Dai, dai. In fretta che non posso, che non ho tempo, come al mio solito. E' che ci ho una nave che mi attende, il traghetto per la lontana Trinacria non è lì ai miei servigi e non aspetterà, con la stuoia rossa e la fanfara che le regali ruote del mio veicolo percorrano il pontile e che ci si accomodi al suo interno. E che, volente o nolente, dovò fermarmi. Un matrimonio ci attende, anzi attende la consorte in qualità di ex-isolana nella sua parte più profonda e testimone di nozze alla futura sposa. Lei ha le sue radici ben salde in quell'isola lontana e, periodicamente ha la necessità di tornarci, sopportando stoicamente i periodi trascorsi tra le mie montagne. E, nell'occasione di ogni consueto ritorno, si consumano almeno tre giorni in visita ai parenti lontani, in un'atmosfera che al confronto C'è posta per te di Maria de Filippi è piatta come una tribuna politica. E quante strilla di gioia e quanti miiii come ti sei fatta grande picciridda e quante lacrime e quante parole in una lingua di cui la consorte recupera in un lampo la padronanza e che mi tagliano inesorabilmente fuori dai giochi. Anni fa, al temine del secondo giorno di tortura, dopo che, messo in disparte per delle ore (ogni tanto qualcuno si girava verso di me e con aria di commiserazione esclamava "meschinu! Chistu niente capisce!", salvo poi rivoltarsi e riprendere come se niente fosse la chiacchierata in puro normanno antico), avevo imparato almeno a comprendere il senso dei discorsi, partecipando alle risa se ridevano e facendo l'espressione triste se parlavano di defunti, portandomi però in uno stato simile all'esaurimento nervoso.
Solo in occasione della scorsa transumanza sono riuscito a defilarmi - sai cara, il lavoro, le scadenze, un progetto importantisssssimo proprio giuro non posso - partendo in aereo tre giorni esatti dopo il festeggiamento di uno zio ultracentenario al quale per ogni anno che raggiunge in più l'intero comune, sindaco in testa, organizza una festa che levati. Alla domanda cosa gli regaliamo avevo proposto una notte intera con una escort per farlo, come si può dire, finire in bellezza, con il sorriso sulle labbra, ma sono stato guardato malissimo e non sono stato minimemente preso in considerazione. E sì che io parlavo seriamente, ed oltretutto sono quasi convinto che a lui il regalo sarebbe risultato gradito. Ma ho divagato e mi scuso.
E quindi matrimonio. Ho promesso allo sposo che in chiesa fischietterò sommessamente "La paranza", di Daniele Silvestri e la sposa mi ha guardato malissimo, chissà poi perchè. Ma la mia piccola ha ricevuto il mandato per fare la damigella e so già che sarà vezzosamente bellissima, radiosa ed emozionata come già è adesso.
Così per una decina di giorni stacco. Completamente, che, forse ne ho davvero bisogno.
Ma devo ancora finire un migliaio di cose, ho tre progetti bell'epronti ancora da stampare e rilegare e timbrare ed imbustare e spedire.
E devo poi ncora tagliare l'erba al prato dello studio, che qui tra poco si riprende, ed è quasi una consuetudine e poi fare quelle cose che solo un professionista titolare di studio può permettersi di fare, cioè potare le rose, scopare per terra, lavare e se la signora Luisa di solito non pulisce il water, beh, l'ingegner D&R invece sì.
Dio com'è tardi! Scappo.....
Solo in occasione della scorsa transumanza sono riuscito a defilarmi - sai cara, il lavoro, le scadenze, un progetto importantisssssimo proprio giuro non posso - partendo in aereo tre giorni esatti dopo il festeggiamento di uno zio ultracentenario al quale per ogni anno che raggiunge in più l'intero comune, sindaco in testa, organizza una festa che levati. Alla domanda cosa gli regaliamo avevo proposto una notte intera con una escort per farlo, come si può dire, finire in bellezza, con il sorriso sulle labbra, ma sono stato guardato malissimo e non sono stato minimemente preso in considerazione. E sì che io parlavo seriamente, ed oltretutto sono quasi convinto che a lui il regalo sarebbe risultato gradito. Ma ho divagato e mi scuso.
E quindi matrimonio. Ho promesso allo sposo che in chiesa fischietterò sommessamente "La paranza", di Daniele Silvestri e la sposa mi ha guardato malissimo, chissà poi perchè. Ma la mia piccola ha ricevuto il mandato per fare la damigella e so già che sarà vezzosamente bellissima, radiosa ed emozionata come già è adesso.
Così per una decina di giorni stacco. Completamente, che, forse ne ho davvero bisogno.
Ma devo ancora finire un migliaio di cose, ho tre progetti bell'epronti ancora da stampare e rilegare e timbrare ed imbustare e spedire.
E devo poi ncora tagliare l'erba al prato dello studio, che qui tra poco si riprende, ed è quasi una consuetudine e poi fare quelle cose che solo un professionista titolare di studio può permettersi di fare, cioè potare le rose, scopare per terra, lavare e se la signora Luisa di solito non pulisce il water, beh, l'ingegner D&R invece sì.
Dio com'è tardi! Scappo.....