Lascio passare il tempo assieme alle folate di vento gelido di questa mattina, che mi hanno soffiato un mal di testa subdolo che, oggi, mi ha fatto desistere dai miei consueti chilometri al parco.
Domando perdono, ieri ho guardato la posta, quella di qui di voi, dei vostri 38 commenti a cui non ho mai dato risposta, non è scortesia, credetemi, non è da me, ma il più delle volte è solo fatica. Ho scritto veramente poco quest'anno, una ventina di post, meno della metà degli altri anni.
Rileggo i miei buoni propositi di un anno fa, che li avevo espressi qui, non è che sia riuscito a far tutto quello che avevo in animo di fare, ma i desideri non hanno date di scadenza come il cartone del latte e pertanto pazienza, vorrà dire che me li terrò buoni ancora per un pò.
Lascio passare quest'anno senza rimpianti, lo abbandono a galleggiare leggero alla sua corrente come una barchetta di carta all'acqua di un fiume placido, conosco persone che non ricordano più come si piega il foglio per fare una barchetta di carta. Io sì.
Rileggo i miei buoni propositi di un anno fa, che li avevo espressi qui, non è che sia riuscito a far tutto quello che avevo in animo di fare, ma i desideri non hanno date di scadenza come il cartone del latte e pertanto pazienza, vorrà dire che me li terrò buoni ancora per un pò.
Lascio passare quest'anno senza rimpianti, lo abbandono a galleggiare leggero alla sua corrente come una barchetta di carta all'acqua di un fiume placido, conosco persone che non ricordano più come si piega il foglio per fare una barchetta di carta. Io sì.
Lascio passare il tempo che è stato troppo spesso fatica, rabbia, insoddisfazione ed esasperazione, ma rassegnazione mai.
Lascio passare i pensieri persi e quelli e perduti, gli sguardi che, tante volte, sono usciti da queste finestre di luce per sparpagliarsi fuori, oltre il giardino delle rose, liberi di depositarsi dove volevano andare.
Lascio passare i momenti più bui, quelli in cui, tra le mani, non ti rimangono altro che le stesse tue mani da stringere. Ma scopri poi che non ti serve tanto di più.
Tengo solo i cristalli più puri, le parole preziose. Li tengo e li appendo fuori alla finestra e da qui li osservo dondolare, incuranti di questo freddo vento.
Tengo il tempo pieno di sorrisi, delle voci, delle mani, dei profumi, dei giri insieme alla mia moto, del Le ho mai raccontato del vento del nord. Tengo il tempo di tutti gli abbracci di mia figlia, che ognuno di loro è un incantesimo speciale e bellissimo, li avvolgo in un nastro rosso bello stretto, con un grande fiocco.
Tengo il tempo passato a realizzare i progetti più belli, e l'immensa soddisfazione di qualche lavoro finito e fatto bene, con i miei, qui, il complimento di quel capomastro ("Stai tu quello delle luci? Sì stato bravo, l'hai trasformato, 'sto posto") e gli occhi gonfi di chi mi ha detto no, io non voglio ancora andarmene da qui.
Tengo i miei capelli arruffati, più lunghi ancora ed i miei cinquecento e passa chilometri fatti correndo, le mie scarpe un'altra volta da buttare. Il tempo fermato dal mio cronometro ed i traguardi sotto cui sono passato, so che posso cercarne ancora degli altri.
Tengo i momenti in cui mi rigiro tra le mani un neckwarmer che non ho cuore di farmi lavare ed una penna che scrive benissimo.
Tengo il tempo osservando il tavolo riunioni imbandito per il pranzo di Natale, fatto qui tra di noi, dove quasi tutti han dato qualcosa, ed è stato caldo e speciale. E tengo la consueta bottiglia di champagne, quest'anno una scelta particolare, di una piccola, ma grandissima, cave.
Tengo il tempo di uno sguardo, quello sguardo che comunque solo io so.
Tengo il tempo in cui ho osservato il mare fin quasi a farmi bruciare gli occhi.
Tengo il tempo in cui ho osservato il mare fin quasi a farmi bruciare gli occhi.
Tengo il tempo delle lacrime e delle risate e dell'ostinazione che vince.
Tengo il tempo di un viaggio in macchina con una mucca di peluche come passeggero, che a momenti ci dovevo metter la cintura, per portarmela a casa. Quello passato a carezzare un portapenne argentato fatto con il cartone della carta igienica ed una clips gigante con un ippopotamo, un diamante purissssimo in un tappo di plastica ed una pietra blu, una bussola ad indicarmi verso quale direzione guardare ed una biro, che mi ricorda che sono comunque un orso.
Tengo il tempo immaginario di un bellissimo viaggio a Disneyworld, e il sorriso di un amico che sboccia adesso, proprio adesso mentre legge, dov'è la distinzione tra il virtuale ed il reale, dimmi.
Tengo il tempo immaginario di un bellissimo viaggio a Disneyworld, e il sorriso di un amico che sboccia adesso, proprio adesso mentre legge, dov'è la distinzione tra il virtuale ed il reale, dimmi.
E tengo il tempo che unisco con voi, tutti voi che ogni tanto, passate ancora di qui. E se allora guardo bene, scopro che il tempo che lascio andar via senza rimpianti, quello oscuro e opprimente, quello è stato, in fondo, pochissimo.
Auguri per altro buon tempo.