed opprimenti ed il mare ed il sole che ti han scaldato durano ancora, hai quella patina che ti avvolge e che si assottiglia piano e te ne accorgi, te lo senti addosso che fino a due giorni fa il vento sapeva umido di mare, di passeggiate e del sommesso ribattere metallico delle sartie sulle barche sonnacchiose alla fonda la sera.
No, decisamente non sembra settembre qui, che non sei ancora neanche tornato e già hai tutto il mondo addosso che urla e datemi tregua, vi prego, che è come se ti avessero svegliato con uno scrollone e lavato con una secchiata di acqua gelida, che hai dovuto mettere in moto il cervello quando ancora stavi provando a spegnerlo.
No, non lo sembra, che qui i problemi, i fastidi, le cose che girano male a volte pesano troppo, che sei solo e ti basti va bene, ma di spalle ne hai due in fondo ed alla lunga faticano a sopportare il troppo peso senza neanche una scrollata, un sostegno, sempre che non ci sia chi di peso te ne aggiunge da furbo ancora un pò. E ti verrebbe quasi da dire andate al diavolo, ma tutti, via, via i problemi stupidi, la pigrizia, la lentezza e l'ottusità che rallenta il passo, lasciatemi solo, libero, che almeno da solo mi conosco, non mi ostacolo e non mi ferisco, ho le mie forze e senza tutto il peso aggiunto, senza le catene che mi legano i piedi posso correre più forte e quasi provare a volare, ancora.

E per fortuna corri, che ti han strappato tanto ma almeno quello ti rimane, perchè in giornate così ti mancherebbe veramente troppo non farlo, che il luminare oggi finalmente ha detto alè, vai, e almeno in quello grazieaddio sei solo, sei tu e quel che ne resta delle tue mani e delle tue gambe, del respiro e del cuore, tu ed il mondo che ruota lento sotto le tue scarpe da runner, con la musica che fa un silenzio che che è una mano che ti raccoglie e ti separa dalle discussioni, dai problemi, dalle telefonate e dalle mille mail. 

E corri, vai, libero, felice magari no ma libero, per un momento solo, di essere nuovamente te, di darti tempo tuo, lontano, e così vicino agli alberi e alle nuvole, ai colombi sudici ed alle sagome degli alberi che tracciano ombre già lunghe sulle panchine grinzose.  
E poi, quando torni hai almeno cinque chiamate senza risposta sul cellulare, di cui nessuna di quelle che ti dispiacerebbe aver perso.

Ma è settembre, comunque e si riconosce, in quei colori rossissimi di quella montagna che amo, e nei funghi gialli che si fan trovare radi in una lunga camminata da solo, di domenica mattina. Lo riconosco nelle foglie che scrocchiano sotto i piedi che già tappezzano il consueto percorso del parco sommergendo orme, cicche smozzicate e colorati cucchiaini da gelato. E' settembre, nei frutti dell'ippocastano che piombano giù improvvisi come fucilate. E' settembre nelle prime nebbie la mattina presto, che lasciano ancora il posto a cieli blu che sembra il mare. E' settembre nel buio che arriva improvviso, che avevi appena guardato fuori ed ancora vedevi distintamente le tue rose ed adesso c'è solo la sagoma scura dei tuoi lunghi capelli, di riflesso su buio della superficie lucida del vetro.

Ecco come.

4 commenti:

  1. ...bè...intanto...ogni tanto mi piacerebbe sapere il tuo nome.:)

    ...è una pagina strappata da un diario da plastificare...:)...come i bei disegni di mia figlia :)

    settembre...bè ti regalo la foto del mio post di oggi.:)
    ciaooo Vania

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  2. @Vania: il mio nome? Dreaming, ovviamente (i miei erano dei sadici ^_^). Belle parole, grazie. E grazie per il regalo, che sono andato a prendermelo lo sai già.
    D&R

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  3. Ma che meraviglia, mi lasci senza parole.

    Quando ti leggo clicco troppo spesso su "eccezionale" e non vorrei inflazionarlo, ma d'altra parte, come puoi definirla questa poesia?

    Sembri, anziché un uomo, il vento che entra nella natura, solleva le foglie, il vento al quale chiedono d'essere uragano e che invece, a volte, vorrebbe soltanto essere brezza.

    Ciao Dreaming (bel nome, se avessi avuto un maschio l'avrei chiamato anch'io così ;) ).

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