mercoledì 4 agosto 2010

Un sasso

così mi sento. Appoggiato, immobile, incapace di niente. Sterile ed inutile.
Sarà la troppa stanchezza accumulata, vuoi gli affanni veri o anche solo quelli immaginati, ma  mi sento greve, inanimato e fermo.
Non ho voglie, fatico a scrivere e si vede, a fare qualsivoglia cosa ed anche a pensare, che quello già mi veniva difficile di mio. Ed ultimamente anche a correre, che mi invento scuse e salto i giorni, e la mattina è troppo presto e la sera è troppo tardi e all'ora di pranzo fa troppo caldo.
Ho un libro sul comodino a cui non sto rendendo giustizia, sorry all'autrice, ma non è colpa sua. Dormirei mille anni. Gli occhi si chiudono così facilmente, a sperare di trovar ristoro e conforto nei sogni, dove posso invece anche piegare le nuvole ed i venti al mio volere e cambiare il colore dei giorni con un battito di ciglia, ritrovando energie e momenti che non mi pesano.
E dormireidormireidormirei, e alzarmi la mattina è aspro ed orribile. E' un'altra maledetta giornata da portare alla fine.
Un sasso. Perso, affondato nel un mare di sassi che lo circondano. Non vive, un sasso, non gioisce e non puoi ferirlo capisci, semplicemente sta lì. Non prova nè emozioni nè può muoversi, un sasso.
Tu lo prendi, lo fai rotolare, lo lanci e lo ripigli. Può capitare che si scheggi, raramente si spacca in due con un colpo secco. Non lo sai, ma per lui alla fine è meglio così.
Infine lo riposi da dove l'hai preso, dove è stato e dove rimarrà immobile per altri mille anni, forse un poco più in là, ma per un sasso il concetto di spazio è molto relativo.
Non lo sai, ma se mai lo riprenderai in mano lui è quello che aspettava, ed è per quello che è valsa la pena rimanere immobile quei mille anni, a subire albe e tramonti, sole e gelo, piogge e venti autunnali. Ad aspettare finalmente quella mano che ti solleva da terra e che ti libera dall'immobilità. E badi che non ho copiato, signora maestra. Perchè sa, rileggendomi, cosa che normalmente non faccio mai, quello che avevo appena pensato e scritto ho scoperto, con sorpresa di averlo già letto. Il piccolo principe, signora maestra, con la volpe al posto del sasso. Ma l'ho pensato, giuro, senza che Antoine de Saint-Exupéry mi influenzasse, o forse lo ha fatto non me ne sono accorto.
No. Non si muove. Ma assorbe, spugna durissima e tenace.
Assorbe ogni cosa, il tempo che passa e le nuvole che solcano il cielo nascondendo a tratti il sole. Assorbe umori e sguardi, il fruscio delizioso delle foglie trascinate dal vento, le notti invernali di gelo e di stelle. Ascolta.
Ascolta ed assorbe i profumi lontani portati dal mare e le note di una musica lontana. E si riempie, si impregna, ingloba tutto sotto una scorza dura. 
Ti sorprenderà poi, con quel calore che non è solo il sole immagazzinato, ma è anche tutto quello che ha assorbito nell'attesa che tornassi a raccoglierlo.
Ti sorprenderà nella sua tiepida immobilità quasi viva, mentre ne accarezzi la superficie ruvida. Perchè è solo un sasso alla fine e non sai.
Non sai che vorrebbe alzarsi, muoversi e rotolare e liberare l'energia di mille albe e tramonti e parole accumulate e farsi sabbia disintegrandosi, trasformando quanto ricevuto, assorbito ed accumulato e brillare di una luce di mille soli, come un diamante purissimo, che in fin dei conti poi non è nient'altro che un sasso anche lui, un pezzo di carbone riuscito maledettamente bene.
 
Ma no, tranquilli che non ho niente,in fondo, niente che un litro e mezzo di Roipnol bevuto a canna o un paio di pieghe in moto come Dio comanda non riescano a far passare. Niente altro che pensieri opachi e bigi a farmi compagnia ed ogni cosa, ogni fiato è lentezza e fatica, soprattutto fatica. Mi sembra di arrugginire inesorabilmente.
E perchè mi danno a scrivere allora?
Non so. Perchè non mi rimane altro da fare, forse. Perchè mi manca mia figlia almeno quanto manco io a lei (ma domani basta vado e me la riporto indietro). Forse perchè non ho un posto dove stare che ultimamente senta mio e dove mi senta bene, o forse perchè non lo so neanche io. Forse per cercare conforto in ciò che mi piaceva fare e che adesso è spossante. Ma è meglio che mi metta da parte per un pò, per non infastidirvi con le mie lagne. Tornerò, prima o poi, non appena mi sentirò forte abbastanza ed in grado di farlo. 

Voi, che avete di meglio, lasciatemi stare, per oggi. 

13 commenti:

  1. dai che la bimba ti riporterà il sorriso.
    A casa di mia nonna c'erano dei sassi dipinti con scene, colori, fiori, visi. Erano meravigliosi.
    A presto!!!!

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  2. @Bruno: Ne ho ancora alcuni, dipinti da mio padre. E sono ancora i più belli.
    P.S. Il tuo post. Per un attimo ho temuto ci fosse un che di autobiografico. :-/
    Scusa ma commento ancora più di rado del solito, non ho il mood giusto. Passerà.
    Grazie.

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  3. ... nella metafora del sasso immobile e insensibile leggo un incommensurabile urlo di dolore...
    Ti direi: andiamo a correre nel "mio" bosco -che è capace di darmi momenti di vera serenità- se non fosse che Basovizza è così lontano da te!

    Correre non è un obbligo, non hai potuto farlo per tanto tempo, adesso non devi volerlo fare per forza!
    ... e NON ESCLUDERCI!

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  4. Ciao Dr.
    Anch'io a volte penso che i tuoi post abbiano un che di autobiografico... ;-)
    Un abbraccio.

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  5. A volte per risalire è necessario toccare il fondo, anche se brevemente, e lasciare che i pensieri scorrano per scomparire, improvvisamente come sono venuti. Ma a volte è necessario darsi anche una scrollata, costringersi a fare un passo in più di quel che vorremmo per scoprire che non era poi così male. E da lì ripartire.

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  6. lascia stare il Roipnol.... vai a prendere la piccola e vieni con la tua famiglia a fare un giro qui sul garda se ti va....
    c'è un azzurro strepitoso che sicuramente può aiutarti

    un abbraccio

    folada

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  7. ...ciao ...spero Tu stia un po' meglio e credimi tutti hanno le loro....non è un conforto...ma è dato di fatto.
    Affettuosamente. Vania

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  8. Buongiorno a te.
    Mi scuserai l'intrusione. Giungo casualmente ma forse nemmeno tanto, casualmente. Leggevo una pagina "a casa" di Vania e Paolo e nelle'elenco dei loro blog-amici mi ha magnetizzato la parola SASSO nel titolo del tuo post.Ho pensato al sasso che a volte mi pesa tra le costole e che ricaccio deglutendo.Se non disturbo, sono qui.

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  9. Chiedo scusa per la latitanza e Grazie. Ma un grazie diverso, grande e caldo per tutti i sorrisi che in questi giorni avete saputo donarmi.

    @mjavale: nel tuo bosco, a correre con te, idealmente ci sono già stato, trasportato tutte le volte che ne hai scritto, sentendo i profumi e l’incanto delle cose che vivi e descrivi.
    No, tranquilla che non escludo nessuno. Mi rifugio in uno spazio solo mio, un poco, per ritrovarmi e ricaricare le pile. Una specie di tana da letargo, adatta ad un orso come me :-)

    @Bruno: autobiografici?? Chi?? I miei post!!! Ma figuriamoci!!! :-)
    (Scemo io che tento di convincere uno psicologo...)

    @Oliver: grazie e Benvenuto. E' vero, hai perfettamente ragione. E quella strada la conosco bene, l'ho già percorsa tante di quelle volte che qualche volta mi capita di pensare che siano troppe. Ma non mi fermo, sia chiaro. Prendo solo fiato. Poi riparto.

    @Folada: ma il Roipnol me lo passa la mutua!! :-)
    Scherzi a parte, grazie. Sto, anzi stiamo meglio, da quando ho finalmente riportato indietro la piccola. E per i benefici effetti del lago non è detto che, prima o poi…
    tu tieni in caldo quell’azzurro.

    @Vania: Meglio grazie. Ed in fondo non è niente, pesa forse il troppo lavoro degli ultimi tempi. Devo tener duro ancora dieci giorni e poi…..

    Sandra: Nessuna intrusione e nessun disturbo, anzi. Benvenuta e grazie del tempo che hai speso soffermandoti su queste pagine, ritrovandoti in quello che ho scritto. Ho già fatto "un salto" sul tuo blog. Verrò a farti visita quanto prima.

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  10. Heyla..!

    innanzitutto chiedo venia per la mia latitanza dal leggerti, però ritrovarti in questo stato. Anch'io ho avuto un periodo davvero HARD, ma se smettiamo con le nostre passioni non và bene. Le passioni, sono ossigeno..non perdiamone il gusto, il gioco.
    Per quanto riguarda invece il discorso del "Sasso" il tuo post è bellissimo. Ma lo sai che ogni qualvolta vado in un luogo antico, sfrego il palmo delle mani sulle pietre e penso sempre -chissà quante ne han viste!!!-. Mi succede quando entro in anfiteatri romani, chiese antiche, visitando le piramidi o mirando le pietre e disegni rupestri.

    ...quindi se sei a Babylonya giovedì andiam in pranzo in moto da qualche parte!!!
    PuraVida
    (notare il fatto che non ho usato neanKe una "K")

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  11. Ciao, Slaymer. Come immagini "giovedì" non riuscirò ad essere a pranzo, nè in moto con te.... In moto poi? Col tempo da forca che c'è???
    Tu sei più matto di me :-)

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  12. Anch'io mi sono tante volte sentita così... forse persino adesso...

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  13. Tranquilla, @Diemme. Poi passa sempre, anche se mai per sempre.

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