mercoledì 11 agosto 2010

Finalmente, quel sacchetto

Dico la verità: non mi aspettavo di ritrovarmelo davanti, oggi. Ed è stata proprio una piacevole sorpresa.
Sapete, "corro" alla stessa maniera di sempre, cappellino, occhiali scuri e cuffie nelle orecchie a sollevarmi dal mondo.

tornerà l’indifferenza a farmi compagnia
Fai spazio, fai spazio, fai spazio più che puoi
più che se ne può fare

Mi ci sono ritrovato, nei miei passi, solo alla fine della scorsa settimana, laggiù in quel mare lontanissimo dove sono andato a riprendermi la mia piccola, riempiendomi all'istante l'animo di gaiezza sfrenata, con tutti i suoi baci e gli abbracci ed i suoi occhi che luccicano. Me la sono guardata a lungo prima, seminascosto, prolungando l'attesa, in quegli ultimi attimi ancora senza me. L'ho osservata di nuovo, per la prima volta.
Ed eccola lì, la mia piccola, diventata in questi giorni lontani dai miei occhi, se possibile, ancora più lunga e magra e bellissima, con i capelli sciolti e la pelle abbronzata color del miele evidenziata da un abitino bianco forse troppo corto, ma vabbè, per questa volta sorvoliamo..
Poi il putiferio.
Mi ha visto, il suo sguardo si è aperto e illuminato, uno squarcio di sole, ed in un attimo mi è volata addosso, e mai i suoi quaranta chili mi son sembrati più leggeri. E quanti baci, e quanti sguardi a essere sicuri che fossimo veramente lì, uno di fronte all'altra e quante mani da tenere strette anche la notte tra i due letti della camera d'albergo.
E la mattina dopo ho sentito finalmente e nuovamente il richiamo, dolce e suadente, presto, subito prima che i sogni diventino ricordi sottili e svaniscano lievi. E ho calzato le mie scarpe bellissime e chiudendo piano la porta dietro di me sono uscito.
Quattro chilometri, e non uno di più, Il luminare è stato categorico - va già bene se non ti sei procurato una fascite al tallone - mi ha brontolato contrariato l'ultima volta. Il mio traguardo, per ora, è arrivare a percorrerli in venti minuti, e chissà quando ci arriverò anche solo vicino. Ma vicino  dista solo più trenta secondi al chilometro, nell'allenamento di oggi al Parco, che finalmente son riuscito a non mollare i 5.30 fino alla fine, nonostante l'acuto dolore iniziale. 
No, non è ancora gioia e leggerezza; è fatica e sudore e gambe che pesano come pietre, ma avanti sempre, memento audere semper, mi ripeteva con ostinazione quell'uomo di mare che è stato mio nonno, quando mi osservava al di sopra degli occhiali con i suoi occhi azzurri da autentico normanno siculo.
Non vedo, nè d'altro canto mi curo di osservare ciò che ho intorno; nè mare la scorsa settimana, nè alberi nè gente e nè nuvole oggi, per aiutarmi ad ascoltarmi. E la musica nelle orecchie non solleva, non fa ancora da colonna sonora, come solitamente accade, ad una storia da inventare tutta nuova che si gonfia come un lenzuolo al vento e che sembra sia già scritta da qualche parte dentro di me: si vede che non è ancora il momento, ma aiuta comunque, dà il tempo, il passo giusto ed il ritmo al respiro.
E la sopresa l'ho avuta proprio al termine dei cento metri finali.
Correndo senza guardare, isolato e attento solo a quella riga per terra, da seguire senza distrazione alcuna.

Il sacchetto.
L'ho riconosciuto subito per quella presa adunca che lo stringeva e per le gambe rinsecchite e piegate, ma mosse dall'inesorabile passo del bradipo.
Ho riconosciuto, risalendo con sorpresa con lo sguardo da terra, la canotta slabbrata, la bianca barba ispida e quello sguardo ostinato.
Il mio vecchietto. Quanto tempo passato. Quanta strada. 

che giorno era, quale calendario,
se ci provo non me lo ricordo
e conto i giorni al contrario
e come sempre la stessa innocenza

L'ho osservato sopreso, sorridendo contento. Si è sicuramente sentito osservato perchè mi ha guardato anche lui. Magari avrà pensato "che cacchio c'hà questo pirla qua con tutti 'sti capelli a fissarmi in questo modo, o forse mi ha guardato perchè anche a lui, nella sua vita di tutti i giorni un pezzettino di riferimento quotidiano era venuto a mancare ed ora si è finalmente ricomposto. Sì, ripensando al suo sguardo penso che anche lui mi abbia riconosciuto.

Non gli ho detto niente. Ma avrei voluto avvicinarmi e battergli una mano sulla spalla e dirgli Ciao vecchietto, sono contento di trovarti tu, la tua vecchia canotta che ha tanti anni quanto te ed il tuo sacchetto, che vorrei buttar via e comprarti uno zaino ed una maglia Gore fighissima che ci fai un figurone e ti sembra di andare più forte. Sono contento che tu ci sia e che sia qui, ancora più ostinato di me e che mi abbia aspettato, perchè la tua assenza mi sarebbe pesata. Buone corse, vecchietto, non fermarti ancora, mai, se potrai. Quest'oggi, a te ed al to sacchetto, dedicherò un post, perchè qualcosa, anche grazie a te ed alla tua ostinata determinazione, piano piano, ha ripreso finalmente a girare.

Sono passati dei mesi e l’esperienza non provoca cambi
che ad avvicinarci nel tempo ormai sono i danni,
non sono più gli anni
la vita che passa e va via
vivendola meglio mi vendicherò
scusa se non ti accompagno
ma ognuno prende la strada che può

E, con questa musica nelle orecchie, mi sono allontanato a far stretching nella zona degli attrezzi.

8 commenti:

  1. Ma quanto esplosivo amore hai dentro??Tanto da sciogliere il sasso!!
    :O))

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  2. Bella, davvero bella lettura: un saluto al vecchietto anche da parte mia!
    Buone Corse ;-)

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  3. Eccolo, eccolo!!! ero sicura che l'avresti incontrato di nuovo al parco!!!! sono felice...
    e finalmente in questo post si respira aria nuova tra le righe; più leggera!!

    buona strada!!
    ciao

    folada

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  4. @Sandra: Il sasso no, non si scioglie mai. Si sposta, a volte, si sgretola e diventa più lieve altre. Ma anche solo leggero leggero sai che c'è.

    @mjavale: anche se non si possono ancora chiamare corse.... grazie.

    @folada: e ho pensato anche al tuo commento prima dell'intervento, quando avevi scritto che mi avrebbe aspettato. Grazie!

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  5. ...direi che...è scritto tutto molto bene...e direi che è molto bella questa canzone.

    ...allora aspettiamo nuove corsette :))...tutto fà..."strada".
    Ciao Vania

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  6. @Vania: grazie, proprio vero.
    Tutto fa strada comunque, nel bene e nel male.

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  7. Sono venuta finalmente a leggerti. Ne valeva la pena.
    Laura

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